1248: partenza e permanenza a Cipro
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1248: la partenza della flotta Crociata

Quando tutti i Crociati furono imbarcati, fu dato il segno della partenza e i marinai, secondo la consuetudine allora osservata nei viaggi marittimi, cantarono a pieno coro il “Veni Creator” e spiegarono le vele.


Luigi IX i si imbarca ad Auigues-Mortes

A quel tempo la Francia non aveva navi proprie; i marinai e i piloti erano quasi tutti o Italiani o Catalani; due ammiragli genovesi svolgevano le funzioni di comandanti ed ammiragli. La maggior parte dei cavalieri che non avevano mai visto il mare, erano pieni di stupore e di spavento e invocarono tutti i santi del paradiso e raccomandavano la loro anima a Dio.

Jean de Joinville non nascose la sua paura e non poté trattenersi dal dire che: “E' un pazzo chi, avendo qualche peccato sulla sua anima, va in tale pericolo, perché se si addormenta in una notte, nessuno sa se la mattina dopo si trova sul fondo del mare”.

1248: l'arrivo a Cipro

Luigi IX si imbarcò ad Aigues-Mortes il 25 agosto del 1248 e giunse a Cipro il 21 settembre.

Il Re Enrico I di Cipro, nipote di quel Guido di Lusignano che aveva ottenuto il Regno di Cipro nella terza Crociata, andò a ricevere il Re di Francia a Limassol e lo condusse nella sua capitale Nicosia, tra le acclamazioni del popolo, della nobiltà e del clero di Cipro.


Luigi IX si imbarca per Cipro

Pochi giorni dopo fu tenuto un consiglio nel quale fu deciso che si dovesse per prima cosa assaltare l'Egitto. Le sventure subite dai Crociati nella guerra precedente sulle rive del Nilo, non spaventarono né il Re di Francia né i baroni.

Tale decisione piacque molto al Re Enrico I di Cipro che, essendo stato eletto recentemente dal Pontefice Re di Gerusalemme in contrapposizione a Federico II, sperava che, con la rovina dell'Egitto, avrebbe potuto più sicuramente godersi il suo nuovo regno.


Luigi IX incontra Enrico I

Il Re di Cipro, intendendo accompagnare i Crociati francesi e partecipare alle loro conquiste, fece quindi predicare la Crociata nel suo regno e propose al Re di Francia e ai baroni di rinviare la loro partenza fino a che egli non avesse finito i suoi preparativi.

Poi i signori e prelati di Cipro, avendo tutti preso la Croce, si presentarono al Re Luigi e gli promisero di accompagnarlo per la primavera successiva.

Il Re e i signori francesi si mostrarono poco disposti ad indugiare ma i ciprioti, con le loro offerte di amicizia, con le lusinghe e con le preghiere, tanto si adoperarono che fu prorogata la partenza fino al giungere della buona stagione.

1248: la permanenza a Cipro

Frattanto a Cipro si facevano tutti i giorni feste e banchetti nei quali i nobili di Cipro mettevano in mostra tutte le sontuosità delle Corti d'Oriente.

La molle fertilità dell'isola, il delizioso vino di Cipro, la seducente avvenenza delle donne e la loro cortesia fecero i soliti effetti che sono usi fare agli eserciti, che male si possono vincere col ferro, ma bene si vincono con la lascivia e l'ozio.


Luigi IX (da una vetrata nel cimitero
di Montmartre a Parigi)

Fu bene e presto riconosciuto dai capi l'errore commesso nel fermarsi a Cipro. In quella eccessiva abbondanza di viveri e di seduzioni i Crociati si erano abbandonati ai bagordi e alla lussuria; la disciplina militare si era allentata e, a peggiorare le cose, si era aggiunta la pestilenza che fece una strage di Crociati.

Perirono oltre 250 cavalieri, tra i quali c'erano il Conte Pietro di Vendome, il Vescovo Roberto di Beauvais, il Maresciallo di Francia Giovanni II des Barres e il Signore Arcimbaldo IX di Borbone, la cui contea divenne in seguito eredità dei figli di Luigi IX.

Molti baroni e cavalieri, avendo speso e profuso il loro danaro nei piaceri di Cipro, non avevano più il modo di pagare i loro soldati. Il Re Luigi li soccorse prontamente; Jean de Joinville, al quale erano rimasti solo 12 tornesi d'oro, ne ebbe dal monarca altri 800, somma allora considerevole.

Il Re Luigi si preoccupò anche di acquietare con le sue finanze molti altri signori che, costretti ad andare alla Crociata, avevano venduto le loro terre ed ora cominciavano amaramente a pentirsene.

Ma il tesoro del Re non poteva sopperire a tutti i malcontenti. La maggior parte di quelli che avevano soldati a loro spese, non potevano più sostenere quella lunga dilazione e chiedevano di partire per le coste di Siria e d'Egitto, sperando di rifarsi delle loro spese con il bottino che avrebbero catturato ai musulmani.


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