1204: l'Impero Latino d'Oriente
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1204: la spartizione del bottino

Costantinopoli era stata conquistata dai Crociati il 10 aprile del 1204, durante la quaresima; compiute le devastazioni e le violenze della vittoria, parve opportuno al clero di invitare i soldati a fare penitenza, i quali, contriti ed umiliati, corsero a piangere la morte dei Gesù in quei templi da loro poco prima spogliati e contaminati con fatti atroci.

Tre chiese erano state scelte perché vi fosse depositato il bottino di Costantinopoli. I capi avevano intimato che tutto il bottino doveva essere portato nei luoghi prescritti, pena la morte di chi si opponeva.

Malgrado ciò la cupidigia aveva superato la paura della morte, per cui i capi furono rigorosissimi nel punire i colpevoli, e il Conte Ugo di Saint-Paul fece impiccare con lo scudo appeso al collo uno dei suoi cavalieri che si era appropriato del bottino.


il Conte Ugo di Saint-Paul fa impiccare
con lo scudo appeso al collo uno dei suoi cavalieri

Dopo le feste di Pasqua il bottino fu diviso tra i Crociati: la quarta parte fu conservata per il futuro Imperatore e la rimanente parte distribuita fra Veneziani e Francesi. Oltre a ciò i Francesi pagarono ai Veneziani i 50.000 marchi d'argento pattuiti con la Repubblica di Venezia, prelevando questa somma dalla loro parte del Bottino.

Nella divisione che si fece fra i guerrieri della Lombardia, della Germania e della Francia, ogni uomo d'arme ebbe una parte equivalente a quella di due cavalieri ed ogni cavaliere la ebbe uguale a quella di due fanti.

Tutto il bottino ascendeva al valore di circa un milione e 100.000 marchi d'argento. Quantunque questa somma oltrepassasse di molto le rendite di tutti i Regni dell'Occidente, era comunque inferiore al valore delle ricchezze accumulate a Costantinopoli. Forse, se i baroni e i signori si fossero accontentati di imporre un tributo ai cittadini, avrebbero potuto raccogliere una somma molto maggiore.

1204: l'elezione dell'Imperatore Baldovino I di Costantinopoli

Frattanto i Crociati, assorti nella ebbrezza della loro vittoria, non si erano accorti dell'errore commesso nel devastare quel paese che doveva essere la loro patria. Ma, non curandosi di questo, si preoccuparono di eleggere l'Imperatore del nuovo Stato.

Vennero nominati dodici elettori, sei dei quali furono scelti tra i nobili veneziani e gli altri sei tra gli ecclesiastici francesi. Questi dodici si riunirono nella cappella del Palazzo di Bucoleone e giurarono sopra i vangeli di fare l'elezione secondo i meriti e le virtù.

Gli elettori proposero tre dei principali capi dell'esercito tra i quali poi dovevano scegliere; il primo era il Doge Enrico Dandolo, reputato meritevole della corona imperiale per l'esperienza, per la saggezza, per i servigi resi alla causa dei Crociati e per essere stato promotore dell'impresa; il secondo era il Marchese Bonifacio del Monferrato, già scelto dai Crociati come loro capo e considerato dai Bizantini come Signore e adatto a risollevare l'Impero dalle sue rovine; il terzo era il Conte Baldovino IX delle Fiandre, che ritenevano adatto alla corona imperiale per le sue parentele con i più potenti monarchi dell'Occidente e perché discendeva da Carlo Magno.


Costantinopoli

Il Conte Baldovino IX delle Fiandre, oltre a ciò era ben voluto dai soldati e dagli stessi bizantini che, nei disordini della conquista, lo celebrarono come campione di castità e dell'onore, come protettore dei deboli e dei poveri, amante del giusto e del vero. Tra l'altro la sua gioventù, se fosse stato eletto, dava la speranza di un regno lungo e felice.

Gli elettori erano già tutti d'accordo ad eleggere Enrico Dandolo, ma ai veneziani non piaceva che un loro concittadino ascendesse all'Impero, considerando che, trovandosi un Veneziano padrone della Grecia e di parte dell'Oriente, sarebbe stato spinoso definire se la Repubblica dovesse obbedirgli, o se egli dovesse essere soggetto alle leggi delle Repubblica.

