1099: il regno di Goffredo di Buglione
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1099: l'uccisione del cammello

La fama di Goffredo di Buglione era diventata tale che ovunque si raccontavano meravigliosi aneddoti sulla sua forza: uno di questi raccontava che, con un solo colpo della sua spada, avesse ucciso un enorme cammello tagliandogli la testa.

Un potente Emiro, saputo il fatto, pregò il Principe cristiano di rinnovare il gesto davanti a lui. Goffredo non disdegnò di soddisfare la curiosità dell'Emiro musulmano e, con un solo colpo di spada, tagliò la testa di un cammello che aveva portato l'Emiro. Poi, siccome gli arabi credevano che ci fosse qualcosa di magico nella spada di Goffredo, quest'ultimo prese la sciabola dell'Emiro e la testa di un secondo cammello rotolò sulla sabbia.


Goffredo di Buglione uccide il cammello

Allora l'Emiro dichiarò a gran voce che tutto ciò che si raccontava sul capo dei cristiani era vero e che nessun uomo era più degno di lui per comandare le nazioni. Poi vide esposta nella chiesa del Santo Sepolcro quella terribile spada che, a suo tempo, aveva tagliato le teste di cammelli ed ucciso tanti saraceni.


1099: la visita di Baldovino e di Boemondo

Quando Goffredo di Buglione ritornò a Gerusalemme, apprese che Baldovino di Boulogne, Conte di Edessa, e Boemondo di Taranto, Principe di Antiochia, erano partiti per visitare i luoghi santi.

Questi due capi della Prima Crociata che non avevano seguito i loro fratelli in armi alla conquista della Città Santa, arrivarono a Gerusalemme accompagnati da molti cavalieri e soldati della croce che, essendo rimasti a custodire i paesi conquistati, avevano il desiderio di completare il loro pellegrinaggio. A questi illustri guerrieri si era aggiunta una moltitudine di cristiani venuti dall'Italia e da tutte le parti dell'Occidente.


Dagoberto da Pisa e Boemondo di Tatanto

Questa pia carovana, alla quale partecipavano 25.000 pellegrini, aveva molto sofferto sulle coste della Fenicia, ma quando i pellegrini videro Gerusalemme, tutte le miserie che avevano subito vennero dimenticate.

Goffredo di Buglione era talmente contento di vedere suo fratello Baldovino, che festeggiò magnificamente i due Principi per tutto l'inverno. Con Baldovino e Boemondo era arrivato anche Dagoberto, Arcivescovo di Pisa che, a forza regali e promesse, era stato nominato Patriarca di Gerusalemme al posto di Arnolfo di Roeux.

Questo prelato era stato calorosamente sostenuto dalla Santa Sede e la sua ambizione venne presto a creare dei problemi tra i cristiani: in quei luoghi dove Gesù Cristo aveva detto che il suo regno non è di questo mondo, lui si proclamava suo Vicario; per questo voleva regnare con Goffredo di Buglione e chiese la sovranità di una porzione di Giaffa e del quartiere di Gerusalemme chiamato il quartiere del Santo Sepolcro.

Dopo qualche discussione, il devoto Goffredo concesse a Dagoberto quello lui chiedeva in nome di Dio: la Domenica di Pasqua, Goffredo, davanti a tutto il popolo radunato al Santo Sepolcro, dichiarò che, qualora fosse morto senza eredi, la sovranità sulla Torre di Davide e sulla città di Gerusalemme sarebbe passata alla chiesa.

Con l'avvicinarsi della primavera, Boemondo e Baldovino lasciarono la Città Santa; assieme ai pellegrini andarono a raccogliere le palme nella pianura di Gerico, visitarono il fiume Giordano e poi si fermarono un paio di giorni a Tiberiade, dove furono accolti magnificamente da Tancredi d'Altavilla.

La carovana dei Principi passò poi da Cesarea, sino a raggiungere Laodicea, allora sottomessa a Raimondo di Saint Gilles e Tolosa. Lì i pellegrini italiani si imbarcarono sulle navi di Genova e Pisa; Baldovino prese la strada per Edessa e Boemondo quella per Antiochia.

1099: la legislazione di Gerusalemme

Fra gli abitanti del Regno di Gerusalemme vi erano armeni, greci, ebrei, arabi, rinnegati di tutte le religioni ed avventurieri di tutti i paesi. Il Regno che era stato affidato a Goffredo come luogo di pellegrinaggio, doveva difendersi sia dai viaggiatori che dagli stranieri. Era via di transito di grandi peccatori che venivano a sfidare l'ira di Dio e di asilo per i criminali che si sottraevano alla giustizia degli uomini. Gli uni e gli altri erano ugualmente pericolosi quando le circostanze scuotevano le loro passioni o davano luogo a nuove tentazioni.


Goffredo di Buglione in una stampa del XVII secolo

Goffredo di Buglione, secondo lo spirito dei costumi feudali e delle leggi di guerra, aveva distribuito le terre conquistate ai compagni delle sue vittorie, ma i nuovi signori di Giaffa, Tiberiade, Ramla e Nablus riconoscevano appena la sua autorità regale.

Il clero, sostenuto dall'esempio del Patriarca di Gerusalemme, parlava in piena autonomia ed i Vescovi esercitavano, come i baroni, un potere temporale. Alcuni attribuivano la conquista del Regno al loro valore, altri alle loro preghiere, la maggior parte pretendeva l'indipendenza del proprio dominio. Era giunto il momento di opporre un governo regolare a tutti questi disordini.


Goffredo di Buglione tiene la prima assise del Regno di Gerusalemme
(dipinto di Jollivet Pierre-Jules)

Goffredo di Buglione scelse il momento in cui Principi erano riuniti a Gerusalemme: alcuni saggi vennero riuniti nel palazzo di Salomone con il compito di redigere un codice di leggi per il nuovo Regno.

Le condizioni imposte al possesso della terra, al servizio militare nei feudi, alle obbligazioni reciproche tra Re e signori, quelle dei grandi e piccoli vassalli, vennero tutte costituite e regolate secondo il costume dei Franchi.

Quello che più chiedeva Goffredo era che i giudici dovevano dirimere le controversie e tutelare i diritti di tutti. Vennero istituiti due tribunali: uno, presieduto dal Re e composto dalla nobiltà, doveva risolvere le controversie dei grandi vassalli; l'altro, presieduto dal Visconte di Gerusalemme e formato dai principali abitanti della città, doveva regolare gli interessi ed i diritti della borghesia e dei comuni.

Venne poi istituito un terzo tribunale riservato ai cristiani orientali; i giudici dovevano essere nati in Siria, parlare la lingua del posto e pronunciare le sentenze secondo le leggi e le usanze del paese.

Le leggi che vennero date alla città di Davide erano probabilmente uno spettacolo nuovo per l'Asia e divennero anche oggetto di insegnamento in Europa, che rimase sorpresa nel trovare al di là dei mari le proprie istituzioni adattate ai costumi d'Oriente, nel carattere e lo spirito della guerra santa.

La legislazione di Goffredo di Buglione venne infine depositata in pompa magna nella Chiesa della Risurrezione, e prese il nome di “Assise di Gerusalemme”, o “Lettere del Santo Sepolcro”.


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