1396: la Battaglia di Nicopoli

Dopo aver vinto la battaglia del Kosovo nel 1389 gli ottomani conquistarono la maggior parte dei Balcani riducendo così l'Impero bizantino nell'area attorno Costantinopoli che continuarono ad assediare.


la battaglia di Nicopoli
miniatura conservata nel museo di Istanbul

Nel 1393 lo Zar Ivan Sisman di Bulgaria perse Nicopoli, la capitale del suo regno, e fu ridotto a vassallo ottomano. Il Regno d'Ungheria divenne la frontiera fra le due religioni in Europa orientale e gli ungheresi erano in pericolo di attacco. Venezia inoltre temeva che gli ottomani riducessero il suo controllo dell'Adriatico.

Nel 1394, Papa Bonifacio IX proclamò una nuova crociata contro i turchi. L'Inghilterra e la Francia giunsero ad una tregua nella loto guerra dei cent'anni e Riccardo II d'Inghilterra e Carlo VI di Francia erano disposti a collaborare per finanziare la crociata.

Si formò quindi un esercito crociato di circa 100.000 uomini, con Sigismondo d'Ungheria alla guida del contingente più grande, con circa 60.000 uomini.

Il Duca Giovanni I di Borgogna portò una forza di circa 10.000 uomini, principalmente cavalieri, con un contingente inglese di circa 1.000 uomini. Vi erano inoltre circa 6.000 uomini venuti dal Palatinato, dalla Baviera e da Norimberga.

Anche l'Ordine degli Cavalieri di San Giovanni prese parte alla coalizione; infatti nobili francesi membri dell'Ordine, sotto il comando del Priore d'Aquitania Philibert de Naillac (verrà eletto Gran Maestro dopo poco tempo), si unirono alle armate del Re Carlo VI di Francia, per rinforzare i contingenti europei giunti da Inghilterra, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Boemia e molti altri.

Le forze francesi partirono da Montbéliard nell'aprile del 1396 e arrivarono a Vienna tra maggio e giugno, dove a luglio si unirono alle forze di Sigismondo d'Ungheria. Anche il Principe di Valacchia Mircea I, anche se era ortodosso, partecipò alla crociata con un suo contingente. Il suo principato rappresentava il confine tra Cristianesimo ed Islam e la vicinanza dell'Impero ottomano alla Valacchia lo indusse ad entrare in guerra contro i Turchi.

Nel vedere le sue truppe schierate il Re Sigismondo d'Ungheria dichiarò:
«con questo poderoso esercito non solo sbaraglierò l'odiato Sultano Bayezid I, ma sono in grado di sostenere con le sue lance anche il cielo, se questo dovesse cadere»
.


il sultano Bayezid I

Mircea I intendeva essere al capo del primo attacco, ma per i cavalieri francesi ed ungheresi questo era inaccettabile. Il Duca Giovanni I di Borgogna si rifiutò di cedere l'onore di essere il primo ad attaccare, poiché era venuto da molto lontano e speso molto denaro per la spedizione. Quindi prese con sé circa 10.000 uomini e marciò verso la parte sud di Nicopoli. Dopo aver saccheggiato le campagne, giunti nella città di Rahova saccheggiarono anche questa e uccisero tutti gli abitanti, poi raggiunsero Nicopoli.

La città era ben difesa e ben fortificata ed i crociati non avevano con sé macchine d'assedio, tuttavia non si arresero e aspettarono che gli ottomani facessero la prima mossa.

Il Sultano Bayezid I, che nel frattempo stava assediando Costantinopoli, riunì il suo esercito e marciò verso Nicopoli per difendere la città. Il suo alleato, Stefan Lazarevic della Serbia, si unì a lui e insieme arrivarono il 24 settembre 1396, portando con loro circa 100.000 uomini. Il giorno dopo, intorno a Nicopoli (ora in Bulgaria), le armate cristiane si scontrarono quindi con l'esercito sotto il comando del Sultano Bayezid I.

