1174: il Regno di Baldovino IV
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1174: l'incoronazione di Baldovino IV

Il figlio e successore di Amalrico I, anche se non era ancora in grado di governare, ricevette comunque l'unzione reale e, sotto il nome di Baldovino IV, fu incoronato nella chiesa del Santo Sepolcro.


Morte di Almarico I e incoronazione di Baldovino IV

Lo storico Guglielmo di Tiro, che era responsabile della sua educazione, nei suoi testi ci parla della disposizione di Baldovino allo studio della storia e della letteratura. Fin da bambino, amava la verità, la gloria e la giustizia; ma queste buone qualità si persero a causa della lebbra che lo divorava e che lo condannò a governare da solo. Così la storia contemporanea al nome di Baldovino IV, ha aggiunto il titolo di “Re lebbroso”.

Due uomini si disputarono la reggenza del suo regno: Miles de Plancy ed il Conte Raimondo III di Tripoli. Il primo, un nobile di Champagne, era Signore dell'Arabia Sobal; aveva già diretto la politica di Amalrico ed agì come reggente, anche se non ufficialmente, anche per conto di Baldovino IV. Lo storico Guglielmo di Tiro ce lo descrive come “un attaccabrighe e un calunniatore, sempre attivo nel fomentare guai”.

Miles de Plancy si comportava in modo dissoluto e malvagio, era di una arroganza insopportabile e di una presunzione eccessiva; geloso di qualsiasi tipo di autorità, non sopportava che qualcuno si avvicinasse al trono o che esercitasse una certa influenza a corte e tutto questo lo rese odioso a tutti. Nel mese di ottobre del 1174 Miles de Plancy fu trovato morto, trafitto da una spada, in una strada di San Giovanni d'Acri, probabilmente vittima di una faida familiare.


Gugliemo di Tiro e Baldovino IV

In pochi giorni l'Alta Corte di Gerusalemme designò ufficialmente il nuovo reggente: questi era il Conte Raimondo III di Tripoli; Raimondo era discendente del celebre Raimondo di Saint Gilles e Tolosa ed aveva la bravura, l'ambizione ed il coraggio del suo antenato e soprattutto un carattere indomito.

Guglielmo di Tiro ci dice che egli aveva impiegato il tempo trascorso in prigionia ad istruirsi, ma in politica era la vivacità della sua mente ad aiutarlo meglio del suo sapere. Le sue lunghe disgrazie non gli avevano insegnato nulla sulle grandezze umane: più impaziente di governare i cristiani che di sconfiggere gli infedeli, Raimondo chiese una ricompensa per i suoi servigi e vedeva nel diritto di comandare l'unico premio per i mali che aveva sofferto. Nominato per la reggenza e costretto sempre a difendersi dalla gelosia dei suoi avversari politici, si occupò solo del governo del regno.

1174: i progressi di Saladino

Mentre Gerusalemme era quasi senza guida e senza direzione, As-Salih Ismail al-Malik, figlio ed erede di Norandino, che aveva più o meno la stessa età di Baldovino IV, si trovava a Damasco circondato da una folla di Emiri che contestavano la sua autorità e governavano in suo nome.

Saladino, che aveva sposato la vedova di Norandino, si dichiarò protettore di As-Salih Ismail al-Malik e si schierò contro gli Emiri, che accusava di opprimere il giovane Principe.


Saladino

Alla fine essi, un po' per paura di Saladino, un po' per sedurlo, lo chiamarono a Damasco perché riordinasse lo Stato. Ma, una volta divenuto padrone di Damasco, le sue armate partirono dall'Egitto e nel marzo 1175 sottomisero la cittadella di Homs, mentre nel giugno dello stesso anno sottomisero quella Azaz. L'anno successivo misero sotto assedio Aleppo.

Quando gli Emiri che sostenevano As-Salih Ismail al-Malik si resero conto che Saladino aveva oramai accentrato tutto il potere, si affidarono ai pugnali di Hasan-i Sabbah, capo della “Setta degli Assassini”. Questi tentarono di assassinarlo, il 22 maggio 1176, ma Saladino riuscì ad uscire illeso dall'attentato.

Dopo un'inutile spedizione sulle montagne dove aveva rifugio la Setta degli Assassini, Saladino si ritirò al Cairo. Dal Cairo riuscì a convincere i veri credenti che la sua ambizione era quella di difendere la causa dell'islamismo e, quando disse di voler proseguire la missione religiosa di Norandino e di Zenghi, tutti ritennero che doveva essere lui il loro successore.

Il Califfo di Bagdad gli affidò la sovranità delle città conquistate dalle sue armate ed incluse anche la città di Aleppo, dove il figlio ed erede di Norandino aveva trovato il suo ultimo rifugio. Da allora Saladino fu proclamato Sultano di Damasco e del Cairo ed in suo nome si facevano preghiere in tutte le moschee della Siria e dell'Egitto.

Non sappiamo in quale modo i Crociati tentarono arrestare i progressi di Saladino. Guglielmo di Tiro ci dice che, sotto la guida del Conte Raimondo III di Tripoli e del Re di Gerusalemme, vennero intraprese numerose escursioni al di là del Libano.

Nella prima spedizione i cristiani avanzarono sino a Darayya, a cinque miglia da Damasco; nella seconda spedizione i cristiani lasciarono il territorio di Sidone, entrarono nella ricca valle della Beqa' e raggiunsero Baalbek. L'esercito cristiano ritornò a Tiro carico di bottino, portando degli armenti di bovini ed ovini, ma senza aver combattuto il nemico.

Durante quel periodo, Saladino ottenne vittorie importanti, catturò città e province, fondando così, quasi senza resistenza, la formidabile dinastia degli Ayyubidi.

1177: la liberazione di Rinaldo di Châtillon

Nell'anno 1177 Rinaldo di Châtillon, rimasto a lungo prigioniero ad Aleppo, comprò la sua libertà e ricomparve in mezzo ai cristiani. Rinaldo era arrivato in Siria con Luigi VII ed era stato assegnato al servizio del Principe di Antiochia. Costanza, moglie di Raimondo di Poitiers, Principe di Antiochia, aveva notato la bellezza e la cavalleria di Rinaldo e quando suo marito fu ucciso in battaglia, la Principessa prese per marito il giovane cavaliere.


Rinaldo mentre tortura il Patriarca Amalrico

Rinaldo, chiamato così a governare il Principato di Antiochia, si rese odioso al suo popolo per un violento conflitto con il Patriarca Amalrico, per la guerra che aveva fatto sull'isola di Cipro e per numerose escursioni indegne di un cavaliere cristiano.

In una di queste imprese, egli era caduto nelle mani degli infedeli e fu Ayub, il padre di Saladino, che lo prese prigioniero. Quando uscì dalla sua prigionia, sua moglie Costanza era morta da molti anni e ad occupare il trono di Antiochia ora c'era Boemondo III, figlio di Costanza e di Raimondo di Poitiers.

Rinaldo allora si recò a Gerusalemme, dove il ricordo delle sue gesta e la storia delle sue disgrazie lo fecero accogliere con benevolenza dal Re e dai baroni. Lì sposò Stefania de Milly, vedova sia di Umfredo III di Toron che di Miles di Plancy ed erede della signoria di Oltregiordano, della quale facevano parte i castelli di Krak e di Montreal, a sud-est del Mar Morto.


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