1146: la predicazione della Crociata
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Eleonora d'Aquitania
dipinto di Joos van Cleve
(Museo di storia dell'arte di Vienna)

Eleonora d'Aquitania, che accompagnava suo marito Luigi VII, ricevette il segno della croce dalle mani dell'abate di Chiaravalle. Il Conte Alfonso Giordano di Saint Gilles e Tolosa, il Conte Enrico I di Champagne, il Conte di Fiandra Teodorico di Alsazia, il Conte Guglielmo di Nevers, il Conte Rinaldo II di Nevers, il Conte Guglielmo di Ponthieu, il Conte Guglielmo III di Warenne, Arcimbaldo III di Borbone, Enguerrand II di Coucy, Ugo VII di Lusignano, il fratello del Re il Conte Roberto I di Dreux, lo zio del Re il Conte Amedeo III di Savoia ed una gran folla di baroni e cavalieri seguirono l'esempio di Luigi VII e di sua moglie Eleonora.

Molti prelati, tra cui lo storico Simon, Vescovo di Noyon, il Vescovo Goffredo di Langres, il Vescovo Alain di Arras ed il Vescovo Arnoldo di Lisieux, si gettarono ai piedi di San Bernardo, promettendo di combattere gli infedeli.

Le croci che l'Abate di Chiaravalle aveva fatto non furono sufficienti per tutti quelli che si presentarono. Si stracciò le vesti per farne di nuove e molti di quelli intorno a lui cominciarono a fare i loro vestiti a brandelli per soddisfare l'impazienza di tutti i fedeli che si erano accesi al fuoco della guerra santa.

Per conservare la memoria di quel giorno, Ponzio, Abate di Vezelay, costruì sulla collina dove i cavalieri e baroni si erano riuniti, una chiesa che ha dedicò Santa Croce. La tribuna da dove San Bernardo aveva predicato la crociata, rimase esposta alla venerazione dei fedeli fino all'anno 1789.


il Re Luigi VII, in presenza della Regina Eleonora d'Aquitania prende l'orifiamma à Saint-Denis e riceve il bordone
e la bisaccia del pellegrino dalle mani del Papa Eugenio III prima della partenza per la Crociata
(dipinto di Jean Baptiste Mauzaisse)

Dopo l'assemblea di Vezelay, l'Abate di Chiaravalle continuò a predicare la crociata nelle città e nelle campagne vicine. Presto la Francia risuonò del rumore dei miracoli con cui Dio sembrava autorizzare e consacrare la Crociata. San Bernardo veniva visto ovunque come un inviato dal cielo, come un altro Mosè che avrebbe guidato il popolo di Dio.

Tutti i cristiani erano convinti che il successo della Crociata dipendeva da San Bernardo e, in un'assemblea tenutasi a Chartres, i baroni ed i principi deliberarono all'unanimità di dargli il comando della guerra santa. Dissero che i Crociati non potevano non essere vittoriosi se obbedivano agli ordini di un capo a cui Dio aveva dato la sua onnipotenza.

L'Abate di Chiaravalle, che ricordava l'esempio di Pietro l'eremita, rifiutò l'incarico e, visto che aveva paura dell'insistenza dei baroni, parlò al Papa pregandolo di non abbandonarsi ai capricci degli uomini.

Il Papa rispose a San Bernardo che gli bastava “suonare la tromba del Vangelo” per annunciare la guerra. Allora l'Abate di Chiaravalle si occupò solo del completamento della sua missione, portando i suoi sermoni ad un successo così straordinario, che le campagne e le città si spopolarono. Egli scrisse a papa Eugenio: “I borghi e castelli erano deserti, si vedono solo vedove ed orfani i cui mariti e padri sono vivi”.

1146: la predicazione in Germania

Mentre San Bernardo predicava la crociata e nelle province della Francia, un monaco di nome Rodolfo esortava il popolo del Reno a massacrare gli ebrei, che descriveva nei suoi discorsi come alleati dei musulmani e come i nemici più pericolosi della religione cristiana.


Corrado III di Germania

L'Abate di Chiaravalle, temendo l'effetto di questi sermoni, corse in Germania per mettere a tacere Rodolfo. Così come Rodolfo aveva infiammato le passioni della gente, San Bernardo fece sentire la sua voce dicendo che i cristiani non dovevano perseguitare gli ebrei, ma pregare il cielo per la loro conversione, perché la pietà cristiana deve perdonare i deboli e non dichiarargli guerra.

