1098: il primo assedio di Antiochia
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1097: la marcia da Iconio ad Antiochia

Il grosso dell'esercito Crociato che avevamo lasciato ad Iconio, aveva continuato la sua marcia verso la città di Cesarea, dove aveva fatto rifornimento di acqua, per poi ritornare a marciare sino al giorno dopo, quando i Crociati si fermarono per due giorni.


Guerriero Crociato

Gli esploratori che precedevano l'esercito della croce arrivarono nella città di Eregli, situata a circa trenta ore da Iconio. I Turchi Selgiuchidi presenti nella città fuggirono immediatamente alla vista dei Crociati, i quali vi trascorsero quattro giorni. Poi alcuni giorni di marcia portarono i cristiani a Göksun dove sostarono per tre giorni.

Dure difficoltà attendevano i Crociati nel percorso da Göksun a Maras, ad otto o dieci ore di distanza, poiché dovevano attraversare delle ripide montagne. Grandi sofferenze aspettavano l'esercito sulla montagna, dove non c'erano strade ma rettili ed animali feroci, dove i passaggi offrivano spazio sufficiente a malapena per adattarsi al piede e dove i rovi spinosi rallentavano i pellegrini.

I cavalieri portavano le armi appese al collo e molti, sfiniti dalla fatica, le buttavano giù dai precipizi. I cavalli non riuscivano a sostenere il peso dei bagagli e spesso erano gli uomini a doverli trasportare. Nessuno poteva fermarsi e riposare, nessuno poteva aiutare i suoi compagni se non quello che lo precedeva o quello che lo seguiva. Alcuni chiamarono questo posto la “montagna del diavolo”, per quanto era difficile da attraversare. La città di Maras era alla fine di queste orribili sofferenze.

Dopo aver attraversato le montagne, per l'esercito cristiano era oramai aperta la strada per la Siria. Il Conte Roberto II di Fiandra, seguito da alcuni nobili compagni e da un migliaio di fanti, si spinse in avanscoperta, sino a raggiungere la città di Qinnasrin, l'antica Chalcis, dove la popolazione cristiana lo aiutò a scacciare i Turchi Selgiuchidi.

Quando i Crociati arrivarono sotto le mura di questa città, i musulmani di Antiochia, accorsi per assediarla e riprenderla, invece fuggirono rapidamente, decidendo di unire le loro forze al “Ponte di ferro” sul fiume Oronte (oggi Asi Nehri), per tagliare ai Crociati la strada per Antiochia.


rovine della Fortezza di Harrenc

Questo ponte era uno dei punti strategici della regione. Era fiancheggiato da due imponenti torri che potevano ospitare quasi cento difensori ognuna e che in tempo di pace servivano per la riscossione del pedaggio. Per controllare l'accesso al ponte, situata a pochi chilometri c'era la Fortezza di Harrenc. Il 20 ottobre 1097 le truppe Crociate attraversarono questo ponte che apriva loro la strada per Antiochia.

Fu a Qinnasrin che Tancredi d'Altavilla rientrò nell'esercito cristiano. I capi dell'esercito invitarono il Conte Roberto II di Fiandra a lasciare un presidio ad Artésie e riunirsi ai Crociati. Anche i diversi distaccamenti Crociati sparsi in tutto il paese ricevettero l'ordine di riunirsi: così sarebbero stati più forti contro la capitale della Siria.

Così, a partire da Qinnasrin, tutte i capi e cavalieri erano insieme, tranne Baldovino di Boulogne, che si era fermato ad Edessa, allontanandosi definitivamente dalla strada per Gerusalemme.

Il Vescovo Ademaro de Monteil, immaginando i pericoli che attendevano l'esercito cristiano, prese la parola per mettere in guardia i crociati ed incoraggiarli:
“cari figli o fratelli, ora che Antiochia è così vicina a noi, sapere poi che è fortemente difesa da alte mura costruite con pietre di dimensioni enormi, pietre tenute insieme da un cemento sconosciuto e indistruttibile.
Abbiamo imparato senza alcun dubbio come tutti i nemici del nome cristiano, Turchi, Saraceni, Arabi, fuggendo prima di vedere le nostre facce, dalle montagne della Romania e da tutti gli altri posti, sono ora raccolti in Antiochia.
Quindi dobbiamo stare in guardia, non separarci gli uni dagli altri, non portarci avanti troppo temerariamente e abbiamo quindi saggiamente deciso di marciare domani, di comune accordo e con tutte le forze, verso il Ponte di Ferro”
.

L'avanguardia dell'esercito cristiano, comandata da Conte Roberto II di Normandia, arrivò per prima al Ponte di ferro. Le due torri che difendevano il ponte erano occupate da guerrieri turchi; battaglioni nemici coprivano l'intera sponda sinistra del fiume Oronte.

Ne seguì una lotta tra le truppe del Conte Roberto II di Normandia ed i musulmani che erano a guardia del ponte; lo sviluppo della lotta rimane poco chiaro, ma si concluse con un grande successo dell'esercito cristiano.


l'esercito Crociato si avvicina alle mura di Antiochia

I Crociati si precipitarono sul ponte e sbaragliarono i nemici. Presto i diversi corpi dell'esercito crociato invasero entrambe le rive del fiume Oronte, mentre i turchi fuggivano con i loro cavalli ad Antiochia.

Ora i Crociati erano a quattro ore da Antiochia. Il Vescovo Ademaro de Monteil disse: “Andiamo avanti con prudenza e in buon ordine. Abbiamo combattuto molto tardi ieri sera e siamo stanchi e la forza dei nostri cavalli si è esaurita”. Poi assegnò ai Principi e cavalieri l'ordine da seguire durante la marcia.

I cristiani marciarono in una pianura con alla loro destra il fiume Oronte; poco dopo raggiunsero il lago di Antiochia, con alla loro sinistra una piccola catena di colline che li portò sulle montagne della capitale siriana. Antiochia ora era solo ad una distanza di tre quarti d'ora ed i cristiani potevano vedere la cima delle torri e le mura della città.

La vista di Antiochia fece rivivere l'entusiasmo religioso dei Crociati. Era stato qui che l'Apostolo Pietro era stato nominato primo Vescovo della chiesa primitiva, inoltre per molti secoli i pellegrini avevano raggiunto la città per pregare sulla tomba di San Babila. Antiochia era anche famosa negli annali dell'impero romano: la magnificenza dei suoi edifici ed il soggiorno dei vari imperatori gli avevano valso il nome di “Regina d'Oriente”.


i Crociati in vista di Antiochia

Il perimetro complessivo delle altissime mura di Antiochia era di tre leghe e formava un grande ovale. Sul lato sud le mura si sviluppavano su quattro monti e sulla terza cima vi era una fortezza sormontata da 14 torri; praticamente da quel lato la città era imprendibile. Sul lato nord, anche se le mura non avevano le proporzioni spaventose di quelle ad ovest ed est, il fiume Oronte costituiva una difesa naturale.

In passato Antiochia era caduta nelle mani dei Saraceni, ma successivamente era stata ripresa dai Bizantini. Quando i Crociati apparvero davanti alle sue mura, erano passati 14 anni da quando la città era stata conquistata dai turchi.

Con l'avvicinarsi dei cristiani, la maggior parte dei musulmani nelle città e province limitrofe ad Antiochia erano fuggiti con le loro famiglie ed i loro tesori, mentre Yaghisiyan, l'Emiro che governava Antiochia, si era rinchiuso nella città con 7.000 cavalieri e 20.000 fanti.


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