La Battaglia di Legnica
(pagina 2 di 2)

Anche se i mangudai fuggivano, la cavalleria leggera mongola affiancò le forze polacche. I mongoli bruciarono le canne, creando una cortina di fumo, per nascondere i loro movimenti e confondere gli europei, mentre la loro cavalleria leggera attaccava lanciando frecce infuocate contro l'esercito polacco. Poi i Cavalieri Teutonici caricarono i mongoli costringendoli a ritirarsi.


arciere a cavallo “mangudai”

Inebriato dal successo, il Duca di Slesia Enrico II impegnò anche le riserve per inseguire i Mongoli in fuga nel fumo. Ma vennero trascinati in un agguato: dopo che i cavalieri europei si erano staccati dal corpo principale delle forze alleate inseguendo i mongoli in fuga, la cavalleria pesante mongola si staccò dal resto delle truppe e si lanciò alla carica dei cavalieri; presto venne coinvolta anche la fanteria degli alleati, straziata dalle frecce degli arcieri mongoli.

La frammentazione degli alleati aveva permesso ai Mongoli di sconfiggere un reparto alla volta, attaccandolo ai fianchi con il loro arcieri a cavallo. Quando il fumo si abbassò molti alleati giacevano morti. Il resto dell'esercito di Enrico II cadde nel panico e subito dopo venne circondato da tutti i lati. Alla fine della battaglia quasi 40.000 soldati giacevano morti, oltre a 500 Cavalieri Teutonici e Templari.

Gli Annali di Jan Dlugosz descrivono anche la battaglia, anche se sono stati scritti nel XV secolo e non quando la battaglia è effettivamente accaduta. L'esercito di Enrico II fu quasi interamente distrutto e Boleslav di Moravia furono uccisi. Si suppone che anche Poppo von Osterna, Landmeister di Prussia dell'Ordine Teutonico, fosse stato ucciso durante la battaglia, ma è falso. Egli morì e fu sepolto a Legnica, ma alcuni anni più tardi, durante la visita della moglie il suo convento.


Cavalieri Teutonici contro i Mongoli

Ponce d'Aubon, Precettore dei Templari in Francia, riferì al Re Luigi IX che l'Ordine dei Templari aveva perso nove frati, tre cavalieri, e due sergenti. Le perdite mongole sono sconosciute, una perfetta esecuzione delle tattiche descritte avrebbero ridotto al minimo le perdite, ma subirono perdite sufficienti per essere dissuasi dall'attacco dell'esercito boemo.

Dopo la battaglia i Mongoli tagliarono l'orecchio destro di ogni caduto europeo al fine di contare i morti; presumibilmente riempirono nove sacchi. Enrico II fu catturato durante il tentativo di fuggire dal campo di battaglia con tre guardie del corpo, venne quindi spogliato e decapitato.


i Mongoli sfilano con la testa
di Enrico II di Slesia
sotto le mura di Legnica

I Mongoli, con la testa Enrico II di Slesia esposta sulla punta di una lunga lancia, sfilarono sotto le mura della città di Legnica con l'intento di indebolire il morale dei difensori.

La sconfitta riempì di paura l'anima stessa dell'Europa. Il corpo di Enrico venne successivamente identificato dalla moglie, Jadwiga che riconobbe le sei dita del piede sinistro.


Venceslao I di Boemia

Venceslao I di Boemia cercò di raccogliere rinforzi dalla Turingia e dalla Sassonia, ma a Klodzko fu raggiunto dall'avanguardia mongola; la cavalleria Boema evitò facilmente comunque il distaccamento mongolo.

Siccome gli ordini di Baidar e di Kadan erano quelli di creare un diversivo ed ora i mongoli stavano affrontando il raggruppamento che li allontanava dalla Boemia e dalla Polonia, preferirono andare verso sud, per unirsi a Batu e Subutai, che avevano sconfitto gli ungheresi alla Battaglia di Mohi ma avevano sofferto perdite massicce.

