1101: la Crociata dei deboli di cuore
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Ad essi si aggiunse un piccolo gruppo di Provenzali guidati da Raimondo IV di Saint Gilles e Tolosa, uno dei capi della precedente Crociata, ora al servizio dell'Imperatore Bizantino Alessio I Comneno, che venne nominato capo supremo della spedizione. Alessio inviò inoltre una truppa di mercenari Peceneghi, comandati dal generale Tzitas.


Stefano I di Borgogna (dipinto di Merry Joseph Blondel)

A fine maggio le truppe si misero in marcia verso Dorylaeum, seguendo lo stesso itinerario scelto da Stefano II di Blois e Raimondo di Saint Gilles e Tolosa nel 1097. I Francesi avevano esortato i Lombardi a proseguire verso Iconio, ma i Lombardi, il cui contingente era più numeroso, erano determinati a deviare verso Niksar, dove il Principe Boemondo di Taranto era tenuto prigioniero dai Turchi Danishmendidi.

Alla fine, piuttosto che veder andare via i Lombardi da soli, i Francesi accettarono di accompagnarli, malgrado l'opinione contraria di Raimondo IV di Saint Gilles e Tolosa, il quale essendo al servizio nell'Imperatore Bizantino, avrebbe preferito lasciare che il Principe Boemondo continuasse a languire in una prigione Turca.

Inizialmente i Crociati si misero in marcia lungo le coste del mar nero. Il 23 giugno del 1101 conquistarono Ankara e restituirono la città ad Alessio; poi i Crociati si volsero verso nord, dove effettuarono un breve ma infruttuoso assedio della città di Çankiri; quindi si diressero ancora più a nord per cercare di catturare la città di Kastamonu controllata dai Turchi Selgiuchidi. Tuttavia vennero attaccati quasi subito dai Turchi, che li tormentarono per settimane.

Nel mese di luglio un gruppo di Crociati che si era recato alla ricerca di vettovaglie, venne completamente annientato. A quel punto, sotto le minacce dei Lombardi, l'intero esercito Crociato si allontanò dalla costa del mar Nero e si diresse di nuovo verso Niksar, con l'intenzione di salvare Boemondo di Taranto dai Turchi Danishmendidi.

Tuttavia, i Turchi Selgiuchidi, guidati da Kilij Arslan I, rendendosi conto che la disunione tra musulmani era stata la causa della loro incapacità di fermare l'avanzata della Crociata svoltasi tra il 1096 ed il 1099, si allearono con i Turchi Danishmendidi e con Fakhr al-Mulk Radwan, Sovrano Selgiuchide di Aleppo.

la battaglia di Merisvan

All'inizio di agosto del 1101 i Crociati incontrarono le truppe musulmane a Merisvan. I crociati erano organizzati in cinque divisioni: i Borgognoni, i Bizantini ed i mercenari Peceneghi, i Tedeschi, i Francesi ed i Lombardi.

I Turchi Selgiuchidi, che avevano molestato i Crociati per diversi giorni, raggiunsero il luogo prescelto da Qilij Arslan I e distrussero quasi tutto l'esercito Crociato mentre attraversava le montagne di Paflagonia vicino a Merisvan.

Il terreno era buono per il modo di combattere dei Turchi e molto poco adatto per i Crociati. Era un campo aperto, con abbondanza di spazio e le unità di cavalleria Turche potevano manovrare facilmente.

La battaglia durò diversi giorni. Il primo giorno i Turchi bloccarono l'avanzata dei Crociati e li circondarono. Successivamente, il Conestabile Corrado lanciò i suoi Tedeschi ad un attacco che fallì miseramente; non solo non riuscì a sfondare le linee nemiche, ma non fu più in grado di tornare al grosso dell'esercito e si rifugiò in una vicina fortezza. Questo significava che i Tedeschi erano tagliati fuori dalle forniture o da qualsiasi aiuto e non potevano più partecipare ad un attacco combinato di tutti i Crociati.

Il terzo giorno fu più tranquillo, con pochi o nessun serio scontro, ma il quarto giorno i Crociati fecero un intenso sforzo per liberarsi dalla trappola in cui si trovavano. I Crociati riuscirono ad infliggere pesanti perdite ai Turchi, ma il loro attacco alla fine della giornata fu un fallimento. Qilij Arslan I venne raggiunto da Fakhr al-Mulk Radwan e dai potenti Principi Danishmendidi Malik-Ghazi e Karaja. A questo punto i Crociati erano in forte inferiorità numerica.


il Principe Danishmendide Malik-Ghazi

I Lombardi, all'avanguardia, furono sconfitti, i mercenari Peceneghi disertarono, i Bizantini, i Francesi ed i tedeschi si ritirarono. Raimondo IV di Saint Gilles e Tolosa era intrappolato su una roccia e fu salvato grazie all'intervento di Stefano di Blois e del Conestabile Corrado.

Durante la notte, i capi della Crociata decisero di abbandonare il campo di battaglia. Scivolarono via in piccole bande sotto con la copertura delle tenebre, dirigendosi verso le montagne di Paflagonia. Raimondo IV di Saint Gilles e Tolosa, Stefano di Blois e Stefano I di Borgogna fuggirono a nord e raggiunsero Sinope, da dove partirono per Costantinopoli via mare.

La mattina seguente, il quinto giorno della battaglia, i Turchi assalirono il campo Crociato. Con la maggior parte dei cavalieri scomparsi, l'esercito era impotente; le donne, i bambini ed i sacerdoti erano stati abbandonati al triste destino di essere uccisi o ridotti in schiavitù.

Coloro che riuscirono a scappare furono braccati e raggiunti; la maggior parte dei Lombardi, che non disponeva di cavalli, fu ben presto uccisa o ridotta in schiavitù dai Turchi.

Raimondo di Saint Gilles e Tolosa, Stefano di Blois, e molti degli altri grandi signori che erano fuggiti, furono ampiamente criticati per la catastrofe dei Crociati. L'Imperatore Alessio venne accusato di non aver mandato le sue truppe. Alcuni addirittura dissero che Alessio I Comneno aveva avvertito i turchi, non volendo la liberazione dell'odiato Boemondo.

Con questa vittoria Kilij Arslan I aveva potuto vendicare il suo onore e restaurare la sua posizione tra i Turchi Danishmendidi. Ma non poteva godere della sua vittoria, perché sapeva che altri eserciti Crociati stavano per arrivare.


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