1189: la Crociata di Federico Barbarossa
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1189: la predicazione della Crociata in Germania

Dopo aver parlato all'assemblea di Gisors, l'Arcivescovo Guglielmo di Tiro era andato in Germania per sollecitare l'Imperatore Federico Barbarossa a prendere la croce. Federico aveva già mostrato il suo valore in quaranta battaglie e la prosperità a lungo regnò sotto il suo nome; ma la quel tempo non si poteva ottenere la vera gloria se non volgendo lo sguardo verso l'Asia.


l'Imperatore Federico Barbarossa

Federico volle pertanto guadagnare gli elogi dai suoi contemporanei e prese le armi per la liberazione della Terra Santa; probabilmente a queste decisioni contribuirono i rimorsi per i suoi continui litigi con il Papa e il desiderio di riconciliarsi con la Santa Sede.

I tedeschi dimostravano per la Crociata meno entusiasmo degli altri popoli, forse perché conoscevano poco delle miserie di Gerusalemme, o perche sentivano ancora il problema del conflitto tra l'Imperatore ed il Sommo Pontefice.

Guglielmo di Tiro giunse la prima volta in una assemblea che si teneva a Strasburgo, mentre Federico Barbarossa trattava gli affari dell'Impero. Ma né la sua presenza né le sue parole suscitarono molto interesse per la guerra santa e nessuno avrebbe preso la croce, se anche Enrico I di Hasenburg, Vescovo di Strasburgo, non avesse parlato con forte passione circa la necessità di liberare la terra di Gesù Cristo.

Il Vescovo criticò il suo pubblico della colpevole indifferenza alla causa del figlio di Dio e disse ai presenti: “Chi di voi, vedendo il suo legittimo sovrano attaccato, insultato e cacciato dal suo regno, resterebbe immobile? Voi non siete solo sudditi e servi di Gesù Cristo, ma siete i suoi figli, siete il suo sangue e la sua carne e restate silenziosi senza fare niente!”


Goffredo I di Spitsbergen

L'eloquenza del Vescovo di Strasburgo toccò i cuori della maggior parte dei suoi ascoltatori e questi presero la croce, così che l'entusiasmo della guerra santa iniziò a diffondersi anche sulle rive del Reno.

Poco dopo l'Imperatore convocò un'assemblea a Magonza, alla quale parteciparono tutti i principi, i nobili, i prelati ed i rappresentanti del popolo tedesco; l'assemblea venne chiamata “Dieta di Gesù Cristo”. In questa assemblea, Goffredo I di Spitsbergen, Vescovo di Wurzburg, pronunciò delle parole che infiammarono il pubblico.

Era intenzione dell'Imperatore prendere la croce, ma voleva attendere l'anno successivo; ma l'assemblea insisté talmente affinché si impegnasse da subito, che alla fine accettò e, dietro il suo esempio, tutti i presenti decisero di partire.

Intanto le esortazioni di Roma risuonavano in tutte le chiese della Germania; i legati papali, i predicatori ed i rappresentanti della Terra Santa andavano di città in città lamentando la situazione dei cristiani d'Oriente e gli attentati sanguinosi alla Croce di Cristo. Invocavano la Gerusalemme celeste e asserivano che la Crociata era un modo efficace per aumentare il numero degli eletti di Dio, dicendo: “Beati quelli che partono per il sacro viaggio, ma più felici ancora coloro che non faranno ritorno!”

1189: i preparativi per la Crociata

Federico Barbarossa, che aveva partecipato con suo zio l'Imperatore Corrado III alla seconda Crociata, aveva già provato le difficoltà di queste spedizioni lontane e mise tutta la sua attenzione nel cercare di prevenirle, così che alla Dieta di Magonza ed in tutte le assemblee dove si discutevano i preparativi per la guerra, l'Imperatore fece redigere dei saggi regolamenti.


a sinistra Enrico VI, futuro Imperatore
al centro Federico Barbarossa,
a destra Il Duca Federico VI di Svevia

Venne presa ogni precauzione affinché un grande esercito che, dovendo attraversare terre sconosciute, non andasse incontro alla sua rovina a causa dell'indisciplina o per gli ostacoli che doveva trovare lungo la strada.

Un editto imperiale prevedeva che un uomo appiedato e poco adatto all'esercizio delle armi non poteva arruolarsi sotto le bandiere della croce se non aveva abbastanza soldi per provvedere a se stesso per due anni: in questo modo vennero esclusi gli avventurieri ed i vagabondi che avevano causato tanti guai nelle Crociate precedenti.

E siccome vi erano più uomini di quanto fosse necessario, venne permesso ai pellegrini di riscattare con il denaro il voto di andare in Terra Santa. Le cronache tedesche non parlano della decima del Saladino ed il riscatto del voto probabilmente fu uno dei tanti altri modi di far fronte alle spese della guerra. L'Imperatore ed i Crociati si riunirono a Norimberga l'anno seguente, per affrontare gli ultimi preparativi della crociata.


Federico Barbarossa

Vennero chiamati gli ambasciatori di Isacco II, Imperatore di Costantinopoli, affinché venisse concesso il passaggio attraverso le sue terre; venne quindi firmato un trattato nel quale si conveniva che i pellegrini sarebbero stati accolti nelle città e sarebbero stati ospitati nelle case dei Bizantini, che avrebbero fornito loro frutta, ortaggi e legna da ardere, oltre che paglia e fieno per i cavalli; ma nient'altro. Il resto sarebbe stato acquistato dai tedeschi ad un prezzo ragionevole.

I crociati si impegnavano a non fare danni e non esercitare alcuna violenza. Al Duca Federico IV di Svevia, figlio di Federico Barbarossa ed agli altri capi della Crociata era consentito il libero passaggio e, a sua volta, Federico IV di Svevia giurò di difendere la pace e le leggi dell'ospitalità.

Poi l'Imperatore Federico Barbarossa inviò ad Isacco II una nuova ambasciata per ottenere una maggiore garanzia di amicizia. Nel frattempo, il perfido Imperatore Bizantino stava negoziando con il musulmano Saladino un'alleanza con la quale si impegnava a fare la guerra ai Latini.

La partenza venne rinviata di un anno; venne stabilita la città Ratisbona come luogo dell'assembramento generale dei Crociati tedeschi. Da Natale fino a metà Quaresima arrivarono in questa città grandi gruppi di pellegrini, sia a piedi che a cavallo. Federico Barbarossa lasciò il figlio Enrico come reggente dell'Impero e, assieme al suo esercito, si mise in marcia intorno alla Pentecoste del 1189.


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