1097: la presa di Tarso
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Tancredi cede la città a Baldovino

Per vendicare questo oltraggio doveva scorrere il sangue, ma i Crociati italiani e normanni di Tancredi ascoltarono la voce della moderazione e lasciarono la città alla ricerca di altre conquiste. A forza di proteste e di preghiere, Baldovino di Boulogne riuscì a farsi aprire le porte alla città, dove la fortezza e diversi edifici erano ancora in mano ai Turchi.

Baldovino di Boulogne, divenuto padrone della città e temendo il rivale Tancredi d'Altavilla, rifiutò di ricevere 300 crociati di Boemondo di Taranto che chiedevano asilo per la notte. Invano implorarono la pietà di Baldovino, così che, affaticati ed affamati, i guerrieri di Boemondo, furono costretti ad accamparsi in aperta campagna, dove furono sorpresi e massacrati dai Turchi che erano fuggiti dalla città di Tarso.

Il giorno dopo la notizia di questa terribile catastrofe si diffuse nella città; i Crociati di Baldovino riconobbero i loro fratelli che giacevano morti e spogliati delle loro armi. La pianura e la città risuonavano di grida; i più ardenti, dopo aver preso le armi, minacciarono i turchi che erano rimasti nella città ed anche il loro capo, accusandolo della tragica morte dei loro compagni.

Baldovino di Boulogne, dopo gli insulti dei suoi stessi compagni, fu costretto a fuggire e rifugiarsi in una torre. Poco dopo riapparve tra la sua gente, piangendo con loro per la disgrazia che era successa e si scusò per quanto aveva fatto.

In mezzo a quel tumulto, apparvero le donne cristiane a cui i musulmani avevano tagliato il naso e le orecchie e proprio la loro vista fece raddoppiare la furia dei crociati. Improvvisamente dimenticarono il rancore che avevano verso Baldovino di Boulogne e ricordarono ancora una volta il voto di sterminare i turchi. Niente poté resistere alla loro furia e tutti i turchi che erano rimasti nella città vennero decapitati dai soldati cristiani.

I Crociati, dopo aver vendicato la morte dei loro fratelli, si preoccuparono di seppellirli e, mentre li accompagnavano alla tomba, la fortuna arrivò in soccorso di Baldovino in quanto giunsero dei rinforzi che non si aspettava: dalla costa si poteva vedere una flotta che stava giungendo a gonfie vele.


pellegrini in viaggio verso la Terra Santa

I soldati di Baldovino, che credevano di avere ancora a che fare con gli infedeli, corsero a dare l'allarme ma una volta che la flotta era abbastanza vicina, sentirono gli equipaggi che parlavano la loro lingua. Questi erano dei pellegrini provenienti dalle Fiandre, dalla Svizzera e dalle province di Francia che andavano a Gerusalemme per visitare il sepolcro di Cristo. Poi i pellegrini scesero a riva ed incontrarono i Crociati e, tenendosi le mani l'un l'altro, si riconobbero come fratelli.

Gli uomini che avevano pilotato le navi erano corsari che vagavano per il Mediterraneo da otto anni. Su invito dei Crociati i corsari sbarcarono nel porto di Tarso; il loro capo si chiamava Guinemer ed era di Boulogne; questi riconobbe Baldovino e suo fratello Eustachio, figli del suo vecchio signore e promise loro di servirli assieme ad i suoi compagni. Tutti presero la croce e fecero il voto di condividere la gloria e le fatiche della guerra santa.

1097: lo scontro di Mamistra

Aiutato da questi nuovi rinforzi, dopo aver lasciato una guarnigione a Tarso, Baldovino partì di nuovo, seguendo il percorso già intrapreso da Tancredi, che aveva raggiunto ed occupato Mamistra (arabo Massisa), a tre ore dal mare.

Tancredi d'Altavilla non aveva dimenticato il torto fattogli da Baldovino ed ancora si rammaricava per l'uccisione dei Crociati abbandonati alla spada dei Turchi, quando gli annunciarono che l'esercito di Baldovino di Boulogne aveva piantano le tende vicino alla città.


Tancredi d'Altavilla
(dipinto di Merry Joseph Blondel)

Il suo risentimento scoppiò con parole minacciose: Tancredi era convinto che Baldovino volesse prendere possesso anche della città di Mamistra. I cavalieri che accompagnavano Tancredi gli ricordarono gli insulti che aveva ricevuto ed ora, per l'onore della cavalleria, per la sua gloria e per quella dei suoi compagni, doveva vendicarsi.

Tancredi non poté più trattenere la sua rabbia, riunì i suoi guerrieri e marciò alla loro testa contro l'esercito di Baldovino. Ne seguì una sanguinosa battaglia tra soldati cristiani e ne la croce che portano sul loro abbigliamento, ne il ricordo dei mali che avevano sofferto insieme, la poté sospendere.

Tuttavia, l'esercito di Tancredi, numericamente inferiore, fu costretto ad abbandonare il campo di battaglia e tornare in disordine nella città di Mamistra, lasciando molti prigionieri nelle mani di Baldovino.

La notte portò la calma. I soldati di Tancredi riconobbero la superiorità dei fiamminghi, mentre i soldati di Baldovino riflettevano sul fatto che quelli che avevano conquistato erano cristiani come loro.

Il giorno dopo, Tancredi e Baldovino si incontrarono e, per non dare l'impressione di implorarsi reciprocamente la pace, attribuirono il loro riavvicinamento ad una ispirazione venuta dal cielo. Giurarono di dimenticare i loro litigi e si abbracciarono alla presenza dei loro soldati, poi fecero voto di espiare il sangue dei loro fratelli con nuovi attacchi contro i Turchi.

In pochissimo tempo tutta la Cilicia venne sottomessa dalle armate di Tancredi. Egli inoltre catturò la città di Alessandretta, vicino ad Antiochia, dove passò a fil di spada tutti i turchi che vi abitavano. L'eroe Italiano, con al seguito due o trecento cavalieri, aveva trionfato in tutta la Cilicia.


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