Ma non va dimenticato che questa campagna dai risultati così clamorosi era solo un diversivo: lo sforzo principale era verso l'Ungheria. Infatti, mentre si invadeva la Polonia, quattro contingenti mongoli attraversarono i Carpazi per raggiungere la città ungherese di Pest. Fu Subutai stesso a condurre l'attacco decisivo nel fianco ungherese. I mongoli avevano attraversato il fiume Sajo presso il ponte di Mohi, utilizzando zattere, che avevano in precedenza nascosto nella palude.

I Mongoli non circondarono del tutto il nemico, ma lo lasciarono fuggire. Poi, con poco sforzo e pochissime vittime, la cavalleria mongola attaccò dando la caccia al nemico in fuga. La strada sarebbe stata cosparsa dei corpi degli ungheresi per un viaggio di due giorni, ma il Re Bela riuscì a fuggire. Vennero uccisi 65.000 ungheresi in totale, tra cui 3 Arcivescovi, 4 Vescovi e 2 Arcidiaconi, sostanzialmente tutti gli uomini del potere religioso nella regione. I mongoli avevano inflitto due sconfitte importanti agli europei in meno di due giorni.

Dopo la vittoria a Mohi, Pest restò senza difese e gran parte della città venne rasa al suolo. Furono uccisi 10.000 cittadini, molti dei quali avevano inutilmente cercato rifugio nel monastero domenicano. Il re Bela fuggì verso nord in montagna, prima di trasferirsi nel sud della Croazia, dove trovò rifugio in una isola. Kaidan lo inseguì per diverso tempo prima di passare all'Albania.

Nonostante che la vittoria dei Mongoli fosse stata schiacciante, Legnica fu il luogo più avanzato nel continente europeo che riuscirono mai a raggiungere, dopodiché, a causa della destabilizzazione politica insorta entro l'Impero mongolo si assistette alla ritirata dell'Orda.

In meno di 4 mesi l'Europa centrale era stata ridotta in ginocchio e viveva nel terrore dei Mongoli. Nell'inverno attraversarono il Danubio congelato e cominciarono a razziare in Austria. Erano a portata di Vienna, fino a quando nel febbraio 1242 arrivò la notizia della morte del Grand Can Ogedei.

Quando Subutai seppe che il Grand Can Ogedei era morto l'anno precedente, l'esercito mongolo si ritirò verso est. Poiché Subutai aveva sofferto molte perdite ed ancora non era riuscito a sottomettere il territorio ungherese, decise che non era più tempo di continuare; molto meglio era per lui ritirarsi e lottare per la successione al trono ora che il Grand Can era morto. Dopo il ritorno in Mongolia si deteriorarono parecchio le relazioni fra i dignitari, sino all'elezione del nuovo Gran Can.


la cerimonia funebre di Enrico il Pio e dell'Hochmeister dell'Ordine Teutonico

Dopo l'elezione di Mongke Can come quarto imperatore mongolo, Batu Can ritornò dalla Mongolia per prendere di nuovo in considerazione l'idea di conquistare l'occidente europeo, ma morì nel 1255 prima che questi piani potessero essere messi in atto. Sotto il governo di suo fratello Berke Can, l'Orda d'Oro si preoccupò di più del conflitto con i suoi cugini del Canato condotto da Hulagu Can che Berke Can disprezzava per la condotta nell'assedio di Bagdad e l'assassinio del Califfo Al-Musta'sim.

I Mongoli mai più cercarono la conquista dell'occidente, facendo saltuarie scorrerie solamente per bottino ed anche perché non erano in grado di impegnare il grosso delle loro forze che erano a guardia degli altri mongoli condotti da Burundai.


LA STORIA DELLE CROCIATE LE CROCIATE DEL NORD LA STORIA DELLA RECONQUISTA
I CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO I CAVALIERI DI SAN LAZZARO I CAVALIERI OSPITALIERI
I CAVALIERI TEMPLARI I CAVALIERI TEUTONICI I CAVALIERI DI SAN TOMMASO I MONACI CISTERCENSI
I CAVALIERI PORTASPADA I FRATELLI DI DOBRZYN L'ORDINE DI SANTIAGO L'ORDINE DI CALATRAVA
L'ORDINE DI ALCANTARA L'ORDINE DI MONTESA L'ORDINE DEL CRISTO L'ORDINE DI SAN BENEDETTO DI AVIS