la Crociata del Re di Navarra
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1235: la predica di una nuova crociata

Contemporaneamente si predicava con gran fervore la Crociata. Il Sommo Pontefice dichiarò traditori tutti quelli che non facevano tutto quello che era in loro potere per soccorrere la Terra Santa e obbligò tutti i fedeli dell'uno e dell'altro sesso a pagare ogni settimana un denaro per le spese della spedizione.


Gregorio IX

I predicatori esclusivi della Crociata erano i frati domenicani e francescani, i quali ricevettero dal Pontefice non solo la facoltà di dare la Croce, ma anche di commutare il voto del pellegrinaggio in somme o elemosine di danaro; oltre a ciò, avevano la facoltà di accordare le indulgenze ai fedeli che li ascoltavano.

Per ordine del Pontefice questi nuovi missionari venivano ricevuti nei monasteri e nelle città con pompa e solennità ed il Clero doveva incontrarli con i gonfaloni e gli ornamenti sacri più belli. Però, forse perché tale magnificenza corrompeva la semplicità e austerità dei loro costumi, o che il popolo vedeva mal volentieri in tanta pompa quelli che erano soliti vedere coperti della evangelica povertà, i nuovi predicatori non trovarono né seguito, né reputazione.

E perché si mostravano molto più pronti a ricevere le elemosine che a dispensare le Croci, cominciò a correre la voce che raccoglievano denaro a loro beneficio e che la Crociata non era altro che un pretesto per mungere le borse del popolo, per poi favorire e corroborare la setta dei Guelfi.

Mentre in tutta Europa si predicava la nuova Crociata, la Francia aveva già consumato le sue forze nella guerra contro gli Albigesi. Inoltre, essendo il Re Luigi IX ancora in minore età, i grandi vassalli del regno si erano alleati nella speranza di togliersi da torno il giogo della corona.

Capi di questa lega erano il Duca Ugo IV di Borgogna, Tebaldo, Conte di Champagne e Re di Navarra ed il Baillistre di Bretagna, Pietro di Dreux, che per le sue liti col clero era stato sopranominato Mauclerc.

Bianca di Castiglia, reggente per conto di Luigi IX, combatté la coalizione dei baroni semplicemente dividendola. Infatti alcuni di essi, tra cui Tebaldo, divennero sostenitori della regina. Così che i capi della lega, non sapendo che farsi, né sperando più potere soddisfare alle loro ambizioni in Francia, decisero di prendere la Croce e andarsene in Palestina.


Tebaldo di Champagne

Tebaldo di Champagne era reputato tra i migliori trovatori. Nelle sue poesie celebrava i gli amori profani secondo la consuetudine del tempo e la dama “dei suoi pensieri” come lui la chiamava, si crede che fosse proprio la Regina Bianca di Castiglia, moglie del Re di Francia Luigi VIII e madre di Luigi IX.

Tebaldo, dopo aver deciso di andare in Oriente, abbandonò i consueti argomenti delle sue poesie e si mise a cantare le lamentazioni di Gerusalemme, concitando gli animi dei pellegrini alle glorie militari.

L'esempio del Duca Ugo IV di Borgogna, del Baillistre di Bretagna Pietro di Dreux e le poetiche esortazioni di Tebaldo, aiutate dalle prediche dei missionari, risvegliarono come un lampo nelle province della Francia l'antico entusiasmo per le Crociate.

Il Conte Enrico II di Bar, il Conte Guigues IV di Forez e di Nevers, il Conte di Mâcon Jehan de Braine, Il Conte Amalrico IV di Montfort, il Barone Geoffroy III d'Ancenis e molti altri baroni e signori presero la Croce e promisero andare in Asia a combattere i musulmani.

Visto che la predicazione della Crociata era stata screditata da molti abusi con il pericolo che nessuno partecipasse più alla santa spedizione, si convocò un Concilio a Tours, per estirpare tutte le malvagità nella loro origine.

Per prima cosa il Concilio stabilì che qualsiasi Crociato preso dalla giustizia si doveva rimettere all'arbitrio di un giudice ecclesiastico che, senza rispetto a qualsiasi privilegio, lo poteva condannare e togliergli anche la Croce se lo riconosceva reo di omicidio o di qualche altro delitto contro alle leggi umane o divine.

Poi il Concilio proibì, sotto pena delle censure ecclesiastiche, che si maltrattassero i Giudei o si spogliassero dei loro beni. Oltre a ciò, il Concilio vietò la commutazione del voto di pellegrinaggio in danaro, affermando che tale commutazione dava troppo scandalo alla Cristianità; ma il Pontefice dichiarò la sua opposizione e il veto non ebbe effetto.

1238: il declino di Costantinopoli

Mentre i Crociati si preparavano alla loro partenza, l'Impero dei Latini a Costantinopoli precipitava verso il suo tramonto. Dopo il regno del Conte Baldovino IX delle Fiandre e del suo fratello Enrico di Hainaut, nel 1217 la famiglia di Curtenay ascese al trono.

Pietro II di Curtenay Conte di Auxerre, mentre andava a Costantinopoli per prendere la corona di Imperatore, fu catturato in Macedonia e ucciso per ordine di Teodoro Comneno Ducas, Despota di Epiro. Poco dopo l'Imperatrice Yolanda di Hainaut, la quale era andata a Costantinopoli per mare, morì di dolore, avendo saputo della tragica fine del marito.


Roberto di Curtenay

Nel 1221 Roberto di Curtenay, secondo figlio di Pietro, ascese al trono, ma fu vinto da Giovanni Ducas Vatatzes, Imperatore di Nicea e perse tutte le provincie oltre il Bosforo e l'Ellesponto. Nel medesimo tempo il Despota di Epiro si impadronì della Tessaglia e di una gran parte della Tracia. Costantinopoli era quasi assediata dai Greci di Nicea e dai barbari del monte Emo.


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