1343: la Rivolta della notte di San Giorgio

(pagina 1 di 2)


medaglia commemorativa della rivolta

La rivolta della notte di San Giorgio (23 aprile) del 1343 fu un tentativo non riuscito da parte della popolazione indigena del Ducato di Estonia e del Vescovado di Ösel-Wiek, con l'intento di annientare i governanti danesi ed i proprietari terrieri tedeschi che avevano sottomesso l'Estonia nel XIII secolo, e di eliminare la religione cristiana. Dopo un successo iniziale degli indigeni, la rivolta si concluse con l'invasione dei Cavalieri dell'Ordine di Livonia.

Contesto storico

Con la conquista dell'isola di Saaremaa (Ösel) da parte dei Fratelli della Spada nel 1261, l'Estonia venne stata completamente soggiogata dai Crociati tedeschi e Danesi. I nuovi governanti imposero imposte e tasse anche se la popolazione indigena mantenne i diritti individuali, come il diritto di portare armi.


le mura di Reval (Tallin) costruite dopo la rivolta

L'oppressione divenne più dura non appena la nuova classe dirigente iniziò a costruire case padronali in tutto il paese. Il peso dei doveri verso i Cavalieri laici venne raddoppiato dalla repressione religiosa e dalle richieste economiche imposte dalla Chiesa.

L'area era anche politicamente instabile. Le province estoni di Harjumaa e Virumaa erano state conquistate dalla Danimarca, ma dal XIV secolo il potere del Regno di Danimarca si era indebolito. Il Ducato di Estonia, appartenente alla Danimarca, si divise tra un partito pro-danese guidato da Olav von Roskilde, Vescovo di Reval (Tallin), ed il partito pro-tedesco guidato dal capitano Marquard von Breide. L'80% dei vassalli danesi nel Ducato di Estonia erano tedeschi provenienti dalla Westfalia, il 18% erano danesi e solo il 2% erano estoni.


Inizio della rivolta

La notte di San Giorgio (23 aprile) del 1343, venne dato un segnale di fuoco da una casa su una collina per un attacco coordinato versi i tedeschi di Harjumaa. Il piano era di uccidere “tutti i tedeschi con le loro mogli e figli. E così accadde, perché cominciarono a uccidere vergini, donne, servi, ancelle, nobili e popolani, giovani e anziani, perché erano di sangue tedesco e dovevano morire”.

Secondo le “Cronache Rimate di Livonia”, dopo la rinuncia al cristianesimo, le forze ribelli attraversarono tutta la provincia di Harjumaa, bruciarono tutti i manieri della nobiltà e uccisero tutti i tedeschi caduti nelle loro mani. Tra gli altri, diedero alle fiamme l'abbazia cistercense di “Kloster Padise” e massacrarono i 28 monaci che non erano riusciti a fuggire. La Cronaca aggiunge anche che tutte le donne e bambini tedeschi che erano stati risparmiati dagli uomini, furono uccisi dalle donne che poi passarono a bruciare tutte le chiese e le capanne dei monaci.

Dopo il successo iniziale, gli estoni elessero tra di loro quattro “Re”. I Re, insieme con l'esercito ribelle composto da 10.000 uomini, marciarono verso Reval (Tallinn) e assediarono la città. Nella prima battaglia sotto Tallinn gli estoni batterono i Cavalieri di Livonia.

Tuttavia, i capi della ribellione erano preoccupati dal fatto che, una volta che i tedeschi e danesi si fossero ripresi dalla sorpresa iniziale, loro non sarebbero stati in grado di resistere all'attacco combinato dei loro nemici. Quindi inviarono una delegazione ai Balivi svedesi di Abo e Viborg per far loro sapere che i tedeschi di Harjumaa erano stati uccisi. La delegazione dei ribelli estoni disse anche loro che il loro esercito stava assediando Reval, ma erano disposti a consegnare la città danese al Re di Svezia, se gli svedesi avessero inviato degli aiuti. I Balivi svedesi, molto interessati dalla proposta, promisero loro di raccogliere un esercito e navigare verso l'Estonia.


Diffusione della ribellione

Pochi giorni dopo, gli estoni della Contea di Läänemaa rinunciarono al cristianesimo ed uccisero tutti i tedeschi che riuscirono a trovare. Quando la rivolta era saldamente nelle mani degli estoni, l'esercito ribelle assediò la città di Haapsalu, capitale del Vescovado di Ösel-Wiek. Secondo le “Cronache Rimate di Livonia”, nella provincia di Läänemaa furono uccisi 1800 tedeschi.