I Veneziani rendevano giusto tributo alle virtù ed ai meriti di Dandolo, ma lasciarono intendere che, essendo il Doge oramai giunto alla conclusione di una vita piena di belle azioni, doveva piuttosto chiuderla gloriosamente come capo di una Repubblica vittoriosa, piuttosto che come principe di un popolo sconfitto. Così pregarono concordemente gli elettori di eleggere un altro Imperatore scelto fra gli altri capi dell'esercito.

Rimasero dunque in disputa il Conte Baldovino IX delle Fiandre ed il Marchese Bonifacio del Monferrato. I più prudenti temevano che quello che fosse rimasto escluso dal trono, vinto dall'invidia, avrebbe macchinato la rovina del suo rivale. Per prevenire dunque i funesti effetti della discordia, fu preventivamente stabilito che quale dei due principi fosse stato eletto, avrebbe dovuto cedere all'altro, sotto la condizione di rendergli omaggio, la proprietà dell'isola di Candia e di tutte le terre dell'Impero situate oltre il Bosforo.

Stabilito ciò si giunse all'elezione, la quale propendeva già in favore del Marchese del Monferrato; ma i Veneziani, a cui non piaceva il vedere sul trono di Costantinopoli un principe che aveva alcuni possedimenti vicini ai loro confini, fecero notare agli elettori che ai Crociati era più conveniente l'elezione di Baldovino; così che, finalmente, fu eletto il Conte delle Fiandre.

I Crociati erano assembrati davanti al palazzo di Bucoleone, aspettando con impazienza di sapere il nome del nuovo Imperatore, quando a mezzanotte Nivelon de Chérisi, Vescovo di Soissons, presentatosi sotto il vestibolo, disse ad alta voce: “Quest'ora della notte nella quale è nato il Salvatore del mondo, dà la nascita ad un nuovo Impero sotto la protezione dell'Onnipotente. Il vostro imperatore è il Conte Baldovino IX delle Fiandre”.

I Veneziani ed i Francesi fecero grandi grida di gioia, mentre il popolo di Costantinopoli, abituato a cambiare spesso padrone, rimase indifferente. Baldovino fu alzato sopra uno scudo e portato trionfalmente alla chiesa di Santa Sofia, mentre il Marchese Bonifacio del Monferrato seguiva il corteo del suo rivale con generosa sottomissione.


Baldovino IX, Conte delle Fiandre, incoronato Imperatore Latino d'Oriente il 16 maggio 1204
(dipinto di Louis Gallait)

La cerimonia dell'incoronazione fu rimandata alla quarta domenica dopo Pasqua. Intanto si celebrarono splendidamente le nozze del Marchese Bonifacio del Monferrato con Margherita d'Ungheria, vedova di Isacco II Angelo. Si videro per la prima volta in Costantinopoli feste alla foggia d'Occidente e nelle chiese bizantine si udirono canti latini.

Venuto il giorno dell'incoronazione, l'Imperatore Baldovino andò a Santa Sofia accompagnato dai baroni e dal clero. Si celebrarono gli offici divini, poi Baldovino si avvicinò al trono e ricevette la porpora dal Legato pontificio che faceva le veci del Patriarca. Il Legato pontificio, stando in piedi davanti all'altare, pronunziò queste parole: “E' degno di regnare” e tutti gli assistenti in coro gridarono: “E' degno, è degno!”

Le fragorose acclamazioni dei Crociati, i cavalieri in gran pompa, il popolo di Costantinopoli, il santuario spogliato dei suoi antichi ornamenti, resero lo spettacolo di quella incoronazione a un tempo solenne e lugubre, accoppiando in strano modo gli orrori della guerra e i trofei della vittoria. Poi la cerimonia continuò presentando al nuovo Imperatore un piccolo vaso pieno di cenere e di ossa e un fiocco di stoppa accesa, simboli della brevità della vita e della vanità delle grandezze umane.


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