1189: l'assedio di San Giovanni d'Acri

La notizia della perdita di Gerusalemme e della Palestina fu sconvolgente per l'Europa, e vi fu presto la richiesta di una nuova Crociata, proclamata da Papa Gregorio VIII nell'ottobre del 1187.


la partenza dei crociati

A tale appello risposero Enrico II d'Inghilterra e Filippo II di Francia, che posero fine alla guerra che li vedeva contrapposti ed entrambi imposero sui loro sudditi la Decima del Saladino, al fine di finanziare la crociata.

Il solo arcivescovo di Canterbury Baldovino di Exter, attraversando il Galles, riuscì a convincere 3.000 uomini a partire alla volta della Terrasanta. Il 13 luglio 1187 un nave, con a bordo Corrado del Monferrato, giunse a Tiro mentre era assediata dagli egiziani. Corrado, con l'aiuto degli abitanti, organizzò la resistenza.

Saladino quando, verso la metà del 1188, arrivarono a Tiro i primi rinforzi dall'Europa, cercò di negoziare la resa della città con un trattato. Secondo i termini del trattato Saladino avrebbe rilasciato il Re di Gerusalemme Guido di Lusignano, che egli aveva catturato ad Hattin.

Così nel luglio 1188 Saladino rimise in libertà Guido di Lusignano, dopo avergli fatto giurare solennemente di non prendere più le armi contro i musulmani.

Nella tarda primavera del 1188 Guglielmo II di Sicilia inviò una flotta con 200 cavalieri; il 6 aprile 1189 l'Arcivescovo di Pisa Ubaldo Lanfranchi arrivò con 52 navi. Guido di Lusignano, con entrambi i contingenti al suo fianco e malgrado il giuramento fatto a Saladino, si diresse a sud per attaccare San Giovanni d'Acri ed avere così una solida base dalla quale organizzare un contrattacco contro Saladino.


un crociato italiano

San Giovanni d'Acri era custodita da una doppia barriera rinforzata con torri. La guarnigione musulmana della città era due volte più numerosa dell'esercito guidato da Guido di Lusignano, che arrivò il 28 agosto 1189 e stabilì il suo campo all'esterno della città, in attesa rinforzi che arrivarono via mare pochi giorni dopo.

Arrivarono crociati francesi e fiamminghi guidati da Giacomo di Avesnes, Enrico I di Bar, Andrea di Brienne, Roberto II di Dreux, Filippo di Dreux e dal Vescovo di Beauvais; crociati tedeschi al comando del Margravio Luigi III di Turingia e di Ottone I di Gheldria; crociati italiani condotti dall'Arcivescovo Gerard di Ravenna e dal Vescovo Adelardo Cattaneo di Verona.

Quando Saladino fu informato di questi sviluppi, radunò truppe e mosse verso San Giovanni d'Acri, dove il 15 settembre attaccò il campo dei crociati.

Il 4 ottobre 1189 Saladino mosse ad est della città verso il campo di Guido di Lusignano. All'esercito crociato, che contava 7.000 fanti e 400 cavalieri, si erano aggiunti i Templari guidati dal Gran Maestro Gérard de Ridefort ed i Cavalieri di San Giovanni guidati dal Gran Maestro Hermangard d'Asp; l'esercito musulmano era costituito da truppe provenienti da prevalentemente dall'Egitto.

I musulmani si schierarono in un semicerchio attorno all'esercito crociato, schierato con i balestrieri in prima linea e la cavalleria pesante in seconda.

Il combattimento iniziò con uno scontro tra i Templari e l'ala destra di Saladino. Il successo dei Crociati fu tale che il nemico dovette inviare rinforzi da altre parti del campo di battaglia. Così la costante avanzata dei crociati contro le truppe di Saladino, nella quale le balestre preparavano la strada per la carica della cavalleria pesante, non incontrò grande resistenza. Il centro ed il fianco destro di Saladino furono messi in fuga.

Quando i vincitori si sparsero per saccheggiare, Saladino radunò i suoi uomini e, quando i cristiani cominciarono a ritirarsi con il bottino, scatenò la sua cavalleria leggera su di loro.


l'assedio di San Giovanni d'Acri
(dipinto di Alexandre-Evariste Fragonard)

I turchi massacrarono i fuggitivi fino a quando furono fermati dalle truppe del fianco destro cristiano. A questo scontro parteciparono anche i crociati che avevano l'incarico di bloccare i Saraceni che si trovavano all'interno di San Giovanni d'Acri.

Ma questo fu un grave errore perché consenti a 5.000 soldati Saraceni di uscire dalla città, unirsi ai loro compagni ed attaccare i Templari, che dovettero ritirarsi soffrendo gravi perdite.

Gérard de Ridefort, Gran Maestro dei Templari, fu ucciso come pure Andrea di Brienne. Alla fine i Crociati sconfissero le truppe Saracene. Saladino non poté respingerli e la sua vittoria rimase incompleta.

Durante l'autunno l'arrivo di altri Crociati europei consentì a Guido di Lusignano di bloccare San Giovanni d'Acri da terra. La notizia dell'imminente arrivo di Federico I del Sacro Romano Impero indusse Saladino a far arrivare un numero tale di armati che fu in grado di circondare sia la città che il campo crociato in due diversi assedi.

I successivi 15 mesi passarono senza azioni importanti delle due parti. Il 31 ottobre, 50 galee musulmane ruppero il blocco cristiano e rifornirono la città con cibo ed armi. Il 26 dicembre, una flotta egiziana arrivò per ristabilire il controllo sul porto. Nel marzo 1190 arrivarono da Tiro dei rifornimenti e armi d'assedio per i Crociati.

Il 19 maggio Saladino tentò un attacco al campo cristiano, ma venne respinto dopo otto giorni. Il 25 luglio i crociati attaccarono il fianco destro di Saladino e furono respinti. Ulteriori rinforzi arrivarono dalla Francia durante l'estate. Federico VI Duca di Svevia arrivò all'inizio di ottobre con il suo esercito e poco dopo arrivarono Crociati inglesi. In ottobre arrivò anche il Conte di Bar, ed i cristiani ruppero l'accerchiamento permettendo che i rifornimenti arrivassero al loro accampamento.

La vita nella città assediata e nel campo cristiano divenne rapidamente difficile. La disponibilità di cibo era limitata, l'acqua era contaminata e presto epidemie cominciarono a diffondersi. Luigi di Turingia decise di tornare a casa quando arrivarono i francesi e, colpito da malaria, morì a Cipro. Morì anche la moglie di Guido di Lusignano, la Regina Sibilla, e pochi giorni dopo morirono anche le loro due figlie, Alais e Maria.


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