La Taifa di Saragozza
(seconda parte)

Sulaymán ben Hud morì nel 1047 e presto si cominciarono ad avvertire le tendenze separatiste dei suoi cinque figli, che alla fine divisero la Taifa di Saragozza in cinque Taife indipendenti: quella di Lérida andò Yusuf Al Muzaffar, quella di Huesca andò a Lubb (Lope), quella di Tudela andò ad Al Mundir, quella di Calatayud andò a Muhammad e quella di Saragozza andò ad Áhmad Al Muqtadir, che alla fine impose il suo potere in queste guerre fratricide.

Durante il suo regno, Áhmad Al Muqtadir riuscì a riunire sotto il suo dominio le terre che erano andate ai suoi fratelli. Solo Yusuf Al Muzaffar riuscì a opposri a suo fratello per più di trent'anni, fino a quando fu fatto prigioniero nel 1078.

Con l'annessione della Taifa di Tortosa a quella di Saragozza nel 1060, iniziò l'apogeo militare, politico e culturale di Saragozza. I suoi confini aumentarono ancora di più quando, dal 1076, Yusuf Al Muzaffar unì ai suoi domini la Taifa di Denia e guadagnò la fedeltà della Taifa di Valencia, governata da Abu Bakr.


vita quotidiana in Al Andalus

Nonostante questo Saragozza era sempre in una posizione sensibile, coinvolta nelle infinite lotte per le terre confinanti dell'extremadura Navarrese e Castigliana, nelle aree di influenza di Tudela e Guadalajara e seriamente minacciata nel nord dal Regno diAragona di Ramiro I fino al 1063 e di Sancho Ramírez più tardi.

Il Re Ramiro I di Aragona tentò ripetutamente di appropriarsi di Barbastro e di Graus, luoghi strategici che formavano un cuneo tra i suoi territori. Assediò Graus nel 1063, ma Áhmad Al Muqtadir in persona, a capo di un esercito che comprendeva un contingente di truppe castigliane sotto il comando del Re Sancho II di Castiglia, che contava tra i suoi ufficiali con un giovane castigliano chiamato Rodrigo Díaz de Vivar, riuscì a respingere gli Aragonesi, che persero in questa battaglia il loro Re Ramiro I. Ma il successo durò poco, visto che il successore al trono di Aragona, Sancho Ramírez, con l'aiuto delle truppe dalle Contee ultrapirenaiche franche, prese Barbastro nel 1064, in quella che è considerata una delle prime chiamate alla Crociata.

L'anno seguente Áhmad Al Muqtadir rispose chiedendo aiuto a tutta Al Andalus, chiamandola alla Jihad e tornando a recuperare Barbastro. Questa vittoria permise al Re di Saragozza di prendere il soprannome di “Al Muqtadir Billah” (il poderoso grazie ad Allah).


vita quotidiana in Al Andalus

Comunque il Regno d'Aragona era una forza emergente e nello stesso 1065, prese il castello di Alquézar. Per opporglisi, Al Muqtadir, nel 1069 e nel 1073, firmò dei trattati con Sancho IV Garcés, Re di Navarra, dal quale ottenne aiuto in cambio dei parias.

Tuttavia questa fruttuosa alleanza durò poco, visto che Sancho IV Sancho IV Garcés fu assassinato a Peñalén nel 1076, vittima di un complotto politico ordito dai suoi fratelli. Alla sua morte, il Re Sancho Ramírez d'Aragona fu proclamato anche Re di Navarra e l'unione di questi regni si prolungherà per quasi 60 anni.

Tali conflitti costrinsero tanto Áhmad Al Muqtadir quanto Yusuf de Lérida a pagare nuove parias ai loro vicini cristiani, soprattutto al potente Re Alfonso VI di León e Castiglia. Non bastò questa politica di alleanze, perché il suo successore, Al Mutamán, si dovette servire di un mercenario castigliano che era stato bandito dal suo Signore naturale: Rodrigo Díaz de Vivar, più tardi conosciuto come “El Cid Campeador”, che per cinque anni (da 1081 fino al 1086) fu al comando delle truppe della Taifa di Saragozza.


Rodrigo Díaz de Vivar, “El Cid Campeador”

A sud di Saragozza c'era la Taifa di Valencia, governata da Abú Bakr. La Taifa di Valencia era un debole Regno subordinato dal 1075 ad Al Mamún di Toledo e poi al Re Alfonso VI, che ambiva alla conquista sia di Toledo che di Valencia. Il Re di Saragozza considerava Valencia un territorio strategico molto importante e, dopo aver ottenuto la Taifa di Tortosa (1060) e quella di Denia (1076), decise di impossessarsi della Taifa di Valencia, vitale per il collegamento dei suoi territori. Dopo la fortunata spedizione a Denia, Áhmad Al Muqtadir si presentò con le sue schiere per prendere Valencia. Abú Bakr di Valencia, prima di essere attaccato, gli andò incontroe si dichiarò suo vassallo, così che la Taifa di Saragozza riuscì a collegare i suoi possedimenti.


