1118: il regno di Baldovino di Bourg
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1118: l'incoronazione di Baldovino II

Non appena il Re Baldovino I fu sepolto, il clero e il popolo di Gerusalemme cominciarono a discutere per l'elezione di un nuovo Re. C'erano diversi pareri: alcuni ritenevano che la corona doveva andare ad Eustachio III di Boulogne, fratello di Baldovino; altri pensavano che, in mezzo ai tanti pericoli della Terra Santa, non potevano aspettare un Principe che era così lontano, e pensarono allora a Baldovino di Bourg, Conte di Edessa, che in quel momento era presente nella Città Santa.


Eustachio III di Boulogne (dipinto di Edouard Odier)

Tra quelli che sostenevano la seconda ipotesi, c'era Joscelin de Courtenay, uno dei Conti e Signori del Regno: Joscelin, da quando era arrivato in Asia, aveva combattuto al fianco del Conte di Edessa che in premio gli aveva dato diverse città sull'Eufrate.

Ma, dopo aver tentato di allargare i suoi possedimenti a discapito di Baldovino di Bourg, era stato espulso ignominiosamente dal suo benefattore che lo accusò di ingratitudine e si era rifugiato nel Regno di Gerusalemme, dove aveva ricevuto il Principato di Galilea.

Nonostante la loro precedente ostilità, forse per riparare ai vecchi torti o forse perché sperava di ottenere nuovi benefici, Joscelin diede il suo pieno appoggio a Baldovino di Bourg: parlò ai baroni dicendo che Baldovino apparteneva alla famiglia del defunto Re e che nessuna contea al di là dei mari avrebbe potuto offrire un Principe più degno di amore e fiducia dei cristiani; disse inoltre che le benedizioni del popolo di Edessa lo designavano alla scelta dei baroni e dei cavalieri e che la provvidenza lo aveva inviato a Gerusalemme per consolare il popolo cristiano della morte del fratello di Goffredo.

Questo discorso fece sì che tutti i voti fossero a favore di Baldovino di Bourg il quale, nel giorno di Pasqua ed alla presenza di tutti i fedeli nella chiesa della Resurrezione, fu proclamato Re di Gerusalemme. Baldovino II poi riunì i baroni nel palazzo di Salomone, dove stabilì con loro l'amministrazione del Regno. La Contea di Edessa fu trasmessa a Joscelin di Courtenay.

1119: la battaglia dell'Ager Sanguinis

Mentre il regno di Gerusalemme celebrava in pace l'avvento di Baldovino II, il Principato di Antiochia era nuovamente esposto all'orrore della guerra. I musulmani di Persia, Mesopotamia e Siria che non erano stati scoraggiati dalle loro precedenti sconfitte, marciavano verso l'Oronte, guidati da Ilghazi ibn Artuq, Principe di Mardin e di Aleppo.

Il nuovo Principe di Antiochia, Ruggero di Salerno, figlio di Riccardo, aveva chiamato in suo aiuto il Re di Gerusalemme ed i Conti di Edessa e di Tripoli ma, senza attendere il loro arrivo, ebbe l'imprudenza di iniziare una battaglia la cui perdita avrebbe messo a repentaglio tutte le colonie cristiane. Questa battaglia fu combattuta in un luogo chiamato “Ager Sanguinis” (Campo di Sangue, in latino).

Prima della battaglia, Ilghazi ibn Artuq arringò i suoi soldati, mentre Abu al-Fadl ibn al-Khashshab, Qadi di Aleppo, attraversò i ranghi eccitando con il suo discorso la violenza e la furia dei suoi soldati.

In campo cristiano, l'Arcivescovo di Apamea raccomandò a tutti i guerrieri di confessare i loro peccati e prendere la Comunione, di modo che, dopo essersi fortificati con il pane del cielo, avrebbero potuto vivere o morire come si addiceva ai soldati di Cristo.

In un primo momento i cristiani respinsero i loro nemici. Ma Dio non volle la loro vittoria: mentre gli avversari lottavano con estrema animosità, un enorme vortice di vento si fermò improvvisamente nel mezzo del campo di battaglia, poi scoppiò in aria come una nuvola di zolfo. Questo fenomeno scatenò il terrore fra i cristiani, già sopraffatti dalla moltitudine dei loro nemici.


morte di Ruggero di Salerno

Ruggero di Salerno, che cercava di trattenere i suoi soldati, cadde coperto di ferite, ed alla sua morte seguì la dispersione e la rovina totale dell'esercito cristiano. I musulmani fecero un gran numero di prigionieri.

1119: la battaglia di Hab

L'esercito vittorioso di Ilghazi ibn Artuq si diffuse in tutte le province cristiane. Nel mezzo di questa desolazione generale, il Re di Gerusalemme arrivò ad Antiochia. Questa città aveva perso i suoi più coraggiosi difensori; sotto il comando del Patriarca, alcuni chierici e monaci erano a guardia delle torri, a sorvegliare la sicurezza del luogo, perché diffidavano del popolo armeno e greco che viveva malvolentieri sotto il governo dei Latini.


la battaglia di Hab

La presenza del Re Baldovino II, al quale era stato dato il comando supremo, restaurò l'ordine. Dopo aver provveduto alla difesa della città, visitò la chiesa di Antiochia vestito a lutto. Il suo esercito ricevette in ginocchio la benedizione del Patriarca e tutti lasciarono la città per andare alla ricerca dei musulmani.

Una volta accampati, i cristiani vennero subito raggiunti dai musulmani che intendevano attaccarli. Gli infedeli erano pieni di fiducia nel loro numero, ma i cristiani mettevano la loro speranza nel potere di Dio, specialmente in presenza della Vera Croce che Baldovino II aveva portato con se da Gerusalemme.

Dopo una sanguinosa battaglia, gli infedeli furono sconfitti e dispersi: Ilghazi ibn Artuq era già fuggito durante la battaglia. Questa vittoria diffuse terrore ad Aleppo e nelle mura di Mosul, mentre la Vera Croce, riportata in pompa magna nella Città Santa, annunciò alla popolazione i miracoli che aveva prodotto tra i soldati di Cristo.

Baldovino II, dopo aver dato la pace ad Antiochia, tornò nella sua capitale e, affinché non mancasse nulla alle vittorie dei cristiani, Dio permise che il capo dei temibili turchi, Ilghazi ibn Artuq, terminasse la sua carriera colpito da morte improvvisa.

1120: l'arrivo di Folco d'Angiò

Tra i pellegrini illustri che giunsero in Palestina sotto il Regno di Baldovino II, vi era anche il Conte Folco d'Angiò, spinto in Terra Santa dal dolore per la morte della moglie Eremburga. In Palestina si trattenne per un anno, assieme ad un centinaio di uomini armati che guidò personalmente in battaglia.

Per il suo zelo nel difendere la causa di Cristo seppe guadagnarsi una tale stima tra i cristiani, che Baldovino, che non aveva figli maschi, gli offrì in sposa sua figlia Melisenda e gli promise di riconoscerlo come suo successore. Folco accettò la proposta con gioia e divenne il figlio ed erede del Re di Gerusalemme.


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