1225: il Regno di Isabella e Federico II
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1225: il matrimonio di Federico II e Isabella di Brienne

Il giuramento che Federico II aveva fatto al pontefice per la liberazione del Santo Sepolcro aveva come principale garanzia il suo matrimonio con Isabella di Brienne, erede del Regno di Gerusalemme.

Nell'agosto del 1225 quattordici navi imperiali raggiunsero San Giovanni d'Acri; queste accompagnavano il Vescovo Jacques di Patti, che celebrò immediatamente il matrimonio per procura dell'Imperatore Federico II con Isabella di Brienne, che nell'occasione venne incoronata come Imperatrice.


le navi imperiali partono per Brindisi

Poi le navi imperiali ripartirono verso Brindisi, accompagnando Isabella, suo padre Giovanni di Brienne e diversi membri della famiglia reale. Le navi giunsero a Brindisi il 9 novembre 1225 dove, con la benedizione del clero e l'acclamazione del popolo, nello stesso giorno venne celebrato ufficialmente il matrimonio.

Poco tempo dopo Isabella fu incoronata Imperatrice e Regina di Gerusalemme dal Pontefice nella chiesa di San Pietro. Tutti i Cristiani d'Occidente ne ricevettero la notizia con gioia, immaginandosi che da tale unione potessero sorgere nuove vittorie che i Crociati avrebbero conseguito contro gli infedeli.

Giovanni di Brienne, che aveva assistito alla cerimonia del matrimonio, si rallegrò per avere un Imperatore come genero, che sicuramente lo avrebbe appoggiato nella guerra santa, ma presto se ne ebbe a pentire.

Il giorno successivo al matrimonio, Federico II privò Giovanni di Brienne della reggenza del Regno di Gerusalemme, nonostante le promesse fattegli con le quali gli aveva dichiarato che lo avrebbe lasciato regnare fino alla sua morte.


il corteo nuziale di Isabella di Brienne

Al Pontefice faceva piacere che Federico trovasse nuovi nemici che lo tenessero occupato e solo in apparenza fece dei deboli tentativi da pacificatore, così che l'Imperatore poté espropriare Giovanni di Brienne dei suoi poteri di reggente e farsi riconoscere come Re di Gerusalemme. A governare le cose di Palestina inviò il suo luogotenente Ugone de Montbéliard.

1226: la situazione in Europa

Federico II proseguiva con grande ardore i preparativi per la spedizione in Terra Santa. In tutti i regni di Europa si predicava la Crociata in nome del Pontefice, il quale scriveva anche particolari lettere a tutti i Principi esortandoli a porre fine alle loro inimicizie e volgere tutti i pensieri alla santa impresa.

Visto che erano ricominciate le ostilità fra l'Inghilterra e Francia, il Papa Onorio III comandò a Luigi VIII di deporre le armi, minacciando di scomunicarlo se non si riappacificava col suo nemico.

Il Re di Francia, dando poco peso alle minacce del Pontefice, mosse alla conquista dell'Aquitania e, mentre le folgori ecclesiastiche scoppiavano sopra il suo capo, in tutte le chiese del regno il popolo e il clero rendevano pompose grazie a Dio delle nuove vittorie del Re di Francia.

Ma l'ostacolo alla partenza dei Crociati francesi non era solamente la guerra contro gli Inglesi; vi era anche quella contro gli Albigesi, e quella era molto più terribile e difficoltosa.


Luigi VIII arriva a Londra per concludere la tregua

Quando finalmente Luigi VIII concluse una tregua con l'Inghilterra, si decise a prendere la Croce, ma allora fece voto non di portare le armi contro gli infedeli dell'Asia, bensì contro gli eretici della Linguadoca, sembrandogli ugualmente giusto e più utile combattere i nemici della religione senza uscire dal suo Regno e col vantaggio di poter fare conquiste che avrebbero accresciuto i suoi possedimenti. I signori e i baroni seguirono il Re nelle provincie meridionali della Francia e nessuno si dette più pensiero per Gerusalemme.

Nel medesimo tempo i messi del Pontefice e quelli dell'Imperatore esortavano i popoli della Germania alla Crociata. Dapprima le loro predicazioni ottennero buoni frutti, ma poi i popoli cominciarono a disinteressarsene e ciò perché i predicatori, muniti dalla Santa Sede di pieni poteri, arruolavano alla Crociata chiunque si presentava, non rifiutando gli scellerati più noti ed ogni gente di malaffare.

E questo, anche se era stato già praticato in passato da San Bernardo, ora sembrava una cosa indegna, visto che erano variati i tempi, le opinioni e i costumi. Tale modo di agire, non produsse altro effetto che raffreddare lo zelo dei veri difensori di Gesù Cristo.

Miglior risultato degli altri lo ottennero i missionari che predicavano la Crociata in Inghilterra, questo grazie anche ai vari prodigi o fenomeni che favorirono le loro predicazioni. Si raccontava che fosse stato visto in cielo un Crocifisso luminoso con i segni delle cinque piaghe del Salvatore e questo esaltò molto le menti del popolo, tanto che più di 60.000 Inglesi, conosciuto tale prodigio, presero la Croce.


la guerra tra Mori e Cristiani

Nella Spagna continuavano le guerre tra Mori e Cristiani. I Mori erano sostenuti dai rinforzi provenienti dall'Africa, mentre i Cristiani ricevevano in rinforzo i cavalieri ed i soldati francesi. Ogni giorno accadevano nuove battaglie e nessuno pensava a soccorrere Gerusalemme.

In Italia invece dell'entusiasmo religioso ferveva l'entusiasmo per libertà. Le piccole repubbliche combattevano fra loro per la propria indipendenza o per avidità di nuove terre. Le città erano piene di divisioni faziose ed ogni fazione voleva essere arbitra del governo e amministrarlo a suo modo. Due principali fazioni comprendevano tutte le altre: Guelfi e Ghibellini: i primi sostenevano il Papato, i secondi l'Impero.

Le città Lombarde riunite nella potentissima Lega Lombarda resistevano alla tirannide di Federico II e lo trattenevano occupato in Occidente. Il Papa Onorio III si adoperò in ogni modo per spingere i feroci repubblicani lombardi al soccorso della Terra Santa, ma non ottenne altro da loro che vaghe promesse.

1227: la prima partenza di Federico II

Sebbene nei popoli non vi fosse più l'antico fervore per le Crociate, si poteva ancora raccogliere un poderoso esercito riunendo insieme tutti i guerrieri che avevano preso la Croce nelle varie contrade d'Europa.

Questi Crociati si dovevano riunire nel porto di Brindisi dove si preparavano le navi per il loro trasporto in Oriente. Appena giungevano nel territorio napoletano, l'Imperatore li riforniva di viveri e di armi.

Tutto era ormai pronto per la partenza quando il Papa Onorio III morì. Il Papa Gregorio IX, che gli successe, era molto simile di carattere ad Innocenzo III e, giunto sulla cattedra pontificale, rivolse subito i suoi pensieri al proseguimento della crociata.


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