1254: il ritorno in Francia di Luigi IX

La morte della Regina Bianca obbligava il Re Luigi a ritornare nei suoi Stati; le notizie che riceveva dall'Occidente gli facevano sapere che la sua presenza diveniva ogni giorno più necessaria.

Si era riaccesa la guerra per la successione della Fiandra e la tregua con l'Inghilterra era scaduta; oltre a ciò il Re Luigi non aveva più nulla da intraprendere in Palestina, così che volse i pensieri a ritornarsene nel suo regno ma, diffidando del proprio giudizio, prima di decidersi definitivamente volle consultare la volontà di Dio.

Si fecero processioni e preghiere nelle città cristiane di Palestina affinché il cielo si degnasse di illuminare i suoi consiglieri. Il clero e i baroni del Regno di Gerusalemme, persuasi che la presenza del Re Luigi non fosse più necessaria e che il suo ritorno in Occidente avrebbe potuto risvegliare l'entusiasmo dei guerrieri francesi per nuova Crociata, gli consigliarono di ritornare in Francia, esprimendogli la loro sincera gratitudine per tutti i servigi che aveva reso alla causa di Gesù Cristo negli ultimi cinque anni.

Luigi, preparandosi alla partenza, decise di lasciare in Terra Santa 100 cavalieri sotto il comando di Goffredo di Sargines, che poi combatté per trenta anni i mussulmani e divenne viceré del regno di Gerusalemme.

Era la primavera del 1254 quando il Re partì da Sidone e andò a San Giovanni d'Acri, accompagnato dalla Regina Margherita e dai tre figli che erano nati in Oriente. Una flotta di quattordici navi era pronta per ricevere lui e le sue genti.

Giunto il 25 aprile del 1254, giorno prefissato per la partenza, il Re, accompagnato dal Legato Pontificio, dal Patriarca di Gerusalemme e da tutti i signori e cavalieri della Palestina, si incamminò verso il porto fra una moltitudine immensa accorsa per vederlo.

La gente rammentava le virtù delle quali il Re aveva dato l'esempio e sopratutto la sua bontà verso gli abitanti di Palestina, che aveva trattato come suoi sudditi.

Alcuni manifestarono la loro gratitudine con forti acclamazioni, altri se ne stavano taciturni; tutto il popolo dolente della sua partenza, lo proclamò padre dei cristiani e supplicò al cielo di spargere le sue benedizioni sulla famiglia del virtuoso monarca e sul regno di Francia.

Il Re mostrava nel volto la sua partecipazione al rincrescimento dei cristiani di Terra Santa, li consolò con dolci parole e li ammonì con buoni consigli, dolendosi di non aver fatto abbastanza per la loro causa e sperando che un giorno Dio lo giudicasse degno di compiere l'opera della loro liberazione.

Finalmente la flotta spiegò le vele. Il Re aveva ottenuto dal Legato la facoltà di portare con se il Santissimo Sacramento per assistere i malati e i moribondi.

Avvicinandosi la flotta all'isola di Cipro, la nave sulla quale era il Re urtò violentemente un banco di sabbia. Tutti i marinai ne furono spaventati; la Regina e i suoi figli gridarono spaventati, ma il Re Luigi s'inginocchiò davanti all'altare sul quale aveva fatto conservare Santissimo Sacramento e pregò Iddio.

La nave fu esaminata e la si trovò molto danneggiata; allora i piloti sollecitarono il Re ad abbandonarla; ma egli, vedendo che i marinai non volevano abbandonare la nave, decise di rimanere a bordo con loro, dicendo:
“Non vi è nessuno qui dentro che ami tanto il suo corpo come io amo il mio: se io scendo, vorranno scendere anche tutti gli altri e non rivedranno più la loro patria; voglio mettere me, la Regina e i miei figli nelle mani di Dio, piuttosto che fare tale danno a quelli che sono qui dentro”.

Queste parole ravvivarono il coraggio dei marinai e dei pellegrini, così che il viaggio poté continuare.

Superata la Sicilia, la flotta temeva di avvicinarsi alle coste di Tunisi, come se un segreto presentimento avesse ammonito i Crociati delle sventure che li aspettavano su quella spiaggia in un'altra spedizione più disastrosa.

Una tempesta mise la flotta in pericolo di naufragio: la Regina Margherita allora fece voto di offrire una nave d'argento alla basilica di Saint Nicolas in Lorena e pregò Jean de Joinville di farsi suo garante presso il patrono dei naufraghi.

Ma mentre tutti erano in grande desolazione, il Re Luigi si concentrò nella sua religiosa filosofia e, quando il pericolo fu passato, disse ai suoi compagni:
“Vedete un po' se Dio non ci ha mostrato il suo grande potere quando, con uno solo dei quattro venti del mare, il Re di Francia, la Regina e i suoi figli e tante altre persone erano in pericolo di affogare”.

La navigazione durò più di due mesi, quando la flotta giunse finalmente alle Isole di Hyères. Il Re Luigi attraversò la Provenza, l'Alvergna e giunse a Vincennes il 5 settembre del 1254.


Luigi IX al ritorno dalla Terra Santa (incisione di Jules David)

Da tutte le parti gli correva incontro il popolo e, sebbene ognuno mostrasse di non ricordare le sue sconfitte, nondimeno il Re era malinconico in volto pensando alla sventura di tanti compagni le cui ossa giacevano in Oriente.

La prima preoccupazione del Re fu di andare all'Abbazia di Saint-Denis e prostrarsi davanti all'altare degli apostoli della Francia. Il giorno dopo fece il suo ingresso a Parigi preceduto dal Clero, dalla Nobiltà e dal Popolo. Portava sempre la Croce sulla spalla, la qual vista, ricordando la causa della sua lunga assenza, faceva temere che non avesse ancora deposto il pensiero dall'impresa della Crociata.


la “vera” corona di spine
una reliquia che il Re Luigi IX portò dalla Terra Santa

Particolare del dipinto di Charles Thevenin (1764-1830)
che rappresenta Re Luigi IX di Francia mentre depone la Corona di spine nella Saînte-Chapelle

La maggioranza dei baroni e dei cavalieri che erano partiti con lui, erano morti in Siria o in Egitto; quelli che erano scampati a tanti disastri, ritornarono ai loro castelli che trovarono deserti e rovinati dal tempo.

Jean de Joinville, dopo aver rivisto i suoi genitori, se ne andò a piedi nudi alla basilica di Saint Nicolas in Lorena per compiere il voto della regina Margherita. Poi si mise a porre rimedio ai mali che la sua assenza aveva causato ai suoi vassalli e giurò di non allontanarsi mai più dal castello di Joinville per andare in Asia.

Tale fine ebbe questa Crociata, che all'inizio aveva colmato di gioia i popoli cristiani e che poi pose tutto l'Occidente in lutto.


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