1096: la Crociata dei Poveri
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1096: i Crociati di Gualtieri Senza Averi

L'esercito di Pietro l'Eremita era stato diviso in due gruppi: il primo, sotto gli ordini di Pietro stesso, e un secondo, sotto gli ordini del cavaliere Gualtieri Senza Averi. Dal suo nome alcuni storici dedussero che egli era un cavaliere povero; in verità, il nome della famiglia di Gualtieri era “Sans-Avoir” e quasi certamente era senza un soldo.


il “Popolo di Dio”

In ogni caso, subito dopo la Pasqua del 1096, Gualtieri Senza Averi partì da Colonia per conquistare l'Oriente con poche migliaia di seguaci, convinto di poter sopravvivere durante il viaggio chiedendo l'elemosina. Infatti, mentre i Crociati erano ancora in territorio francese, la carità dei fedeli che accorrevano al loro passaggio era stata sufficiente alle loro esigenze.

Gualtieri ed i suoi seguaci marciarono lungo il fiume Reno e poi risalirono il fiume Neckar; lungo la strada non trovarono nessun nemico ma anzi poterono godere ovunque della generosità dei tedeschi tra i quali non era stata ancora predicata la Crociata e che consideravano le truppe Crociate come il “popolo di Dio”.

Dalle sorgenti del Neckar i Crociati percorsero un breve tragitto via terra fino al fiume Danubio e, dopo aver attraversato la Germania, raggiunsero l'Ungheria, dove il Re Coloman, pur mantenendo relazioni amichevoli col Papa Urbano II, non era interessato alla guerra santa.


guerriero bulgaro X secolo

Comunque l'esercito di Gualtieri aveva finanze sufficienti per pagare i pedaggi che incontrava lungo la strada e quindi attraversò l'Ungheria senza incidenti. Ma i bulgari erano in attesa sulla riva dei fiumi Sava e Danubio.

Alla fine di maggio 1096, quando i Crociati giunsero a Belgrado, al confine con l'Impero Bizantino, furono coperti d'insulti che Gualtieri Senza Averi accettò con rassegnazione, convinto che fosse una punizione di Dio ma, i Crociati riuscirono comunque ad attraversare indenni la Città.

Al tempo della Crociata, i Bulgari erano dominati dall'Impero Bizantino, ma ne disprezzavano le leggi e il potere dell'Imperatore. Il popolo bulgaro, che abitava le rive meridionali del Danubio circondate da boschi inaccessibili, conservava la sua indipendenza. Anche se avevano abbracciato il cristianesimo, i bulgari non considerano i cristiani come loro fratelli, non rispettavano leggi dell'ospitalità e nel corso dei due secoli precedenti alle Crociate erano stati il terrore dei pellegrini occidentali che si recavano a Gerusalemme.

Arrivati in Bulgaria, i pellegrini di Gualtieri senza Averi avevano esaurito completamente il cibo e il comandante militare di Belgrado, che non si aspettava l'arrivo dei Crociati, rifiutò di rifornirli. Incerto su cosa fare con le diverse migliaia di Franchi e Tedeschi armati, fece quello che i comandanti provinciali facevano da sempre: richiese istruzioni al governatore provinciale. Il governatore provinciale di Niš, a sua volta fece ciò che i governatori provinciali facevano da sempre: richiese istruzioni alla capitale.

Ciò causò un ritardo nella gestione di un aspetto molto importante della Crociata: fare rifornimento. Migliaia di stranieri con valuta e lingua straniera avevano bisogno di avere un mercato speciale. La concessione dei privilegi per istituire un mercato era un requisito fondamentale perché un esercito potesse passare pacificamente attraverso un territorio amico. Il rifiuto della concessione di istituire un mercato fu un modo regolare del potere locale per impedire all'esercito Crociato di continuare a muoversi e per fargli capire che non era il benvenuto.


i Crociati rubano il bestiame dei Bulgari

Belgrado non aveva esattamente rifiutato di concedere un mercato, ma il ritardo in attesa di istruzioni fece si che in realtà non ci fosse il mercato. Non ci volle molto prima che i Crociati fossero a corto di rifornimenti e di pazienza. Cominciarono a prendere ciò di cui avevano bisogno dalle campagne circostanti; rubarono il bestiame, incendiarono le case e massacrarono diversi contadini.

I Bulgari, irritati, passarono alle armi e piombarono sui soldati di Gualtieri senza Averi mentre erano carichi di bottino. Sessanta Crociati perirono tra le fiamme in una chiesa dove pensavano di trovare asilo, mentre altri cercavano di salvarsi fuggendo. Alla fine furono scacciati da Belgrado che chiuse loro le sue porte.

