(1799 - 1801)
IL MAGISTERO DELLO ZAR PAOLO I DI RUSSIA


Lo Zar Paolo I con la croce di Cavaliere

Quando la rivoluzione sconvolse la Francia, il Gran Maestro Emmanuel de Rohan Polduc fu costretto a rinunciare alla politica di neutralità dell'Ordine e cercare protezione; questa gli venne offerta principalmente dallo Zar Paolo I con il quale si giunse ad un concordato, firmato a Pietroburgo nel gennaio del 1797, che poneva i Cavalieri di Malta il protettorato della Russia in cambio della creazione di un Gran Priorato Russo.

Nel 1798 un manifesto dello Zar approvava l'esistenza in Russia del Priorato cattolico dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, con un totale di 98 commende nell'Impero.

Ma la Russia non riuscì a salvare Malta da Napoleone che se ne impadronì con la forza. Il Gran Maestro Ferdinand von Hompesch, il 12 giugno 1798 inviò sette Cavalieri a trattare la resa con i francesi. Secondo i termini della resa, l'Ordine cedeva la sovranità dell'isola alla Francia, mentre i Cavalieri avrebbero dovuto ricevere delle indennità o delle pensioni.

Il Gran Maestro poteva ritirarsi dove meglio riteneva opportuno con la sua scorta e con i Cavalieri non francesi. I Cavalieri francesi potevano rientrare in Francia, anche se alcuni preferirono rimanere a La Valletta. Per Malta era la fine di un'epoca gloriosa e nobilissima.

Molti dei Cavalieri che lasciarono Malta raggiunsero il loro Protettore a Pietroburgo. Il 10 settembre 1798 lo Zar Paolo I promulgò un “ukase” in virtù del quale assumeva sotto la sua alta protezione tutti i membri dell'Ordine, dichiarando Pietroburgo come capoluogo delle assemblee dell'Ordine.

Dopo la caduta dell'Ordine di Malta, il Gran Maestro Ferdinand von Hompesch riparò a Trieste da dove, il 12 Ottobre 1798, inviò una lettera a tutti i Re cristiani per chiedere protezione dalla Francia. Tuttavia, i monarchi d'Europa non avevano alcun desiderio di essere coinvolti in una guerra con la Francia per tutelare gli interessi dell'Ordine.


Ignaz Balthasar di Rinck a Baldenstein

Per primo Ignaz Balthasar di Rinck a Baldenstein, Gran Priore in Germania dell'Ordine di Malta, accusò Ferdinand von Hompesch di tradimento; il Re di Napoli chiuse ogni rapporto con l'Ordine di Malta ed espulse l'ambasciatore a Napoli; approfittando della situazione, il Duca di Toscana ed il Re di Sardegna confiscarono i beni dell'Ordine; così fece l'Imperatore d'Austria.

Il Sacro Romano Imperatore Francesco II, con la benedizione di Papa Pio VI chiese il 6 luglio 1799 al Gran Maestro Ferdinand von Hompesch di rinunciare al titolo. Ciò era stato fatto dall'Imperatore per scopi politici, motivato dal riavvicinamento con la Russia.

Il 27 ottobre 1798, i membri del Gran Priorato di Russia e tutti i Cavalieri delle altre Lingue che avevano trovato rifugio a Pietroburgo, dichiararono decaduto Ferdinand von Hompesch ed elessero come Maestro dell'Ordine lo Zar Gran Paolo I di Russia.

I principali Priorati di Germania, Baviera, Boemia, Napoli, Sicilia, Venezia, Portogallo, Lombardia e Pisa, nella speranza che la protezione dello Zar avrebbe garantito la sopravvivenza dell'Ordine, presto riconobbero ufficialmente l'elezione di Paolo I: Solo la il Priorato di Spagna e quello di Roma rifiutarono di riconoscerlo.

Paolo I presto firmò un atto di “Ricevuta dell'isola di Malta”, la pose sotto la protezione della Russia e la dichiarò provincia dell'Impero Russo; quindi ordinò la creazione di un “Trono di Malta” (ora in mostra nel Museo Statale dell'Ermitage).


il Palazzo Vorontsov, antica sede dell'Ordine a Pietroburgo
(ora Scuola Militare Suvorov)

Anche se il Papa Pio VI non ritenne valida questa elezione, in quanto non poteva accettare che solo il Gran Priorato di Russia avesse deposto il capo dell'Ordine, il Gran Maestro Ferdinand von Hompesch Ferdinand von Hompesch abdicò, così che Paolo I divenne il nuovo Gran Maestro “de facto”.

Intanto a Malta la popolazione, sostenuta dagli inglesi, aveva messo in atto una rivolta che costrinse i francesi ad abbandonare l'isola. Il pomeriggio del 3 settembre 1800, i rappresentanti degli inglesi e dei francesi firmarono i termini con i quali Malta passava sotto il controllo britannico.

Tuttavia l'avvicinamento dello Zar Paolo I alla Chiesa cattolica non piaceva alla Chiesa ortodossa russa e la politica dello Zar in favore dell'Ordine di Malta fu una delle tante altre cause che, nella notte tra l'11 e il 12 marzo del 1801, portarono al suo omicidio nel castello di Michajlovskij a Pietroburgo.

Il nuovo Zar Alessandro I di Russia, nei primi mesi del suo regno, pur essendo erede di Paolo I, non reclamò per se il titolo di Gran Maestro dell'Ordine di Malta, ordinò di rimuovere la croce maltese con la stemma nazionale e cancellò l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, dalla lista degli Ordini dell'Impero Russo.


il Corpo dei Cadetti

Malgrado tutto, continuò a fornire una protezione a tutto l'Ordine e, come protettore dell'Ordine, chiese alla Gran Bretagna che Malta venisse consegnata al controllo russo; il Primo Ministro di Gran Bretagna rifiutò decisamente.

Intanto, affinché l'Ordine potesse continuare ad essere gestito, lo Zar diede l'incarico al Conte Nikolay Saltykov di esercitare le funzioni di Luogotenente del Gran Maestro, confermando la residenza imperiale di Pietroburgo, quale Capoluogo dell'Ordine di San Giovanni, fintanto che le circostanze non avessero permesso la nomina di un Gran Maestro.

L'Ordine di San Giovanni creò a San Pietroburgo, anche istituto di formazione militare privilegiato: il Corpo dei Cadetti. In questa istituzione potevano entrare solo i figli di alti funzionari, che comunque accettavano lo spirito del cattolicesimo dei cavalieri di Malta.

Il Corpo dei Cadetti non intendeva portare la Chiesa cattolica in Russia, ma produsse una serie di eccellenti capi militari e politici. Il Papa chiuse un occhio a tutte le violazioni dello Statuto dell'Ordine, vedendo in questo un modo di penetrazione del cattolicesimo in Russia.

Pur continuando ad assicurare all'Ordine la sua protezione, lo Zar Alessandro I di Russia, affinché venisse eletto il nuovo Gran Maestro, propose che ogni “Lingua” scegliesse alcuni candidati da sottoporre al Pontefice, al quale riconosceva il diritto di effettuare la nomina.


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