La Aljafería

Tuttavia Áhmad Al Muqtadir dovette pagare la parias al Re Alfonso VI di León e Castiglia per ottenere la sua neutralità, mentre questo stava già pensando di occupare Toledo. Tutto questo gravava ulteriormente sull'equilibrio della politica estera della Taifa di Saragozza. Infatti Saragozza non poteva esercitare direttamente a Valencia il suo potere e fu costretta a tenere Abú Bakr come Re di Valencia, stabililendo il dominio di Saragozza attraverso un patto di vassallaggio.

Ma al di là della grandezza politica e militare, Áhmad Al Muqtadir riuscì a fare di Saragozza una Corte saggia dalle ampie espressioni artistiche e culturali. Un esempio dello splendore del suo regno, è il palazzo-fortezza di “La Aljafería”.

Questo palazzo divenne la sede della sua Corte e un importante centro culturale frequentato da intellettuali e artisti di Al Andalus. Più tardi, durante il dominio Almoravide, divenne un rifugio per coloro che erano in fuga dal fanatismo degli imam, grazie alla posizione di Saragozza più a nord e la relativa indipendenza politica dal potere centrale.

Nel palazzo de La Aljafería si riunivano poeti, musicisti, storici, mistici e, soprattutto, nacque la più importante scuola di filosofia dell'islam andaluso; la prima scuola che introdusse pienamente la filosofia di Aristotele e la conciliò con la fitna islamica, lavoro che era stato iniziato in Oriente da Ibn Sina (Avicena) e Al Farabi e che fu sviluppato Ibn Bayya, conosciuto dai cristiani come Avempace, la cui opera divenne il punto di partenza della filosofia hispano-araba. Il suo pensiero fu poi seguito da Ibn Rushd (Averroes) e, nella cultura ebraica, da Mose Maimonide.

Nel 1081 Yusuf Al Mu'tamin, successore di Áhmad Al Muqtadir, ereditò la parte occidentale della Taifa di Saragozza, che comprendeva i territori di Saragozza, Tudela, Huesca e Calatayud, mentre suo fratello Al Mundir ereditò le zone costiere del Regno (Lérida, Tortosa e Denia). Questa è l'epoca in cui El Cid, al servizio di Yusuf Al Mu'tamin, è ben documentato. Questo era stato bandito nel 1081 dalla Castiglia per aver effettuato delle incursioni nei territori della Taifa di Toledo, contro gli interessi del Re Alfonso VI, che da Toledo riscuoteva la parias.


El Cid Campeador

Nel 1081 la Spinta del Re Aragonese Sancho Ramírez era considerevole, in quanto minacciava i confini della taifa di Saragozza dal nord. Per resistere, Yusuf Al Mu'tamin aveva al servizio le truppe mercenarie di El Cid, già al servizio di suo padre nei suoi ultimi anni di vita.

El Cid fu inoltre incaricato di riprendere i territori orientali di suo fratello Al Mundir di Lérida, alleato con il Re di Aragona. Gli scontri al confine erano costanti, ma nessuno dei due fratelli riuscì a riunificare il territorio del loro genitore.

El Cid restò al servizio di Yusuf Al Mu'tamin fino al 1086, momento in cui Saragozza fu assediata dal Re Alfonso VI. Contenne gli Aragonesi fino a 1083, momento in cui Sancho Ramírez conquistò importanti località della linea di fortificazioni che proteggevano Saragozza, come Graus (minacciando Barbastro) nella zona orientale; Ayerbe, Bolea e Arascués (che metteva in pericolo Huesca) e Arguedas, che mirava alla conquista di Tudela.


il patio de "La Aljafería"

Le relazioni tra Saragozza e il suo protettorato di Valencia, vassalla di Saragozza dal 1076, si consolidò attraverso alleanze di matrimonio: infatti Yusuf Al Mu'tamin sposò la figlia di Abu Bakr di Valencia. Concluso il fidanzamento nel gennaio del 1085, l'alleanza matrimoniale durò poco, perché Abú Bakr morì nel giugno e Yusuf Al Mu'tamin nell'autunno dello stesso anno. Ciò, insieme al fatto che il Re Alfonso VI, nello stesso anno, prese Toledo, rendeva inutile il patto di fedeltà che Valencia aveva fatto con Saragozza. Così il Regno di Saragozza si ruppe, senza collegamenti con il suo possedimento di Denia e si interruppe, d'altra parte, l'asse di comunicazione naturale (Saragozza-Calatayud-Guadalajara-Toledo) con il resto di Al Andalus.