1343: l'omicidio dei quattro Re

Dopo il massacro i sopravvissuti erano terrorizzati e si rifugiarono nel castello di Paide (tedesco: Weißenstein). Il Vogt del castello immediatamente inviò una lettera al Landmeister di Livonia Burchard von Dreileben chiedendo consigli sulla situazione. Burchard von Dreileben inviò dagli estoni ribelli un Cavaliere “che conosceva la loro lingua e che sapeva” (forse un etnico estone membro dell'Ordine); una volta giunto, il Cavaliere chiese loro di inviare una delegazione a Paide per spiegare le ragioni per cui avevano rinunciato cristianesimo ed ucciso tutti i tedeschi. Egli promise anche che l'Ordine di Livonia avrebbe rimedito ai torti del passato e stabilito buone relazioni con gli estoni.


torre del castello di Paide

Gli estoni inviarono a Paide i loro quattro “Re” accompagnati da tre scudieri e lasciarono che il vescovo di Reval passasse attraverso il territorio tenuto dai ribelli per partecipare ai negoziati. Tra gli alti molti membri dell'Ordine di Livonia che giunsero al castello di Paide vi erano anche il Landmeister di Livonia Burchard von Dreileben, i Komtur di Fellin (Viljandi) e Riga, il Vogt di Järva e molti altri.

Il gran numero di Cavalieri che arrivarono ai negoziati indica che il vero scopo della riunione era quello di neutralizzare i Re estoni e poi ad attaccare l'esercito ribelle. Infatti, dopo che la tregua era stata dichiarata, i Cavalieri dell'Ordine di Livonia attaccarono un accampamento di 500 estoni a Revaila.

Il 4 maggio 1343 gli avversari si sedettero per i colloqui di pace. Alla conferenza il Landmeister di Livonia personalmente fece da portavoce per tutta la parte tedesca. I quattro Re estoni offrirono di diventare vassalli dell'Ordine di Livonia, a condizione che non ci fossero altri signori a comandare su di loro. Il Maestro chiese di sapere perché avessero ucciso così tante persone, tra cui i 28 monaci del Kloster Padise. La risposta che ricevette fu che i tedeschi meritavano di essere uccisi anche se fossero stati alti solo due piedi.

Burchard von Dreileben, restò scandalizzato dalla risposta, ma dichiarò che i quattro Re ed i loro cortigiani dovevano rimanere impuniti e potevano conservare la loro libertà personale, comunque, fino a quando il Landmeister non tornava dalla campagna contro l'esercito estone, ai Re non doveva essere consentito di lasciare il castello di Paide. I quattro Re, ai quali non era stata concessa la libertà di movimento in base al codice medievale d'onore, restarono indignati e chiesero di essere liberati, in modo da poter condividere il loro destino con il loro esercito, ma inutilmente.


l'assassinio dei quattro Re

Quando i delegati estoni vennero scortati ai loro alloggi nel castello, vennero improvvisamente attaccati dai loro ospiti tedeschi nel cortile del castello stesso. Nella lotta che ne derivò i quattro Re ed i loro scudieri furono tutti uccisi.

La cronaca incolpa dell'incidente gli stessi Re, dicendo che uno di loro aveva tentato di uccidere il Vogt di Järva al quale era stato assegnato il compito di provvedere ai loro bisogni. Molti storici respingono questa spiegazione e dicono che le trattative erano solo un espediente per uccidere i capi della rivolta e che la versione ufficiale dell'incidente fu un inetto tentativo di giustificare l'assassinio di rappresentanti diplomatici.


LA STORIA DELLE CROCIATE LE CROCIATE DEL NORD LA STORIA DELLA RECONQUISTA
I CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO I CAVALIERI DI SAN LAZZARO I CAVALIERI OSPITALIERI
I CAVALIERI TEMPLARI I CAVALIERI TEUTONICI I CAVALIERI DI SAN TOMMASO I MONACI CISTERCENSI
I CAVALIERI PORTASPADA I FRATELLI DI DOBRZYN L'ORDINE DI SANTIAGO L'ORDINE DI CALATRAVA
L'ORDINE DI ALCANTARA L'ORDINE DI MONTESA L'ORDINE DEL CRISTO L'ORDINE DI SAN BENEDETTO DI AVIS