1147: la Crociata di Corrado III
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1147: la partenza di Corrado III

Da quando aveva preso la croce, l'Imperatore Corrado III non si occupò d'altro che dei preparativi della sua spedizione. Cosa sorprendente era che la sua pia decisione non era incoraggiata dalla Santa Sede; il Papa si offese talmente con Corrado III perché aveva preso la sua decisione senza consultarlo e, anche quando i Crociati tedeschi superarono le Alpi, non si degnò di onorarli con la sua presenza.


Corrado III

Corrado III fece incoronare suo figlio, il diciassettenne Enrico Berengario, come Re dei Romani e affidò l'amministrazione del suo impero a Wibald von Stablo, Abate di Corvey, la cui saggezza poteva essere paragonata a quella di Sugerio. Dopo queste disposizioni, all'inizio della primavera l'Imperatore partì per Ratisbona.

Portava con se un'armata così numerosa che, secondo il Vescovo e storico Ottone di Frisinga, “i fiumi non erano sufficienti a trasportarli e nelle campagne mancavano gli spazi per contenere tutti i suoi battaglioni”.

Già ambasciatori di Corrado III erano andati a Costantinopoli per annunciare le intenzioni pacifiche del loro sovrano e chiedere il passaggio del suo esercito sul territorio dell'Impero Bizantino.


Manuele I Comneno

L'Imperatore Bizantino Manuele I Comneno, nella sua risposta, lodò le buone intenzioni dei pellegrini tedeschi ed offrì la sua amicizia a Corrado III di Germania.

Dopo questi reciproci scambi di convenevoli, l'esercito di Corrado III avanzò verso Costantinopoli ma, quando raggiunse i confini della Tracia, ebbe di che lamentarsi della perfidia dei Bizantini e questi ultimi della violenza dei Crociati.

Al tempo della prima crociata i Turchi minacciavano Costantinopoli che ottenne l'aiuto dei Franchi; ma da allora la capitale bizantina non era più in allarme e non temeva più l'attacco dei musulmani. Tra l'altro era opinione diffusa in tutte le province dell'Impero Bizantino che i guerrieri dell'Occidente avevano in progetto di catturare Costantinopoli. Questa opinione rendeva molto difficile far convivere in pace ed armonia delle persone che si disprezzavano vicenda e si accusavano reciprocamente di violare i trattati.

Manuele I Comneno era il nipote di Alessio I Comneno, l'Imperatore che regnava al tempo della prima Crociata. Fedele alla politica di suo nonno, più intelligente e soprattutto più dissimulatore, non trascurò alcun mezzo per rovinare l'esercito tedesco.

Nel suo Consiglio, i guerrieri d'Occidente erano visti come uomini di ferro i cui occhi lanciavano fiamme e che versavano torrenti di sangue con la stessa indifferenza che se avessero versato l'acqua. Così che, mentre riceveva gli ambasciatori tedeschi, Manuele si alleava con i Turchi e fece fortificare la sua capitale.

1147: l'arrivo a Costantinopoli

I tedeschi avevano piazzato le loro tende in una pianura a nord-ovest di Silivri, a pochi chilometri di Costantinopoli. Questa pianura era attraversata da un fiume che sfociava nel Mare di Marmara. All'improvviso scoppiò un violento temporale, il fiume divenne un torrente che inondava la vasta pianura, dove l'esercito cristiano stava celebrando la festa dell'Assunta.


l'inondazione del campo dei tedeschi

Il Vescovo Ottone di Frisinga, che era presente, fu ben attento a descrivere questo episodio disastroso: “abbiamo visto le onde che hanno spazzato via ogni cosa sul loro cammino, travolgendo bagagli, uomini e cavalli. Che cosa curiosa è vedere alcuni pellegrini che trovano riparo dall'alluvione nella tenda del Duca di Svevia e che, in mezzo alla desolazione generale, cantano il Salmo che si apre con queste parole: Rallegriamoci, fratelli miei”.

Manuele I Comneno e Corrado III sembravano i successori di Cesare e Costantino, uno spirito di gelosia e di rivalità li animava uno contro l'altro. Questa animosità reciproca era fin troppo ben supportata dall'antipatia tra Bizantini e Tedeschi, tanto che diversi atti violenti avevano segnato il passaggio dei tedeschi attraverso il ricco territorio di Filippopoli.

L'Imperatore Bizantino propose a Corrado di prendere un'altra strada, invece che quella per Costantinopoli: ciò che temeva di più era di vedere l'esercito dei Tedeschi arrivare nella capitale del suo Impero; ma Corrado respinse le preghiere di Manuele.

Allora Manuele, fingendo di essere interessato al disastro dei Crociati accaduto a Silivri, si affrettò ad offrire assistenza a Corrado III, chiedendogli però di precedere il suo esercito per consultarsi insieme sulla Crociata e sulla pace. Corrado rifiutò di lasciare le sue truppe e, con il suo esercito, l'8 settembre arrivò a Costantinopoli, dove si accampò sotto le sue mura.

I Bizantini ed i Tedeschi continuavano a nutrire reciproci sentimenti di diffidenza. Alcuni Tedeschi entrarono in città, altri si aggiravano intorno alle sue mura, altri ancora devastavano le campagne circostanti.

Manuele e Corrado si incontrarono con freddezza; Corrado III si scusò con l'Imperatore Bizantino, affermando che i tedeschi avevano devastato il territorio bizantino a causa della loro indisciplina e non per la malevolenza del loro Imperatore.


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