In una città vicina sedici cavalieri furono catturati per saccheggio. I cittadini li spogliarono ed appesero le loro armature alle mura della città come monito per gli altri. Dopo questa sconfitta, Gualtieri riprese la marcia attraverso foreste e deserti, assillato dalla fame e trascinandosi appresso i resti del suo esercito.

Prima che la situazione peggiorasse ulteriormente, arrivò dal Governatore di Niš l'ordine che i Crociati dovevano andare in quella città e ulteriori problemi a Belgrado furono scongiurati. L'esercito di Gualtieri senza Averi si presentò dinanzi al Governatore di Niš che, toccato dalla miseria dei Crociati, diede loro cibo, armi e vestiti. Poi offrì loro una scorta militare che li avrebbe guidati sino a Costantinopoli. I Crociati, convinti che la loro sconfitta fosse stata una punizione del cielo, attraversarono Filippopoli e Adrianopoli senza commettere altri disordini.


i crociati di Gualtieri Senza Averi

Dopo due mesi arrivarono sotto le mura di Costantinopoli dove l'Imperatore Bizantino Alessio I Comneno li salutò cordialmente e permise loro di accamparsi ed attendere l'esercito di Pietro l'Eremita. Gualtieri senza Averi fu trattato molto bene, anche se lui ed i suoi Crociati non erano proprio ciò che l'Imperatore si aspettava.

1096: in marcia per Costantinopoli

Pietro l'Eremita partì pochi giorni dopo Gualtieri senza Averi, lasciando Colonia il 20 aprile 1096 con circa 20.000 seguaci. Questo era un esercito enorme per quei tempi, forse il più grande mai messo insieme in Europa. La maggior parte dell'esercito era composto da cittadini comuni, ma ai Crociati si era unito anche un considerevole numero di cavalieri.

I poveri andavano a piedi, naturalmente, mentre i cavalieri montavano un cavallo. C'era poi una carovana di carri che trasportava ogni fornitura necessaria, compreso il tesoro dell'esercito. Pietro viaggiava come aveva sempre fatto: su un asino.

Anche questi Crociati passarono attraverso la Germania e l'Ungheria senza incidenti, il che ci porta a concludere che essi pagavano tutto, con soddisfazione dei commercianti locali. Quando raggiunsero il Danubio, alcuni decisero di proseguire in barca, ma la maggior parte continuò via terra ed entrò nel Regno d'Ungheria fermandosi a Ödenburg (Sopron).


Re Coloman d'Ungheria

Lì Pietro inviò degli emissari dal Re Coloman affinché richiedessero il libero passaggio attraverso l'Ungheria; cosa che ottennero a condizione che avrebbero seguito il loro percorso pacificamente e che avrebbero pagato il cibo del quale avevano bisogno. L'esercito di Pietro proseguì la sua marcia verso la punta occidentale del lago Balaton, scese nella valle del Drava e poi proseguì lungo il Danubio.

Raggiunta la Bulgaria, i Crociati trovarono i villaggi e le città abbandonate; Belgrado, la capitale, era rimasta senza abitanti perché la popolazione si era rifugiata nelle foreste e montagne consentendo ai Crociati di saccheggiare liberamente.

Poi i Crociati giunsero a Semlin e qui scoppiarono i guai. Semlin era la città che aveva punito i sedici cavalieri dell'esercito di Gualtieri Senza Averi. Le sedici armature erano ancora inchiodate ai muri della città e questo non piacque molto ai nuovi arrivati.

Alla vista delle 16 armature dei compagni d'armi di Gualtieri Senza Averi appese ai muri della città, invece di cercare di mantenere la disciplina nelle sue truppe, Pietro non esitò ad infiammare i suoi uomini ed a dare il segnale di guerra. Al suono della tromba i Crociati partirono all'attacco, mentre tutto il popolo fuggiva rifugiandosi sopra un colle; ma per loro fu inutile, più di 4.000 abitanti di Semlin caddero sotto i colpi dei Crociati.

Saputa la notizia, il Re Coloman, con quasi 100.000 soldati, raggiunse Semlin, desideroso di vendicare l'uccisione di una popolazione inerme. Ma ai Crociati mancava il vero coraggio e Pietro l'Eremita aveva più entusiasmo che conoscenza dell'arte della guerra. Non osando attendere l'esercito di Coloman, i Crociati lasciarono improvvisamente Semlin e fuggirono indirizzandosi verso Belgrado.


i crociati discendono il Danubio in barca

Tra la retroguardia ancora a Semlin e la popolazione locale scoppiò una lite, presumibilmente nel corso di pagamento di un paio di scarpe (una cosa importante per i pellegrini!) e la lite si modificò rapidamente in piena battaglia. L'esercito di Pietro prese d'assalto la cittadella e saccheggiò la città, uccidendo molti tra gli abitanti locali e le truppe bizantine.


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