La Battaglia di Legnica

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Nel 1235 un esercito mongolo sotto il comando di Batu Khan e di Subutai khan, era partito dalla lontana Mongolia, alla conquista dell'Europa orientale. La loro diffusione verso ovest dalla loro sterile patria tra la Cina e la Russia fu una esperienza terribile per tutti coloro che purtroppo si vennero a trovare nel loro percorso. Essi non avevano riguardo per i civili ed infliggevano terribili sofferenze alla popolazione, distruggendo le loro città, rubando il loro bestiame, uccidendo gli uomini e costringendo le donne al concubinato.


la Battaglia di Legnica

Nel i mongoli 1240 attaccarono e distrussero la magnifica città di Kiev, capitale dell'Ucraina, minacciando le porte orientali dell'Europa cristiana. Dal 1241 tutti gli insediamenti principali della Rus' di Kiev, tranne Novgorod, erano completamente distrutti o sotto il controllo dei mongoli. Il loro successivo obiettivo era l'Ungheria, che con le sue ampie pianure erbose, protetta al nord dai Carpazi, offriva una base perfetta per eventuali attacchi futuri a tutta l'Europa occidentale.

I Mongoli consideravano i Cumani come un popolo sottomesso alla loro autorità, ma i Cumani fuggirono verso ovest e chiesero asilo nel Regno di Ungheria. Batu Can lanciò quindi un ultimatum al Re Bela IV di Ungheria, figlio di Andrea II, al quale i richiedeva la “restituzione” dei Cumani, ma questi si rifiutò.


Batu Khan

Dopo che Bela IV aveva respinto l'ultimatum di Batu Can, Subutai Can iniziò a pianificare l'invasione mongola dell'Ungheria. L'attacco all'Ungheria venne pianificato con precisione meticolosa, impressionante anche per un esercito mongolo. Batu Khan e Subutai Khan dovevano portare due armate per attaccare l'Ungheria, mentre una terza armata, guidata da Orda Khan (nipote di Gengis Khan), al fine di tenere impegnate le forze lituane e polacche che altrimenti sarebbero accorse in soccorso del Regno d'Ungheria, avrebbe attaccato, come diversivo, la parte orientale della Polonia, giungendo sino al confine con la Lituania, mentre Baidar e Kadan si occupavano della parte meridionale della Polonia.


Bela IV

Il responsabile della spedizione in Polonia era Kaidan (spesso confuso dai cronisti medievali con suo nipote Ogedei Kaidu) e, sotto il suo comando, questa si rivelò quasi altrettanto devastante quanto quella in Ungheria. Il primo obiettivo di Kaidan fu l'antica città di Cracovia.

Dopo essere fuggito da Sandomierz, il Principe Boleslao V fu costretto ad abbandonare anche Cracovia, che fu poi rasa al suolo dai mongoli.


al centro Kaidan

Kaidan poi divise le sue forze in due eserciti: uno perché devastasse il Nord della Polonia ed il confine sud-occidentale della Lituania ed uno che invadesse la parte meridionale della Polonia.

I mongoli saccheggiarono numerose città: prima saccheggiarono Sandomierz, poi il 3 marzo sconfissero l'esercito polacco vicino a Tursk; il 18 marzo sconfissero un altro esercito polacco a Chmielnik; il 24 marzo presero e bruciarono Cracovia. Pochi giorni dopo cercarono invano di conquistare Wroclaw (Breslavia), capitale della Slesia.

Rilevando l'impossibilità di conquistare Breslavia, iniziarono a considerare l'eventualità di un assedio, quando giunse la notizia dell'arrivo di un armata polacca con 50.000 unità che si trovava a due giorni da Breslavia. A tale notizia vennero abbandonati i progetti di assedio ed i Mongoli mossero per intercettare il contingente in arrivo prima che potesse incontrarsi con quello guidato dal Duca di Slesia. I mongoli raggiunsero le armate guidate dal Duca di Slesia Enrico II il Pio nei pressi della città fortificata di Leignica. La circostanza provocò una guerra lunga e spossante, estremamente feroce e violenta.


Boleslao V di Moravia

Secondo lo storico James Chambers, la coalizione era composta da un massimo di 25.000 uomini. Si potevano distinguere diverse tipologie di combattenti: truppe addestrate dell'esercito di Opole guidate dal Duca Mieszko II il Grosso, Moravi agli ordini di Boleslao V (figlio del Margaravio di Moldavia Depolt III), a cui si aggiungevano coscritti della Grande Polonia, volontari Bavaresi di Goldsberg (Zlotoryja).


