le invasioni dei Mongoli
(pagina 1 di 2)

le orde dei Mongoli

Le orde dei Mongoli durante la sesta Crociata avevano effettuato diverse scorrerie in varie contrade dell'Asia e i progressi delle loro armate esercitarono molto influsso sugli stati musulmani della Siria e dell'Egitto, che allora erano in guerra con i Cristiani. Al momento di cui si parla, il suono delle loro vittorie aveva scosso tutto l'Oriente e diffuso il terrore nelle aree più remote d'Europa.

I Mongoli abitavano le vaste regioni comprese tra il monte Imaus, la Siberia, la Cina e il mare di Kamcatka. Erano divisi in varie nazioni le quali si vantavano tutte d'una medesima origine ed ognuna era governata da un Khan o capo supremo.

Si componevano di molte tribù rette da un capo particolare che chiamavano Myrza. Bastavano ad ogni loro bisogno la cacciagione, il latte delle loro giumente e le carni dei loro armenti. Vivevano in famiglie sotto le tende e non avevano abitazioni fisse, ma si spostavano da un luogo all'altro con i loro armenti portandosi dietro mogli, figli ed ogni loro masserizia.

In estate si muovevano verso le contrade settentrionali e si accampavano sulle sponde di un lago o sulle rive di un fiume; nell'inverno andavano verso est e si fermavano alle falde delle montagne per avere riparo dai venti gelati del nord.

I capi delle orde mongole si incontravano ogni anno in autunno o in primavera e in tali riunioni, che loro chiamavano “couraltai”, prendevano le decisioni sulle migrazioni delle tribù, sulla distribuzione dei pascoli, sulla pace o sulla guerra. Si decidevano anche le leggi, sopratutto per mantenere il potere dei capi e la disciplina nelle milizie.

I Mongoli credevano in uno Dio sovrano del cielo, al quale non facevano né preghiere né sacrifici, ma avevano comunque delle cerimonie religiose, dedicate ad una grande moltitudine dei loro spiriti, che credevano abitassero l'aria, la terra e le acque.

Le loro case erano piene di idoli che si scolpivano rozzamente da se stessi e che portavano con loro in ogni migrazione e che ritenevano guardiani delle loro greggi, degli schiavi e delle famiglie.

I loro sacerdoti, esperti della magia e dell'astrologia, predicevano l'avvenire ed si esercitavano ad offuscare le menti con sortilegi. La religione non inculcava alcuna morale; quei popoli non avevano alcun monumento sacro, nessun libro religioso e nessun altro segno delle cose divine. Seppellivano per lo più i morti dove si trovavano, coprendoli con la sabbia del deserto e non facendo loro alcun funerale.

I Mongoli non avevano regole riguardanti i confini dei pascoli e di conseguenza nascevano fra di loro frequenti contese e gelosie che spesso si sviluppavano in guerre civili.

I loro accampamenti, i viaggi, la caccia, erano simili a spedizioni militari ed avevano una tale destrezza nello stare a cavallo che a cavallo si cibavano e persino dormivano senza cadere.

Avevano archi pesantissimi con i quali dimostravano la loro forza e vigore; saettavano le loro frecce acuminate a grandissima distanza e con tale perizia che colpivano gli uccelli in volo e gli orsi e le tigri del deserto in corsa. Ordinati in schiere, combattevano usando una strategia che simulava la fuga per poi tornare ad attaccare, ottenendo quasi sempre la vittoria. Benché non edificassero città, sapevano però costruire macchine da guerra formidabili e conoscevano tutte le arti per condurre un assedio.

Nelle loro spedizioni non avevano ostacoli né dall'inclemenza delle stagioni, né dalle montagne, né dai precipizi, né dalla profondità dei fiumi, che attraversavano sopra imbarcazioni di cuoio.

Un po' di latte stemperato nell'acqua bastava al nutrimento di un cavaliere per più giorni; né avevano altre vesti che quelle fatte di pelli di montone o di orso, o di feltro ruvido.

I guerrieri obbedivano ciecamente ai loro capi; erano divisi in dieci, cento, mille, diecimila. Era soldato chiunque poteva usare arco e lancia. Secondo la loro legislazione militare, non potevano far pace col nemico se non dopo averlo vinto; chi fuggiva durante la battaglia o abbandonava i compagni nel pericolo, era punito con la morte.

I Mongoli disprezzavano tutte le altre nazioni ed immaginavano che tutto il mondo dovesse essere soggetto a loro. Secondo alcune opinioni tradizionali, le orde dei Mongoli abbandonavano le terre del nord ai morti da loro lasciati nei deserti e si inoltravano continuamente verso sud, in cerca di nuove conquiste.

Il territorio e le ricchezze degli altri popoli stimolavano la loro cupidigia e, non possedendo ricchezze o territori, non avevano da perdere nulla con i loro nemici.

Non si attaccavano ad alcun paese e si spostavano da un luogo all'altro senza alcuna difficoltà, portando sempre con loro la loro patria ovunque andavano, la quale consisteva nella presenza delle loro mogli, dei figli, delle greggi e degli idoli.

In passato le orde dei Mongoli avevano più volte invaso le regioni dell'India, della Cina e della Persia e avevano portato le loro devastazioni fino nell'Occidente. L'ambizione di un capo, lo scarseggiare dei pascoli, le predizioni di un indovino, bastavano a muoverli e a spingerli verso regioni lontane. Nel loro cammino distruggevano e sterminavano tutto ciò che trovavano.

L'epoca in cui i Mongoli furono più che mai formidabili, fu durante il regno di Gengis Khan. Le sue prime imprese furono contro la Cina, che invase per due volte, per poi diventare una delle provincie del suo Impero.

La conquista e distruzione della Corasmia venne subito dopo quella della Cina. Dopo questa conquista Gengis Khan decise di fare una terza spedizione contro la Cina che gli si era ribellata, allorché la morte venne a interrompere i suoi disegni nell'anno 1227. Gli successe nell'Impero il suo primogenito Ögedei Khan.


LA STORIA DELLE CROCIATE LE CROCIATE DEL NORD LA STORIA DELLA RECONQUISTA
I CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO I CAVALIERI DI SAN LAZZARO I CAVALIERI OSPITALIERI
I CAVALIERI TEMPLARI I CAVALIERI TEUTONICI I CAVALIERI DI SAN TOMMASO I MONACI CISTERCENSI
I CAVALIERI PORTASPADA I FRATELLI DI DOBRZYN L'ORDINE DI SANTIAGO L'ORDINE DI CALATRAVA
L'ORDINE DI ALCANTARA L'ORDINE DI MONTESA L'ORDINE DEL CRISTO L'ORDINE DI SAN BENEDETTO DI AVIS