(1557 - 1568)
IL MAGISTERO DI JEAN PARISOT DE LA VALLETTE

Il 21 agosto 1557 Jean Parisot de la Valette, proveniente da una illustre casa di Quercy, era Priore di Saint Gilles, fu innalzato alla dignità di Gran Maestro. Egli aveva percorso tutte le dignità dell'Ordine, e si era segnalato in tutte le sue missioni per la sua prudenza e coraggio.

Nell'Ordine dei Cavalieri Ospitalieri aveva combattuto contro i Turchi, ed era diventato famoso per aver catturato 50 vascelli in soli cinque anni. Dai Turchi era stato fatto prigioniero e messo ai remi su una galea. Successivamente liberato, aveva fatto carriera fino a diventare Gran Maestro, la carica più alta dell'Ordine. Uomo di eccezionale energia, di lui si diceva che fosse capace “di governare un regno o di convertire un protestante”.

Da Gran Maestro, Jean Parisot de la Valette fu protagonista dell'assedio di Malta del 1565, quando l'isola venne assalita da una grande flotta turca: egli organizzò e diresse la resistenza, imponendo la tattica della difesa a oltranza di tutti i capisaldi, e partecipò di persona a diversi combattimenti, nonostante avesse ormai settantuno anni. In questo modo, nonostante la gravissima inferiorità numerica, i cavalieri di Malta resistettero per ben quattro mesi: infine, il 6 settembre, quando ormai entrambi i contendenti erano stremati, una flotta di soccorso spagnola sbarcò e mise i Turchi in fuga.

Per ricompensarlo della vittoria, il Papa offrì a Jean Parisot de la Valette il titolo di cardinale, ma egli declinò l'offerta, ritenendo che il combattere fosse un'occupazione inadatta a un principe della Chiesa. Il re di Spagna Filippo II invece gli inviò in dono una spada preziosa, con una dedica incisa sulla lama.

Nel 1566 Solimano, infuriato per la sconfitta subita dai Turchi l'anno precedente, cercò di organizzare un nuovo assalto a Malta, e fece costruire una nuova flotta durante l'inverno. Ma il Gran Maestro riuscì a far incendiare l'arsenale e i cantieri del Sultano.

Jean Parisot de la Valette iniziò quindi la ricostruzione dell'isola, semidistrutta dall'assedio; fece ricostruire forte Sant'Elmo, quasi interamente distrutto da Solimano, e decise di realizzare un progetto che il Gran Maestro Philippe Villiers de l'Isle-Adam, a causa delle scarsissime finanze dell'Ordine, non era stato in grado di mettere in esecuzione

Il progetto era quello di fondare una città che doveva occupare l'intera area del Monte Sceberras, e quindi rendere l'isola più sicura dagli attacchi sempre più frequenti del nemico.

Per compensare la carenza di risorse pecuniarie e realizzare questo progetto gigantesco, il Gran Maestro fece appello alla munificenza dei principi cristiani, una richiesta che venne prontamente esaudita.

Carlo IX, Re di Francia, contribuì con la somma di 140.000 lire; Filippo II di Spagna offrì un contributo di 90.000 lire, Don Sebastiano, Re del Portogallo, contribuì con 30.000 crusadoes.

Il Sommo Pontefice Pio V, contribuì in larga misura per l'esecuzione dei lavori previsti e, non contento di sovvenzionare l'Ordine con il danaro, mise anche il suo architetto Francesco Laparelli a disposizione del Gran Maestro.


la “sala rossa” del palazzo del Gran Maestro a La Valletta

Il 28 marzo del 1566, tra il più grande entusiasmo, il Gran Maestro pose la prima pietra della città che divenne la nuova capitale di Malta e che, in suo onore, fu chiamata “humilissima civitas Valettae” (l'umilissima città di La Valette, oggi La Valletta. Sorsero quindi nuovi Alberghi per le diverse “Lingue”, palazzi e chiese e venne sistemato il porto.

Quando Francesco Laparelli lasciò la città la sua opera venne continuata dal suo assistente, Gerolamo Cassar che progettò, tra l'altro, la Concattedrale di San Giovanni e parte delle fortificazioni.

Mentre dirigeva i lavori, nel 1568 venne colpito da un'insolazione che lo portò alla morte. Fu sepolto con tutti gli onori nella cattedrale di San Giovanni, dove il suo corpo si trova tuttora.


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