1098: la nascita della Contea di Edessa
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Il Vescovo e dodici rappresentanti dei cittadini si incontrarono con il Baldovino, gli parlarono della loro dedizione alla causa di Gesù Cristo e lo implorarono di salvare la città dal dominio degli infedeli. Baldovino di Boulogne cedette facilmente alle loro preghiere.

Baldovino ebbe la fortuna di evitare i Turchi di Kerbogha che erano sulle rive dell'Eufrate e, senza aver dato battaglia, il 6 febbraio 1098 arrivò nel territorio di Edessa portando con sé solo otto cavalieri. Quando si avvicinò alla città, tutto il popolo gli venne incontro, portando rami d'ulivo e cantando inni. Era uno spettacolo strano da vedere come un piccolo numero di guerrieri, circondati da una folla immensa che implorava il loro sostegno, vennero accolti come liberatori.

I Crociati furono accolti con tanto entusiasmo che il Principe Thoros, che non era amato dal popolo, cominciò a vederli come nemici da temere più che i turchi. Per far capire a Baldovino di Boulogne che era lui ad essere la massima autorità di Edessa, gli offrì grandi ricchezze, ma Baldovino di Boulogne era molto ambizioso e, sicuro di ottenere l'ammirazione del popolo, rifiutò sprezzante i doni del Principe e minacciò di ritirarsi ed abbandonare la città.

I residenti, che temevano per la sua partenza, lo supplicarono a gran voce di rimanere con loro e lo stesso Thoros fece nuovi sforzi per trattenere i Crociati ad Edessa. Quando Baldovino di Boulogne disse molto chiaramente che lui non difendeva gli Stati che non erano suoi, il Principe Thoros, che era vecchio e senza figli, si offrì di adottarlo come suo figlio e designarlo suo successore.

La cerimonia di adozione ebbe luogo alla presenza dei Crociati e dei cittadini. Secondo l'usanza, il Principe abbracciò Baldovino e gli diede un bacio in segno di alleanza e di parentela. La vecchia moglie del governatore ripeté la stessa cerimonia e quando Baldovino di Boulogne venne considerato come loro figlio ed erede, non trascurò nulla per difendere la città che stava per appartenergli.

1098: Baldovino Conte di Edessa

A nord-ovest di Edessa, a dodici miglia sulla riva destra del fiume Eufrate, vi era la città di Samosata, abitata da musulmani. L'Emiro che comandava in questa città devastava costantemente le terre di Edessa, imponeva tributi e chiedeva che gli abitanti gli consegnassero i loro figli come ostaggi.


l'emiro di Samosata

Per lungo tempo gli abitanti di Edessa avevano mostrato solo la rassegnazione dei vinti, ma ora erano pieni solamente della speranza di vittoria e dal desiderio di vendetta. Essi presero le armi e supplicarono Baldovino di Boulogne di mettersi alla loro testa, ma lui, timoroso di perdere tempo prezioso in inutili sforzi, preferì restare ad Edessa, dove la sua assenza avrebbe potuto pregiudicare i suoi piani.

Visto che il Principe Thoros di Edessa restava inattivo nel suo palazzo mentre i cristiani combattevano i musulmani, venne accusato di avere un'intesa segreta con i Turchi, così che gli armeni locali ordirono un complotto per detronizzarlo.

Avvisato del pericolo, Thoros si rifugiò nella cittadella che dominava la città, implorando l'aiuto dei Crociati e la misericordia del popolo. Ma una folla furiosa si diffuse per le strade e saccheggiò le case dei sostenitori di Thoros, poi raggiunse la cittadella, alcuni tentarono di abbattere le porte, altri di scalare le mura.

Il Principe Thoros, rimasto solo, non cercò più di difendersi ed offrì la sua resa: promise di abbandonare il luogo, di rinunciare al governo di Edessa e chiese il permesso di andare in esilio con la sua famiglia nella città di Melitene. La proposta fu accolta con gioia, venne firmata la pace e gli abitanti di Edessa giurarono di accettare le condizioni.


Thoros di Edessa viene ucciso mentre tenta la fuga

Il giorno successivo, quando il Principe stava preparando la sua partenza, scoppiò in città una nuova ribellione. I capi della cospirazione si erano pentiti di aver lasciato in vita un Principe che li aveva così crudelmente offesi. Ben presto la rabbia del popolo aumentò e mille voci richiedevano la morte di Thoros di Edessa.

I più arditi tra i rivoltosi penetrarono nella cittadella, sequestrarono il Principe e lo bastonarono a sangue. Questi tentò la fuga scavalcando le mura della cittadella, ma venne trafitto dalle frecce di alcuni arcieri. Il suo corpo venne trascinato per le strade, mentre la folla applaudiva come se avesse ottenuto una vittoria contro gli infedeli.

Baldovino di Boulogne, che non aveva difeso il suo padre adottivo, fu subito circondato da tutta la popolazione che gli offrì il governo della città. In un primo momento rifiutò, ma il 9 marzo 1098, cedendo alla folla impaziente, fu proclamato liberatore e Principe di Edessa.

Seduto sul trono e temendo il volubile umore della gente, ben presto stimolò molta paura sia nei suoi sudditi che nei suoi nemici. Mentre i ribelli tremavano davanti a lui, cercò di allargare i confini del suo territorio: con i tesori del suo predecessore comprò la città di Samosata e diverse altre città che non sarebbe riuscito a conquistare con la forza delle armi.

Poi sposò Arda d'Armenia, figlia del Nobile Thathoul, Signore di Marash e, attraverso questa nuova alleanza, estese i suoi beni sino al Monte Tauro, strappando ai musulmani Samosata e Suruç. A quel punto Baldovino di Boulogne non pensò più alla liberazione di Gerusalemme, preoccupandosi solo di difendere e ampliare la sua Contea di Edessa.

Molti cavalieri, abbagliati da una facile fortuna, si precipitarono ad Edessa per gonfiare l'esercito e la corte del nuovo Conte. La Contea di Edessa servì comunque a contenere i turchi ed i saraceni, e, fino alla seconda Crociata, fu uno dei baluardi più formidabili dell'Impero degli Stati Crociati.


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