Nel XIV secolo la Santa Sede ottenne dal Sultano d'Egitto, dietro pagamento di un altissimo riscatto, che la custodia dei santuari della fede cristiana fosse affidata ai frati minori di San Francesco.

La scomparsa del Regno Cristiano di Gerusalemme aveva lasciato l'Ordine senza un capo. Durante tutto il periodo di soppressione del Patriarcato Latino, la facoltà di creare nuovi Cavalieri rimase prerogativa di chi, in mancanza del Patriarca, rappresentava la più alta autorità religiosa cattolica in Terra Santa e cioè il Custode di Terra Santa.

Il potere decisionale della Chiesa sulle questioni dell'Ordine acquistò un particolare peso sul finire del XV secolo, quando addirittura Innocenzo VIII lo unificò con quello dei Cavalieri Ospitalieri, ed Alessandro VI (1492-1503) lo separò nuovamente, assumendone il titolo di Gran Maestro, trasferibile ai suoi successori.


Papa Innocenzo VIII

Il potere decisionale della Chiesa sulle questioni dell'Ordine acquistò un particolare peso il 28 marzo 1489, quando Papa Innocenzo VIII, visto che l'Ordine aveva perso il suo antico splendore, decise di integrare l'Ordine, con tutti i suoi averi, agli Ospitalieri di San Giovanni di Rodi, promulgando la bolla “Cum Solerti Meditazione”. Questa misura provocò la protesta dei re di Spagna, Francia e Polonia, che decisero di non obbedire.

Sette anni più tardi, cioè nel 1496, papa Alessandro VI, tornò sulla decisione precedente e annullò la bolla “Cum Solerti Meditazione”, annettendo l'Ordine alla Santa Sede, e confermando il suo duplice carattere di Ordine Militare e Pontificio.


il Papa Alessandro VI Gran Maestro dell'Ordine

A partire da questo momento, l'Ordine del Santo Sepolcro era subordinato direttamente al Pontefice che prese per sè il titolo e l'autorità del Gran Maestro e, allo stesso tempo, In tale circostanza, tuttavia, il Papa delegò al “guardiano” del Monte Sion, francescano, il diritto di armare nuovi cavalieri “sulla pietra del Sepolcro”, secondo una tradizione legata alla più pura simbologia cavalleresca.

L'assunzione del titolo di Gran Maestro da parte del Pontefice non trovò concordi tutti i sovrani d'Europa, per cui in diversi regni l'Ordine continuò a sopravvivere in maniera autonoma.