Luigi IX

I Cavalieri dell'Ordine di San Lazzaro si distinsero anche nella battaglia al-Mansura avvenuta dal 8 al 11 febbraio 1250, in occasione della Settima Crociata condotta dal re santo Luigi IX di Francia.

Nell'agosto del 1248 Luigi IX partì per la settima crociata. Disponeva di un esercito di circa 24.000 uomini composto da 3.000 cavalieri, 6.000 scudieri e sergenti a cavallo, 5.000 balestrieri e 10.000 fanti.

Il 4 giugno 1249 le galee misero l'ancora al largo di Damietta, sul delta del fiume Nilo. I cavalieri si avvicinarono alla riva con le scialuppe e immediatamente, mentre saltavano in acqua, subirono un primo assalto dai cavalieri egiziani, ma riuscirono a respingerli. Gli Egiziani attaccarono ancora a ondate successive, ma i cavalieri cristiani, finito di sbarcare, procedettero al contrattacco mettendo in fuga il nemico e prendendo possesso di Damietta.


la battaglia di al-Mansura

Il sultano Ayyubide propose allora a Luigi IX di scambiare l'importante porto di Damietta con Gerusalemme (che per i musulmani, all'epoca, non aveva molta importanza e che gli Ayyubidi speravano di poter riconquistare in un futuro non troppo lontano).Ma la risposta di Luigi IX, forte della passata vittoria, fu di uno sdegnoso rifiuto.


mamelucchi

Alla fine i crociati, ai quali ne frattempo si erano aggiunti gli anche i Templari, Gli Ospitalieri i Cavalieri Teutonici ed i Cavalieri di San LAzzaro, erano rimasti bloccati a Damietta e quindi volevano tentare una sortita massiccia per sopraffare gli egiziani ayyubidi di al-Sālih Ayyūb.


Pierre Mauclerc

Pierre Mauclerc, duca di Bretagna, consigliò a Luigi IX di attaccare Alessandria, ma alla fine prevalse la soluzione di attaccare direttamente il Cairo, anche grazie al fatto che erano arrivati dei rinforzi dall'Europa sotto il comando di Alfonso III di Poitiers, fratello di Luigi IX.

Nel dicembre del 1249, quindi i crociati cominciarono la marcia verso il Cairo ma, arrivati in prossimità del Nilo, trovarono che lo stesso era pattugliato da una flottiglia di barche cariche di arcieri mamelucchi e sulla riva opposta erano allineate le truppe del reggimento mamelucco Bahriyya, allora capitanate da un ufficiale mamelucco, Baybars al-Bunduqdārī. I cristiani eressero uno sbarramento, ma alla fine rimasero bloccati per due mesi, senza riuscire ad andare oltre. Finalmente, la mattina del 8 febbraio 1250, i crociati riuscirono a guadare il fiume.


stemma di
Guglielmo de Sonnac

L'avanguardia crociata, comandata da Roberto I Conte di Artois, dal Gran Maestro dei Templari Guglielmo de Sonnac e dal conte di Salisbury Guglielmo di Longespèe dopo aver guadato il Nilo, senza attendere la maggior parte degli alleati, attraversò senza quasi opposizione nemica il campo dei mamelucchi che indietreggiarono sin dentro le mura della città di al-Mansūra. Roberto I voleva continuare l'avanzata senza aspettare il grosso dell'esercito anche se Guglielmo de Sonnac e Guglielmo di Longespèe consigliavano cautela. Alla fine prevalse l'idea di Roberto. I crociati partirono all'attacco verso al-Mansūra. Ma i Saraceni li stavano attendendo.


rovine della città di al-Mansura

Una volta che i cristiani erano entrati nelle mura della città furono chiuse le porte. I crociati erano impossibilitati nel manovrare i cavalli per le strette strade della città e, mentre erano intrappolati, i mamelucchi, al comando di Baybars al-Bunduqdārī, li trucidarono uno per uno. Nello scontro che ne seguì molti Crociati furono uccisi, compreso il loro comandante Roberto I e Guglielmo di Longespèe. I Templari, gli Ospitalieri, i Cavalieri Teutonici ed i Cavalieri di San Lazzaro persero 280 confratelli, solo in due riuscirono a salvarsi tra cui il Gran Maestro dei Templari Guglielmo de Sonnac, gravemente ferito ad un occhio.


Carlo d'Angiò

Nel frattempo il grosso dell'esercito crociato, al comando di Alfonso III di Poitiers, era riuscito a sbarcare. Il 9 febbraio i crociati attaccarono.

In un primo momento ebbero la meglio i crociati ma la superiorità numerica dell'esercito mamelucco al comando di Baybars, il quale aveva ricevuto i rinforzi dall'Emiro ayyubide Fakhr al-Dīn ibn al-Shaykh, finì per essere decisivo.

Una nuova battaglia si svolse ancora l'11 febbraio. L'esercito crociato fu quasi distrutto, tenne solo il nucleo centrale. Gualtiero di Chatillon aveva eretto una difesa. Quando i saraceni giunsero per attaccarlo, scagliarono il “fuoco greco” contro la barriera.


l'uso del fuoco greco durante una battaglia navale

armi mamelucche

Carlo I d'Angiò, fratello di Luigi IX, fu accerchiato, la sera i mamelucchi raggiunsero la decisiva vittoria; rientrarono ad Al-Mansura lasciando centinaia di morti sul campo. Una tremenda epidemia di tifo si diffuse tra i superstiti; da tempo i rifornimenti erano impediti da un blocco.

Il 5 aprile i crociati si ritirarono verso Damietta. Ma la cavalleria mamelucca li inseguì e li accerchiò. Anche se il Re era gravemente ammalato, tentò di portare indietro la colonna ma era oramai moribondo e l'esercito, credendolo morto, si arrese.

I malati furono subito uccisi e per una settimana, ogni sera, 300 prigionieri vennero decapitati. Il Re, catturato durante la ritirata, fu liberato il 6 maggio, solo dietro il pagamento dell'enorme somma di 800 mila bisanti d'oro, prestati dai cavalieri Templari. Alla fine di maggio tutti i Crociati di Francia, compreso il loro re, abbandonarono la Terra santa.