1096: la Crociata dei Tedeschi
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La notizia della Crociata di Emicho si diffuse rapidamente ed il 25 maggio gli fu impedito dal Vescovo Ruthard di entrare Mainz. Emicho accettò l'offerta di oro fatta dagli ebrei nella speranza di ottenere il suo favore e la loro sicurezza. Intanto il Vescovo Ruthard, non fidandosi di Emicho, cercò di proteggere gli ebrei nascondendoli nel suo palazzo. Ed aveva ragione, infatti Emicho non impedì ai suoi seguaci di entrare nella città il 27 maggio e ne seguì un massacro.

A Mainz molti cristiani avevano legami di lavoro con gli ebrei ed offrirono loro riparo (come i cittadini di Praga avevano già fatto in precedenza). Molti abitanti di Magonza si arruolarono nelle milizie del Vescovo e del Governatore della città per lottare contro i Crociati, ma dovettero rinunciare quando si accorsero che i Crociati continuavano ad arrivare in città in numero sempre maggiore.

Nonostante l'esempio di molti cittadini, tanti altri abitanti di Magonza e di altre città si lasciarono coinvolgere dalla frenesia e si unirono ai saccheggi ed alla persecuzione degli ebrei. Magonza fu il luogo della massima violenza, con almeno 1.100 ebrei e forse più che furono uccisi dalle truppe crociate.

Eliezer B. Nathan, un cronista ebreo di quel tempo, scrisse: “Stranieri crudeli, feroci e veloci, francesi e tedeschi …. mettono le croci sulle loro vesti e sono più abbondanti delle locuste sulla faccia della terra.”

Il 29 maggio Emicho arrivò a Colonia, dove molti ebrei erano già fuggiti o si erano nascosti nelle case cristiane. Li altri gruppi minori di Crociati incontrarono Emicho, il quale lasciò loro un sacco pieno di monete prese agli ebrei. Emicho proseguì verso l'Ungheria, presto raggiunto da alcuni Svevi. Poi, dopo essersi riempito di bottino, con il suo esercito raggiunse il Danubio dove, ovunque trovava ebrei, li attaccava e li sterminava o li costringeva al battesimo forzato.

Durante il suo viaggio Emicho venne raggiunto dal Visconte di Melun Guglielmo il Carpentiere, da Drogo di Nesle e da altri Crociati della Renania, della Francia orientale, della Lorena, delle Fiandre e anche dall'Inghilterra.


l'assedio del castello di Wieselburg

Tutti insieme, quando oramai erano aumentati di numero, raggiunsero il confine della Pannonia con l'intento di attaccare i suoi abitanti, perché una “voce divina” aveva avvertito il Conte Emicho che non c'era alcuna differenza tra uccidere i pagani o gli ungheresi.

Il Re Coloman d'Ungheria, saputo dell'arrivo dei Crociati, si asserragliò nel castello di Meseberg, sulla Leitha. E così, per sei settimane, i Crociati assediarono la fortezza Wieselburg, ma subito tra di loro iniziò una stupida lite su chi di loro doveva diventare Re di Pannonia.

Alla fine l'esercito di pellegrini si lanciò all'attacco finale e riuscì a sfondare le mura del castello. Quando i cittadini assediati si stavano dando alla fuga, il Re Coloman era oramai pronto a fuggire in Russia ed i Crociati stavano dando fuoco alla città, l'esercito dei pellegrini, anche se vittorioso, inspiegabilmente si diede alla fuga; questo spinse gli ungheresi ad attaccare i Crociati.

La maggior parte dei Crociati venne trucidata o annegò nel fiume. Emicho e alcuni dei suoi comandanti fuggirono in Italia o si indirizzarono verso Costantinopoli, anche se non si sa quale fine abbiano fatto.

1096: la persecuzione degli ebrei

La predicazione della prima Crociata ispirò un focolaio di antisemitismo. Ma perché gli ebrei furono attaccati? Gli ebrei occupavano un posto particolare e imbarazzante nell'Europa medievale. Essi erano sempre considerati come estranei, stranieri all'interno delle piccole comunità che componevano le città medievali. Erano stati incoraggiati a stabilirsi nelle città renane dai Vescovi e dagli Imperatori e le loro pratiche di prestito di denaro davano alla gente del posto una scusa per odiare gli ebrei.


Il massacro degli ebrei (miniatura medievale)

Le loro pratiche religiose e culturali facevano considerare gli ebrei un popolo a parte e, pur essendo legalmente protetti dalle autorità locali, in alcune parti della Francia e della Germania, erano percepiti come un nemico in quanto ritenuti responsabili della crocifissione di Gesù.

Nel 1096, con l'eccitazione delle Crociate, molta gente si chiedeva perché avrebbe dovuto viaggiare per migliaia di chilometri per lottare contro i non credenti, quando li aveva così vicini a casa loro.


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