1560: la Battaglia di Gerba

Dopo una disastrosa spedizione dell'Imperatore Carlo V contro Khayr al-Din Barbarossa ad Algeri nel 1541, la Spagna e la Repubblica di Venezia, le potenze marinare europee più importanti nel Mediterraneo, si sentivano sempre più minacciate dagli Ottomani e dei loro alleati corsari.

Infatti nel 1558 Piyale Pasha aveva catturato la isole Baleari e, insieme con Thorgoud Rais, detto Dragut, aveva fatto irruzione nelle coste mediterranee della Spagna.


Filippo II di Spagna

Il Re Filippo II di Spagna fece appello al Papa Paolo IV ed ai suoi alleati in Europa per organizzare una spedizione per riconquistare Tripoli da Thorgoud Rais, che aveva catturato la città dai Cavalieri di Malta nel mese di agosto del 1551 ed era stato successivamente nominato Bey (governatore) di Tripoli dal Sultano Solimano il Magnifico.

La flotta messa insieme dalle potenze alleate cristiane nel 1560 comprendeva 54 galee, 7 brigantini, 17 fregate, 2 galeoni, 28 navi mercantili e 12 navi di piccole dimensioni. Queste navi erano state fornite da una coalizione che comprendeva la Repubblica di Genova, il Granducato di Toscana, lo Stato Pontificio ed i Cavalieri di Malta.

La flotta, sotto il comando di Gianadrea Doria, nipote dell'ammiraglio genovese Andrea Doria, si riunì a Messina, da dove salpò per Malta dove, per il maltempo, fu costretta a restare per due mesi. Il 10 febbraio 1560 la flotta salpò per Tripoli, trasportando da 10.000 a 14.000 soldati.


una nave dell'Ordine

Anche se la spedizione non sbarcò troppo lontano da Tripoli, la mancanza di acqua, le malattie ed una tempesta costrinsero i comandanti ad abbandonare il loro obiettivo originario e il 7 marzo sbarcarono sull'isola di Gerba, che invasero rapidamente. Juan de la Cerda, viceré di Sicilia, ordinò di costruire sull'isola una fortezza e la costruzione ebbe inizio.

In quel momento una flotta ottomana di circa 86 galee e galeotte sotto il comando dell'ammiraglio ottomano Piyale Pasha era già partita da Istanbul. Piyale Pasha arrivò a Gerba l'11 maggio 1560, con grande sorpresa delle forze cristiane.


Thorgoud Rais

I comandanti cristiani avevano opinioni diverse su come affrontare l'attacco; alcuni optavano per un rifugio nel forte, altri a prestare battaglia navale. In ogni caso, quando i Turchi arrivarono trovarono la flotta cristiana disorganizzata e che stava cercando di fuggire, ma il vento gli era contrario.

La battaglia che ne conseguì si concluse in poche ore, con circa la metà delle galere cristiane catturate o affondate e circa 9.000 morti, di cui circa due terzi erano “galeotti” ai remi.

I soldati sopravvissuti si rifugiarono nella fortezza che avevano completato appena pochi giorni prima, la quale venne ben presto attaccata dalle forze di Piyale Pascià e di Thorgoud Rais che si era unito a Piyale Pasha tre giorni prima, ma non prima che Gianandrea Doria riuscisse a fuggire su una piccola nave.

Il 31 luglio, dopo un assedio di tre mesi, la guarnigione cristiana si arrese e Piyale Pascià trasportò circa 5.000 prigionieri ad Istanbul.

Tra i prigionieri vi era il comandante spagnolo, Don Alvaro de Sande, che aveva assunto il comando delle forze cristiane dopo la fuga di Gianandrea Doria.


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