Il predicatore della crociata finalmente mise a tacere il chiassoso monaco Rodolfo e lo rimandò al suo monastero, ricordandogli che il dovere dei monaci non era quello di imprecare ma di predicare e che avrebbe dovuto guardare “le città come prigioni e la solitudine come il loro paradiso”.

Quando San Bernardo era arrivato in Germania, il Sacro Romano Impero cominciava a prendere fiato dopo il lungo disordine che era seguito all'elezione di Lotario. Corrado III di Germania aveva convocato una dieta generale a Spira e l'Abate di Chiaravalle vi andò con l'intenzione di predicare la guerra contro i musulmani e la pace tra i principi cristiani.

San Bernardo esortò ripetutamente Corrado III di Germania affinché prendesse la croce; lo aveva fatto in precedenza in colloqui privati e rinnovò le sue esortazioni nei sermoni predicati in pubblico. Corrado III era indeciso se fare il giuramento di combattere gli infedeli in Asia, citando i recenti problemi del suo Impero, ma San Bernardo gli rispose che era stata la Santa Sede a metterlo sul trono imperiale e, in sua assenza, il Papa e la Chiesa avrebbero continuato il suo lavoro.

Più Corrado III mostrava indecisione, più San Bernardo raddoppiava l'ardore e l'eloquenza per persuaderlo, così che disse: “Mentre tu difenderai la sua eredità, Dio stesso si farà carico di difendere la tua; Lui governerà il tuo popolo e il tuo regno sarà oggetto del suo amore”.


Corrado III riceve dalle mani dell'abate di Chiaravalle il segno della croce

Un giorno che il predicatore della crociata stava dicendo la Messa davanti ai principi ed ai signori convocati a Spira, improvvisamente interruppe il servizio divino e predicò la guerra contro gli infedeli. Al termine del suo discorso parlò del giorno in cui tutte le nazioni della terra si dovevano presentare davanti al tribunale di Dio: “in quel giorno terribile, Gesù Cristo, armato della sua croce e circondato dagli angeli, si rivolgerà a Corrado III di Germania e, ricordandogli le cose buone di cui lo aveva colmato, lo rimprovererà per la sua ingratitudine”.

Corrado, profondamente toccato da quello che aveva appena sentito, si alzò e, con le lacrime agli occhi, disse: “So quello che devo a Gesù Cristo e giuro di andare dove la sua volontà mi chiama”.

La gente, che pensava di essere presente ad un miracolo, cadde in ginocchio e rese grazie a Dio. Corrado III ricevette dalle mani dell'Abate di Chiaravalle il segno della croce, fatto da un drappo che era posto sull'altare e che il cielo stesso aveva benedetto.

Un gran numero di baroni e cavalieri presero la croce sull'esempio di Corrado e, da quel momento, la dieta che sino ad allora si era riunita per deliberare sugli interessi dell'Impero, si occupò solo della salvezza delle colonie cristiane in Asia.


la partenza dei Crociati

Una nuova dieta fu convocata a Ratisbona, dove il Vescovo di quella città lesse la lettera di San Bernardo indirizzata ai fedeli:
“Fratelli miei, devo parlare del caso di Cristo, da cui dipende la vostra salvezza.
Il motivo per cui vi scrivo è quello di parlare a tutti voi, sebbene lo farei più facilmente a voce, se ne avessi la forza ...
Fratelli miei, questo è il tempo in cui Dio ci chiama al suo servizio per salvarci ... L'universo si è mosso, trema perché il Dio del cielo ha cominciato a perdere la terra dove è nato e dove ha vissuto come uomo tra gli uomini per oltre trent'anni ...
Se nessuno si oppone, gli infedeli vorranno distruggere la Città del Dio vivente e rovesciare i monumenti della nostra redenzione ... E voi, uomini coraggiosi, voi servi della Santa Croce, che cosa fate?
Lascerete voi consegnare ai cani ciò che è santo, e le perle ai porci? Lascerete voi che calpestino i luoghi santi liberati con la spada dei vostri padri?
E voi che vi occupate di ammassare i tesori di questo mondo, disprezzate i tesori celesti che vi sono stati offerti? Prendere la croce e tutti i vostri peccati saranno perdonati ...
Scegliete dei comandanti belligeri e qualificati, in modo che la vittoria sia con voi, Nella prima spedizione, prima della presa di Gerusalemme, un uomo di nome Pietro, del quale avete spesso sentito parlare, portò solo coloro che sapevano alzare la voce, e gli uni sono morti di fame, gli altri di spada; Dio vi guardi da una tale disgrazia”
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