L'espulsione dal Burzenland

In riconoscimento della supremazia papale, l'Ordine doveva pagare due marchi d'oro all'anno. Con questo i Cavalieri Teutonici spezzavano il vincolo che li legava alla corona ungherese che, improvvisamente, si ritrovava ai suoi confini un minaccioso Stato dell'Ordine Teutonico.

Ma questa azione fu un errore fatale perché immediatamente il Re Andrea II riconobbe il pericolo. Al posto dei problemi in una data futura, Hermann von Salza ebbe a che fare con tutti essi in una sola volta. Il Re Andrea ritrattò tutto quello che aveva negoziato con l'Ordine e ordinò ai Cavalieri Teutonici di lasciare immediatamente l'Ungheria. Non era disposto a vedere persa neanche una preziosa provincia, rubata al suo regno con un trucco.


il Principe Bela

Il Papa intervenne come meglio poté ed Hermann von Salza provò a spiegare che l'atto del Papa era stato male interpretato, ma tutte queste spiegazioni non furono di alcuna utilità. La nobiltà ungherese aveva sollevato i suoi dubbi ed ora il Re era con loro.

Quando i Cavalieri Teutonici rifiutarono incautamente di lasciare il Burzenland senza avere prima una nuova udienza dal Re, il Principe Bela (il futuro Re Bela IV) venne autorizzato a condurre un esercito contro di loro. Nella primavera del 1225 l'esercito ungherese marciò nel Burzenland, raggiungendo i castelli dell'Ordine Teutonico: l'esercito ungherese era numericamente molto consistente ed i Cavalieri Teutonici non poterono fare altro che trattare la resa.


"Sassoni di Transilvania"
discendenti dei contadini tedeschi
insediati dall'Ordine Teutonico

L'Ordine Teutonico venne ignominiosamente guidato fuori dalle sue terre ed espulso dal regno d'Ungheria ed i loro castelli vennero distrutti. Solo i contadini tedeschi (i “Sassoni della Transilvania“) che erano stati chiamati dai Cavalieri rimasero, diventando un importante insediamento durato fino al 1945.

Quando Hermann von Salza vide che non c'era altro da fare, lasciò il regno d'Ungheria con i suoi cavalieri e nel 1226 raggiunse il Duca Corrado di Mazovia che aveva chiesto aiuto all'Ordine per “salvare la Chiesa di Cristo dalla rabbia del popolo pagano dei Prussiani”.

Gli ungheresi non sostituirono le guarnigioni Teutoniche con un'adeguata protezione dagli attacchi dei Cumani, tanto che quei guerrieri della steppa recuperarono la fiducia in se stessi e la loro forza e presto tornarono ad essere ancora un pericolo per il Regno d'Ungheria.

L'espulsione dall'Ungheria scosse i Cavalieri Teutonici nelle sue fondamenta. Molti uomini avevano dato la loro vita e molto denaro era stato raccolto con difficoltà per costruire le fortificazioni e rendere sicuri i nuovi insediamenti; questi sforzi erano andati persi e la reputazione dell'Ordine era stata macchiata. Nel recente passato avevano ricevuto molti doni provenienti dall'Imperatore e da Principi: tenute a Bari, Palermo, Halle, e Praga. Quanti potenziali donatori avrebbero considerato le storie che si sentivano e poi fatto le loro donazioni altrove?

La risposta non era affatto certa, anche se l'esempio del tirolese Conte di Lengmoos fu incoraggiante: nel mezzo della polemica che aveva coinvolto l'Ordine Teutonico, offrì in dono all'Ordine tutte le sue terre. Tale cavaliere era un esempio vivente del problema che l'Ordine aveva fronte. Si poteva prosperare soprattutto nelle regioni germaniche, ottenendo reclute e donazioni da parte delle famiglie nobili e borghesi, ma in quel momento non c'era alcun motivo per operare in quelle zone.

Per avere uno scopo di esistenza i Cavalieri Teutonici dovevano lottare contro gli infedeli o pagani, ma quelli potevano essere trovati soltanto alle frontiere degli Stati non-tedeschi. Purtroppo, la nobiltà e la gente di quegli Stati spesso aveva poco in comune con i membri dell'Ordine Teutonico, perciò era piuttosto l'ostilità che la simpatia la naturale attitudine verso i Cavalieri Teutonici.


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