1100: un nuovo Re per Gerusalemme
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1100: la scelta di un Re per Gerusalemme

Dopo la morte ed i funerali di Goffredo di Buglione, a Gerusalemme iniziò la discussione per decidere a chi doveva appartenere la suprema autorità del Regno. Il Patriarca Dagoberto sosteneva che la sola Chiesa avrebbe dovuto succedere al Principe che era morto e, a sostegno della sua tesi, ricordò l'impregno preso da Goffredo di Buglione.


Baldovino di Boulogne (dipinto di Merry Joseph Blondel)

Tutti coloro che portavano le armi in Gerusalemme non condividevano il parere del Patriarca, perché non si trattava di regnare sulla Città Santa, ma di esporre la propria vita per difenderla; niente era più dubbio dell'impegno strappato a Goffredo da Dagoberto, e nulla era più certo della rovina del Regno circondato da nemici, se non fosse stato governato da un capo pieno di coraggio.

Spinti da questo pensiero, Garnier de Gray, parente di Goffredo e molti altri cavalieri, inviarono degli ambasciatori da Baldovino di Boulogne, Conte di Edessa, per offrirgli la corona ed il governo di Gerusalemme; allo stesso tempo presero possesso della torre Davide e di tutti i luoghi fortificati della Città Santa.

Tancredi d'Altavilla, che il Patriarca aveva attirato nel suo partito, si precipitò a difendere la causa del prelato, ma trovo chiuse le porte di Gerusalemme. Il Patriarca, abbandonato dal popolo e del clero, non trovò altra cosa da fare che chiamare in suo aiuto Boemondo di Taranto, Principe di Antiochia. In una lettera, Dagoberto ricordò a Boemondo l'esempio del suo illustre padre, Roberto il Guiscardo, che aveva liberato il Pontefice di Roma strappandolo dalle mani degli empi. Nella stessa lettera gli raccomandò di usare ogni mezzo, compresa la forza e la violenza, per impedire a Baldovino di Boulogne di venire a Gerusalemme.

1100: la Battaglia di Melitene

La la lettera non poté raggiungere Boemondo, perché nello stesso momento il Principato di Antiochia aveva perso il suo Principe, caduto nelle mani di un potente Emiro.

Infatti, dopo aver conquistato il Principato d'Antiochia nel 1098, il Principe Boemondo di Taranto si era alleato con gli armeni di Cilicia e quando Gabriele, il Governatore armeno di Melitene (oggi Malatya) e la sua guarnigione vennero attaccati da Danishmend Ghazi, Emiro Turco del Beilicato dei Danishmendidi. Boemondo, pur temendo di indebolire le sue forze in Antiochia ma deciso a cogliere l'opportunità di estendere il suo dominio verso nord, mosse verso settentrione nell'agosto del 1100, con solo 300 cavalieri ed un piccolo contingente di fanti.

Il ristretto numero dei suoi soldati gli impedì di inviare in avanscoperta degli esploratori, così che cadde in una imboscata dei turchi guidati da Danishmend Ghazi, che lo circondarono completamente; la maggior parte dei Crociati fu uccisa compresi i Vescovi armeni di Marash ed Antiochia. Il Principe Boemondo fu catturato insieme a Riccardo di Salerno e molti suoi cavalieri e portato in catene nelle prigioni di Neocaesarea nel Ponto (la moderna Niksar).

Boemondo poté inviare una treccia dei suoi capelli a Baldovino di Boulogne, supplicandolo di venire presto in suo aiuto. Immediatamente il Conte di Edessa riunì i suoi guerrieri e, dopo tre giorni di marcia, raggiunse Melitene, ma l'Emiro Danishmend Ghazi, al suo avvicinarsi, aveva tolto l'assedio e si era ritirato portando con sé i prigionieri cristiani. Baldovino di Boulogne per diversi giorni cercò di raggiungerlo, ma poi riprese mestamente la via della sua capitale.

1100: il viaggio di Baldovino per Gerusalemme

Fu al ritorno dalla spedizione a Melitene che Baldovino di Boulogne ricevette gli ambasciatori di Gerusalemme. Questi, dopo avergli comunicato la morte di suo fratello Goffredo di Buglione, gli dissero che il popolo cristiano, il clero ed i cavalieri Crociati lo avevano scelto per regnare nella Città Santa.

Baldovino pianse per la morte di suo fratello, ma presto si consolò al pensiero di succedergli. Cedette la Contea di Edessa a suo cugino Baldovino di Bourg e, senza perdere tempo, partì per Gerusalemme.


Baldovino alla guida dei suoi Crociati

700 uomini armati, ed altrettanti fanti formavano il suo piccolo esercito. La maggior parte dei paesi che stavano per attraversare erano occupati dai musulmani. Gli Emiri di Emesa e di Damasco, avvertiti della cosa si misero in agguato lungo le difficili strade che si affacciavano sul mare della Fenicia.

Lo storico Foulcher di Chartres, che accompagnava Baldovino di Boulogne, descrive con ingenua semplicità la pericolosa situazione dei cristiani durante il viaggio da Beirut alla foce del Lycus, quando dovettero attraversare una stretta e profonda valle, dominata a sud ed a nord da massi di roccia, mentre le rive del Lycus erano piene di musulmani:
“Fingevamo l'audacia e temevano la morte; se i nostri passi erano difficili prima, ora erano ancora più difficili; da ogni parte ci minacciavano i nemici; le loro navi avevano l'altezza delle montagne.
Durante questo giorno i nostri uomini e le bestie non hanno preso alcun riposo o cibo. Per quanto mi riguarda, avrei preferito essere a Chartres o ad Orleans piuttosto che essere lì.”


Baldovino conduce i suoi guerrieri alla vittoria

Tuttavia, Baldovino attirò i nemici in una lunga pianura aperta. Con un'abile manovra finse una ritirata che gli infedeli scambiarono per una disfatta e si lanciarono all'inseguimento; allora le truppe di Baldovino si girarono e piombarono con furia sui musulmani.

 


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