I francesi, con i Cavalieri di san Giovanni guidati dal Gran Maestro Philibert de Naillac e gli inglesi formavano l'avanguardia mentre Sigismondo d'Ungheria aveva diviso le sue truppe in tre parti: la parte centrale comandata da lui stesso, l'ala destra composta di transilvani e l'ala sinistra comandata da Mircea I di Valacchia.

Bayezid I aveva formato un fronte di cavalieri protetto da una linea di picche, una linea di arcieri e da giannizzeri. La parte principale dell'esercito degli ottomani e dei serbi si nascose dietro le colline ad una certa distanza dagli altri.

Credendosi superiori per via delle armature, i francesi caricarono l'avanguardia ottomana, ma si dovettero scontrare con la linea di picche e, mentre tentavano di abbatterla, finirono sotto il tiro degli arcieri. Quindi gli ottomani andarono all'attacco contro la cavalleria, ma poiché non indossavano armature lo scontro finì male per loro: persero oltre 10.000 uomini.


il Re Sigismondo d'Ungheria

I francesi ed i Cavalieri di san Giovanni continuarono l'attacco, uccidendo circa 5.000 nemici e costringendo il resto a ritirarsi sulla collina. Raggiunta la cima i francesi, con i cavalli esausti per la salita, si trovarono faccia a faccia col resto dell'esercito ottomano. Nello scontro seguente i francesi furono sconfitti definitivamente ed il Duca Giovanni I di Borgogna fu catturato.

Sigismondo d'Ungheria andò subito in soccorso dei francesi, ma sulla collina si scontrò in battaglia con Bayezid I, appena arrivarono i serbi. La disfatta dei cristiani era annunciata. Nel caos che si era venuto a creare i soldati della Valacchia e Transilvania disertarono, lasciando gli altri a combattere.

Si fece subito un cerchio attorno a Sigismondo in sua difesa; e prima che si consumasse la sconfitta, alcuni Cavalieri persuasero Sigismondo a ritirarsi e raggiungere una nave veneziana con la quale, riattraversate a marcia indietro le acque del Danubio si allontanò verso Costantinopoli dove si trattenne solo pochi giorni per poi proseguire alla volta della Dalmazia.


Sigismondo d'Ungheria si ritira e raggiunge una nave veneziana

Nel tardo pomeriggio il Despota di Serbia Stefan Lazarevic andò alla carica verso le ali indifese delle truppe ungheresi. Quella fu la sconfitta definitiva. Al riguardo dei francesi Sigismondo disse: «Se solo (i francesi) mi avessero ascoltato. Noi avevamo uomini in abbondanza per combattere i nostri nemici».

Il 26 settembre Bayezid ordinò di uccidere 3.000 prigionieri per ripagare i nemici della strage che avevano fatto a Rahova. Si salvarono solo i prigionieri più giovani che vennero arruolati nel suo esercito per compensare le perdite subite.

Con la Crociata di Nicopoli terminava l'ultima grande spedizione crociata internazionale. Fortuna volle, però, che a fermare Bayezid ci pensò in seguito il capo tartaro Tamerlano, il quale, partito da Samarcanda spinse i suoi guerrieri verso occidente, raggiungendo la zona di Ankara, dove il 28 luglio 1402 sbaragliò l'esercito del Sultano. Lo stesso Bayezid I, fatto prigioniero, venne rinchiuso in una piccola gabbia di ferro, che Tamerlano portava sempre con se, adoperandola come scaletta per montare a cavallo.


LA STORIA DELLE CROCIATE LE CROCIATE DEL NORD LA STORIA DELLA RECONQUISTA
I CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO I CAVALIERI DI SAN LAZZARO I CAVALIERI OSPITALIERI
I CAVALIERI TEMPLARI I CAVALIERI TEUTONICI I CAVALIERI DI SAN TOMMASO I MONACI CISTERCENSI
I CAVALIERI PORTASPADA I FRATELLI DI DOBRZYN L'ORDINE DI SANTIAGO L'ORDINE DI CALATRAVA
L'ORDINE DI ALCANTARA L'ORDINE DI MONTESA L'ORDINE DEL CRISTO L'ORDINE DI SAN BENEDETTO DI AVIS