il cavallo


Cavaliere templare sul suo cavallo.
Cappella dei Templari a Cressac in Francia

Un Ordine di cavalleria non è privo di cavalli. Così, la storia dell'Ordine del Tempio era intimamente legata a quella degli animali. Per iniziare, un nobile che era accolto nell'Ordine poteva donare il suo destriero, un cavallo da battaglia. Dopo il 1140, vi furono numerosi nobili che lasciarono in eredità ai Templari le loro armi e cavalli.

Per equipaggiare il suo esercito, l'Ordine del Tempio prevedeva tre cavalli per ciascuno dei suoi cavalieri, la cui cura era garantita da uno scudiero. Questa misura era tale da prevedere la perdita dei cavalli durante le battaglie, così che i fratelli avevano sempre a disposizione un cavallo di ricambio. La regola prevedeva che i fratelli potevano avere più di tre cavalli, quando il Maestro glielo permetteva.

I cavalli dovevano essere utilizzati nel modo più semplice che esprimeva il voto di povertà. Diveva la norma: “Non vogliamo che mai oro o argento che sono ricchezze particolari appaiano nei morsi o nei pettorali, né gli speroni, o nei finimenti, né sia lecito ad alcun fratello professo acquistarli. Se per caso tali vecchi strumenti fossero stati dati in dono, l'oro o l'argento siano colorati in modo che il colore o il decoro non appaia arroganza in mezzo agli altri. Se fossero stati dati nuovi, il maestro faccia ciò che vuole di queste cose”.


percheron

Tra i tre cavalli vi era un cavallo che era addestrato al combattimento e riservato alla guerra. Gli altri erano cavalli da tiro di razza “comtoise” o “percheron” e servivano al trasporto del cavaliere e delle attrezzature. C'era anche il “palafreno”, utilizzato soprattutto per lunghi viaggi.

Secondo la Norma, la gerarchia dell'Ordine di esprimeva anche attraverso l'assegnazione regolamentare dei cavalli. La Norma iniziava: “Il Maestro deve avere quattro bestie ...”, indicandone l'importanza.

Inoltre, i primi tre articoli sul Maestro dell'Ordine trattavano anche la cura dei suoi cavalli. Veniamo a sapere che i suoi cavalli venivano alimentati in misure di orzo (cereale costoso che dava ai cavalli molta più energia del semplice fieno) ed un maniscalco era sempre a disposizione del Maestro.

Tra i cavalli del Maestro vi era un turcomanno purosangue arabo, un cavallo da guerra molto veloce.

Quattro cavalli erano forniti a tutti i dignitari: il Siniscalco, il Maresciallo, il Comandante della Terra e del Regno di Gerusalemme, il Comandante della città di Gerusalemme, i comandanti di Tripoli e di Antiochia,il Drappiere, i Comandanti delle Commende ed i Turcopolieri. I fratelli sergenti come il Vice Maresciallo, il Gonfanoniere, il cuoco, il fabbro ed il Comandante del porto di San Giovanni d’Acri avevano due cavalli. Gli altro fratelli sergenti avevano un solo cavallo. I “turcopoli”, i soldati arabi nel servizio dell'Ordine del Tempio, dovevano fornire i propri cavalli.

Era il Maresciallo dell’Ordine che garantiva il mantenimento di tutti i cavalli ed attrezzature, armi, armature e finimenti, senza le quali la guerra non era possibile. Era responsabile per l'acquisto dei cavalli e ne doveva garantirne la qualità perfetta.

I cavalli erano dotati di una “sella a croce”, che era datatta per la guerra e permetteva al cavaliere di restare ben saldo durante le cariche. Le Commanderie nel sud della Francia, ma anche quelli di Castiglia, di Aragona e di Biscaglia, erano specializzati nell'allevamento dei cavalli. Questi venivano poi trasportati negli Stati crociati via mare. Per questo venivano caricati nelle stive delle navi dei Templari e consegnati alla carovana del Maresciallo dell’Ordine che curava personalmente la distribuzione degli animali. Quando un Templare moriva o veniva inviato altrove, i suoi cavalli venivano restituiti al Maresciallo.