1197: la Crociata di Enrico VI
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1197: la predicazione della Crociata

Dopo il ritorno di Riccardo cuor di leone, la morte di Saladino aveva riempito l'Occidente di soddisfazione e ravvivato le speranze dei Cristiani. Il Papa Celestino III scrisse a tutti i fedeli annunciando loro che il formidabile nemico della Cristianità era morto e, non considerando la tregua stipulata tra Riccardo cuor di leone e Saladino, comandò ai Vescovi ed Arcivescovi di predicare la Crociata nelle loro diocesi.


il Papa Celestino III

Nelle due lettere scritte all'Arcivescovo di Canterbury ed a tutti gli Arcivescovi e Vescovi d'Inghilterra, il Pontefice diceva: “Noi speriamo e voi dovete sperare che il Signore benedirà le vostre prediche e le vostre preghiere e che getterà l'amo per la pesca miracolosa; che i nemici di Dio saranno dispersi e che quelli che lo odiano fuggiranno lungi dalla sua faccia”.

Poi il Pontefice promise di ricevere nel seno della Chiesa ed assolvere da ogni peccato tutti coloro che sarebbero andati in Terra Santa al servizio di Dio e per contribuire alla difesa della sua causa, concedendo loro gli stessi privilegi ed indulti accordati nelle precedenti Crociate. Infine il Pontefice concluse la sua prima lettera raccomandando al Re d'Inghilterra di mandare in Terra Santa una grande armata e di esortare il suo popolo a prendere la Croce.

Con la seconda lettera il Papa Celestino III comandò, sotto pena di scomunica, a tutti coloro che avevano fatto il voto di andare in Palestina e non l'avevano ancora compiuto, di mettersi subito in viaggio, mentre a chi era impedito impose delle penitenze e chi non voleva partecipare direttamente doveva mandare qualcun altro a sue spese.


l'Arcivescovo di Canterbury Huber Walter

L'Arcivescovo di Canterbury Huber Walter, in una sua lettera mandata all'Arcivescovo di York, gli comandava che facesse una indagine su tutti coloro che avevano promesso andare alla Crociata, scrivendo: “Quando si conosceranno i loro nomi, questi si pubblicheranno nella settimana susseguente alla domenica in cui si canta il Letare Ierusalem ed i preti li esorteranno a riprendere la Croce deposta e predicheranno affinché i Crociati non si vergognino più delle opere dalle quali debbono raccogliere i frutti spirituali. E se i Crociati non obbediranno, siano privati dei santi ministeri e della Comunione nelle prossime feste di Pasqua”.

Dopo il suo ritorno Riccardo cuor di leone non aveva mai dismesso la Croce, simbolo del suo pellegrinaggio; forse si proponeva di ritornare in Terra Santa, ma liberato dalla prigionia e conoscendo le grandi difficoltà ed i pericoli di una spedizione così lontana, rifiutò di intraprendere un nuovo pellegrinaggio, dedicandosi a difendere e dilatare i suoi territori ed a stare in guardia dalle insidie di Filippo Augusto.

I predicatori della Crociata non ebbero in Francia miglior fortuna che in Inghilterra. Riccardo non intendeva partire per il timore che il Re Filippo Augusto tentasse qualche cosa contro le sue terre quando egli era assente e lo stesso timore tratteneva Filippo Augusto in Francia.


l'Imperatore Enrico VI

Solo il Sacro Romano Impero di Germania doveva vendicare i disastri e la rovina dell'armata di Federico Barbarossa. Celestino III sperava di rianimare l'entusiasmo e di convincere l'Imperatore Enrico VI ad intraprendere una nuova guerra santa, così che, benché questo Principe fosse ancora scomunicato, il Santo Padre gli inviò un'ambasceria che fu ricevuta dall'Imperatore con grandi onori.

L'Imperatore sperava che una nuova Crociata avrebbe favorito i suoi ambiziosi progetti sulla Sicilia, dove era cominciata una guerra per la successione: sognava di assoggettare tutte le repubbliche italiane per elevare un florido Impero sulle loro rovine.

Così che Enrico VI, dopo aver reso pubblico il suo proposito di prendere la Croce, convocò una dieta generale a Worms nella quale egli stesso esortò i fedeli ad armarsi per la difesa dei santi luoghi. Durante la dieta, che durò otto giorni, Enrico stesso unì la sua voce a quella dei predicatori della guerra santa. La sua eloquenza e sopratutto la vista di un Imperatore, svegliarono l'entusiasmo dei Tedeschi.

Dopo questa solenne predicazione, l'Imperatore fu il primo a prendere la Croce e come lui fece tutta la sua Corte. Un gran numero di nobili che si trovavano a Worms ne seguirono l'esempio, alcuni per guadagnarsi la grazia di Dio, i più per acquistarsi grazie presso l'Imperatore.

Poi fu predicata la Crociata in tutte le provincie del Sacro Romano Impero e dovunque le lettere del Papa e quelle dell'Imperatore accesero gli spiriti bellicosi del popolo. Mai un'impresa contro gli infedeli era cominciata con tali favorevoli auspici. Lo stesso Enrico VI doveva condurre l'armata in Oriente ed i Crociati, pieni di speranze e di gioia, si preparavano a seguirlo.

1197: la partenza dei Crociati

Alcuni cortigiani consigliarono all'Imperatore Enrico VI di restare in Occidente e comandare la Crociata dall'interno dell'Impero. Enrico inizialmente fece qualche resistenza, ma poi accettò il consiglio e decise di restare in Europa dove era trattenuto da più grandi interessi.


la partenza dei Crociati

Venuto il giorno prescritto alla partenza, l'imperatore, alla testa di 40.000 uomini, si diresse alla volta dell'Italia, dove aveva già disposto tutto per la conquista della Sicilia.

Degli restanti Crociati furono fatti due altri corpi d'armata che, per diverse strade, dovevano andare in Siria; il primo esercito era comandato dal Duca Bernardo III di Sassonia e dal Duca Enrico I di Brabante, l'altro esercito era comandato da Corrado di Wittelsbach, Arcivescovo di Magonza e dal Duca Waleran di Limburg.

Il Duca Bernardo III di Sassonia si imbarcò in un porto delle Fiandre; l'Arcivescovo di Magonza prese la via di terra per giungere in Siria, attraversando il Bosforo a Costantinopoli, da dove l'armata dell'Imperatore Bizantino Isacco doveva trasferirlo a San Giovanni d'Acri.


Margherita di Francia, sorella di Filippo Augusto e vedova del Re Béla III di Ungheria,
parte per la Crociata con gli Ungheresi
(dipinto di Pingret Edouard Henri Théophile)

A questo secondo corpo d'armata lungo la strada si erano uniti gli Ungheresi che accompagnavano la loro Regina Margherita, la sorella del Re di Francia Filippo Augusto che, dopo aver perduto suo marito il Re Bela, aveva fatto voto di vivere unicamente al servizio di Cristo e di finire la sua vita in Terra Santa.


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