Yusuf Al Mu'tamin era stato anche uno studioso, protettore delle scienze, della filosofia e delle arti. Aveva continuato il lavoro di suo padre, istituendo un tribunale di saggi che avueva come cornice il bellissimo Palazzo della Aljafería. Fu un esempio di Re saggio, studioso di astronomia e filosofia. Profondo conoscitore della matematica, si conserva un suo trattato, il “Libro della perfezione e delle apparenze ottiche”, che propone le dimostrazioni di quanto allora era conosciuto sui problemi matematici complessi, oltre a formulare per la prima volta il Teorema di Giovanni Ceva.


antica pianta di Saragozza

Alla morte di Yusuf Al Mu'tamin, gli succedette suo figlio Áhmad Al Mustaín II. Erano gli anni in cui i progressi degli Aragonesi nelle regioni di Huesca erano già molto importanti, e a questo si aggiungeva il fatto che le altre Taifa non potevano sostenerlo, in quanto erano coinvolte in guerre intestine e indebolite dopo la conquista di Toledo dal potente Re Alfonso VI. Di fronte a questa situazione, Al Mutamid di Siviglia chiese ai Re delle Taifa di Badajoz e di Granada di unirsi a lui per richiedere l'intervento di Yusuf ibn Tasufin, Emiro degli Almoravidi, il quale venne in aiuto delle Taifa ispaniche e, nella battaglia di Sagrajas del 1086, riuscì a sconfiggere la coalizione dei regni cristiani guidata da Alfonso VI. Questa sconfitta liberò Saragozza dalla pressione dei cristiani per un po' di tempo, quando nel 1086 Saragozza era assediata da Alfonso VI, il quale dovette togliere l'assedio per confrontarsi con Yusuf ibn Tasufin.


interni de "La Aljafería"

Nel 1090 l'impero Almoravide riunificò i Regni di Taifa come protettorati sotto il potere centrale di Marrakech e rimosse tutti i Re di Taifa tranne Áhmad Al Mustaín II, che mantenne buone relazioni con gli Almoravidi. Grazie a questo Saragozza divenne un avamposto di Al Andalus contro i cristiani, e Áhmad Al Mustaín II potè rimanere come Re independente.

Comunque al nord l'Aragona continuò la sua avanzata. Nel 1089 cadde Monzón, nel 1091 Balaguer e nel 1096 Huesca. Per cercare di contrastare il Regno di Aragona, Áhmad Al Mustaín II dovette pagare pesanti parias al suo protettore Alfonso VI.

Áhmad Al Mustaín II ottenne così un difficile equilibrio politico tra due fuochi, ma nel 1110 fu sconfitto e ucciso nella battaglia di Valtierra, vicino a Tudela, contro il Re d'Aragona Alfonso I il Battagliero, che già avevo preso Ejea e Tauste.

Abdelmalik erede di Áhmad Al Mustaín II, adottò il titolo onorifico di “Imad al-Dawla” (pilastro della dinastia), ma non siuscì a sostenere la pressione dei cristiani e degli Almoravidi. Per difendere l'indipendenza di Saragozza divenne praticamente un vassallo della Castiglia. Ma al partito fondamentalista Almoravide di Saragozza non andava bene questa situazione. Così, nello stesso anno dell'incoronazione di Abdelmalik, i sostenitori degli Almoravidi consegnarono loro la città. Abdelmalik fuggì per rifugiarsi nella fortezza inespugnabile di Rueda, dove rimase a tormentare il governo Almoravide di Saragozza. Finiva con lui la dinastia dei Banu Hud e l'indipendeza della Taifa di Saragozza.

Il partito Almoravide di Saragozza ricorse a Muhammad ibn Al Hayy, governatore di Valencia, al quale venne affidato il governo della città; questo prese possesso del palazzo-fortezza de La Aljafería. Con questo atto si giunse alla massima espansione dell'Impero Almoravide, il cui confine settentrionale rimase approssimativamente ai fiumi Tago ed Ebro. Muhammad ibn Al Hayy governò dal 1110 al 1115, cercando di contrastare l'avanzata del Re d'Aragona Alfonso I il Battagliero.

Muhammad ibn Al Hayy fu succeduto per i due anni successivi dall'Emiro Ibn Tifilwit, che si circondò di poeti e filosofi in fuga da fondamentalismo del sud. LEmiro nominò come suo Gran Visir il filosofo saragozzano Avempace. Alla morte di Ibn Tifilwi, nel 1117, la reggenza di Saragozza venne gestita per alcuni mesi dal governatore di Murcia. Nel marzo 1118, Alfonso I il Battagliero, con l'aiuto dei crociati francesi e degli Ordini militari, pose l'assedio di Saragozza, che cadde alla fine dell'anno.