l'Impero Bizantino nell'11° secolo

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A est, il più prossimo alla cristianità occidentale era il cristianesimo orientale: l'Impero Bizantino, un impero cristiano che, dopo lo scisma d'Oriente del 1054, aveva rotto esplicitamente i legami con il Papa di Roma, la cui autorità non era più riconosciuta (anzi non lo aveva mai accettato se non come un “primum inter pares” con i patriarchi). Le sottili differenze dogmatiche (la clausola del filioque e l'Eucaristia acimita o procimita) spiegano l'opposizione tra i cattolici occidentali e l'ortodossa orientale.


guerriero bizantino XI secolo

Tra la fine dell'IX e l'inizio dell'XI secolo l'Impero Bizantino aveva raggiunto il suo massimo splendore; il suo territorio si estendeva dalla Dalmazia, che comprendeva l'insieme dei Balcani, ad Antiochia di Siria, nel sud, e tutta l'Anatolia in Armenia a est.

Durante questi anni l'Impero Bizantino aveva guadagnato il controllo del Mare Adriatico, parte dell'Italia e molti dei territori in mano ai Bulgari. Questi vennero completamente sconfitti da Basilio II nel 1018.

L'Impero Bizantino si guadagnò anche un nuovo alleato (ma talvolta anche un nemico) nel nuovo stato russo di Kiev, dal quale ricevette un'importante forza mercenaria, la Guardia Variaga.

Nella prima metà dell'XI secolo apparvero sulla scena nuovi invasori: i Normanni, che conquistarono l'Italia meridionale ed i Turchi Selgiuchidi che, anche se erano principalmente interessati a sconfiggere l'Egitto, tentavano di espandersi anche in Asia Minore.

Per secoli, i Turchi Selgiuchidi erano stati un popolo nomade e non vi era alcuna forza efficace per fermare le loro migrazioni. Nel 1040 penetrarono il confine orientale del Califfato Abbaside e, senza incontrare alcuna efficace opposizione, saccheggiarono il territorio degli attuali Iran e l'Iraq. Presto attraversarono l'Armenia ed entrarono in profondità in Anatolia, raggiungendo nel 1054 il porto sul Mar Nero della città bizantina di Trebisonda.


Guerrieri Abbasidi

L'anno successivo gli Abbasidi accettarono l'autorità militare politica di Toghrul Beg. A Toghrul Beg venne concesso il titolo di Sultano e prese come sua capitale Baghdad. A un tratto i Turchi Selgiuchidi, da predoni nomadi, divennero padroni del vasto e raffinato Impero Selgiuchide.

Nel 1022 l'Imperatore Bizantino Basilio II aveva costretto il Re di Armenia Giovanni Smbat III a cedere la città di Ani all'Impero Bizantino se fosse morto senza eredi diretti. Quando morì, il nipote di Giovanni, Gagik II non rispettò l'accordo e tenne per se la città di Ani, causando le ire dell'Imperatore Bizantino.

Le armate del nuovo Imperatore Bizantino Costantino IX Monomaco entrarono in Armenia quattro volte di seguito, causando distruzione e morte, tanto che l'Armenia si spopolò quasi del tutto. Gagik II infine accettò di abdicare e fu ricompensato con titoli, onori e terre in Cappadocia.

Ma i Principi armeni fornivano una zona cuscinetto sul confine orientale dell'Impero Bizantino ed ora i bizantini, che erano entrati in diretto contatto con i Turchi Selgiuchidi, non potevano contare sul popolo armeno che sino a poco prima avevano oppresso. In fuga da guerre e persecuzioni, tra le truppe armene iniziò un esodo di massa quando i bizantini chiesero loro di presidiare le fortezze di confine.

L'Imperatore Bizantino Costantino IX Monomaco non fece alcun tentativo per fermare le incursioni dei Turchi Selgiuchidi. Il suo successore, Michele VI Bringa, voleva organizzare la difesa dell'Armenia e rimproverò i suoi generali, tra cui Isacco Comneno, che sino ad allora erano rimasti spettatori delle incursioni nemiche. Purtroppo il pungente rimprovero dell'Imperatore non servì a risolvere la crisi sul fronte armeno, anzi l'esercito si ribellò e, dopo un colpo di stato, Michele VI Bringa abdicò in favore di Isacco Comneno.


l'Imperatore Costantino IX Monomaco

Appena i Turchi Selgiuchidi si resero conto che i nobili bizantini si opponevano l'un l'altro, invasero l'Impero, facendo razzie e devastazioni. Quando Isacco Comneno morì nel 1059 venne eletto il nuovo Imperatore Costantino X Ducas. Questi si dedico a riformare il suo regno, trascurando la difesa dell'Impero. Per ridurre le spese, Costantino licenziò migliaia di truppe, accelerando il crollo bizantino ad est.

Nel 1064 i Turchi Selgiuchidi catturarono e saccheggiarono la città di Ani. Ani era fondamentale per la strategia bizantina della difesa orientale; questa si basava sul possesso di posizioni fortificate che, in caso di invasione, avrebbero dovuto resistere fino a quando il nemico si sarebbe ritirato. Sull'altopiano anatolico però, la situazione era ben diversa: i bizantini avevano preparato una rete di postazioni difensive ma, mentre la difesa statica era stata efficace contro gli eserciti Abbasidi, era inefficace contro i mobili predoni turchi che erano in grado di spaziare a volontà e sopravvivere con scarse risorse.


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