Enrico II il pio

Vi erano anche truppe scelte e ben addestrate radunate Duca di Slesia fra cui mercenari provenienti dai ducati Piast della Slesia. Vi era infine un grosso contingente di Cavalieri Teutonici guidato da Poppo von Osterna, Landmeister di Prussia, Anche l'Imperatore Federico II, per dare man forte ai Cavalieri Teutonici, mandò loro in aiuto il figlio Enzo.

Il Duca di Slesia Enrico II il Pio divise le sue forze in quattro sezioni: i volontari bavaresi guidati da Boleslao V di Moravia, i coscritti della Grande Polonia insieme ad alcuni Cracoviani guidati da Sulislaw, fratello del Conte Palatino di Cracovia, l'esercito di Opole ed il contingente dei Cavalieri Teutonici, guidato dal Duca Mieszko II il Grosso e, sotto il comando di personale di Enrico II, gli Slesiani, i Moravi, i Templari e gli Ospitalieri.

I dettagli esatti della tattica ed il corso stesso della battaglia di Legnica sono carenti e talvolta contraddittori. Una moderna interpretazione ritiene che fu una pesante sconfitta per l'Europa orientale, che subì pesanti perdite.

E' noto che i mongoli al momento non avevano intenzioni di estendere la campagna verso occidente, perché erano indirizzati verso il Regno d'Ungheria per aiutare l'esercito mongolo principale nella conquista del paese.

Una forza mongola diversiva dell'esercito di Subutai, dimostrò i vantaggi della mobilità tattica e della velocità degli arcieri a cavallo. Le tattiche mongole erano essenzialmente una lunga serie di finti attacchi e finte fughe fatti da gruppi sparsi, per infliggere un lento ma costante fuoco a distanza, per interferire sulle formazioni nemiche e separarle dal corpo principale per organizzare agguati sui fianchi.

Queste erano le tattiche classiche che i mongoli utilizzavano in quasi tutte le loro grandi battaglie; erano rese possibili da un continuo addestramento a cavallo e dalle comunicazioni sul campo di battaglia, con l'impiego di un sistema di bandiere per cui i ranghi superiori potevano interagire con tempestività sugli eventi. Il comandante mongolo cercava il punto più alto sul sito della battaglia e lo utilizzava per comunicare ai suoi ufficiali i suoi ordini per il movimento delle truppe.

Il sistema mongolo era sconosciuto dai cavalieri europei, i quali avanzavano praticamente senza poter comunicare alle truppe e la tattica necessaria. era in netto contrasto con i goffi sistemi europei, in cui i cavalieri avanzavano praticamente senza nessuna comunicazione con le forze di sostegno.


guerrieri mongoli

Il numero dei mongoli coinvolti nella battaglia di Legnica sono difficili da stimare. I conteggi europei suggeriscono un numero di oltre 100.000 soldati, ma questi possono essere sopravvalutati: vista la debolezza del supporto logistico mongolo, le attuali stime suggeriscono dai 10.000 ai 20.000 uomini, principalmente arcieri a cavallo, più leggeri e veloci rispetto ad un nemico corazzato ed appesantito e per questo più lento.

La “Historia Tatarorum” dal francescano C. de Bridia Monachi suggerisce una forza di 10.000 soldati mongoli che sarebbero stati ridotti a 8.000 dopo perdite subite. Le fonti mongole ci dicono che l'invasione polacca fu una incursione di due “Tumens” (20.000 uomini) che faceva parte del piano di Subutai per distruggere gli eserciti europei uno alla volta, piuttosto che permettere loro di ammassarsi.

I mongoli avevano anche un altro fattore importante che giocava a loro favore: gli europei erano divisi da diverse dispute tra di loro, mentre i mongoli erano uniti da un unico obbiettivo.

La coalizione del Duca di Slesia fu la prima ad entrare in contatto con l'avanguardia (gli arcieri a cavallo “mangudai”) dell'esercito mongolo producendo un arretramento del nemico. Dopo che gli Slesiani vennero respinti, la cavalleria della Grande Polonia, guidata da Sulislaw e la cavalleria di Opole attaccò i mongoli. L'avanguardia mongola, dopo una serie di finiti attacchi alternati ad ingannevoli arretramenti, si ritirò, inducendo la cavalleria alleata ad inseguirli, anche se questo li separava dalla fanteria polacca.

I volontari bavaresi guidati da Boleslao di Moravia partirono all'attacco. Dopo che la cavalleria polacca iniziò ad inseguire i mongoli dopo la la loro finta ritirata, un cavaliere polacco gridò: “Run! Run!” (in polacco: “Corri! Corri!”) alle forze polacche; Mieszko nella confusione, ordinò al suo contingente di Opole di ritirarsi dalla battaglia. Il ritiro portò Enrico ad ordinare alle sue riserve di cavalieri di entrare in battaglia.


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