1410: la Battaglia di Tannenberg-Grunwald

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il luogo della battaglia

La guerra riprese nel mese di giugno del 1410. Il 15 luglio 1410 ebbe luogo la battaglia di Tannenberg-Grunwald, una delle più grandi e feroci battaglie del Medioevo. Fu combattuta nello Stato dell'Ordine Teutonico e più precisamente nelle piane tra i villaggi di Grünwald, Tannenberg (Stębark) e Ludwigsdorf (Łodwigowo).

Per immaginare la grandiosità dello scontro, bisogna recarsi sulla spianata ondulata di campi dove quella battaglia ebbe luogo.

Visitare il posto dove tutt'oggi c'è il monumento di pietra che sovrasta la piccola altura al centro, a ricordo di quel luglio del 1410 quando le forze polacco-lituane sconfissero clamorosamente, benché solo per una prima volta e non in modo definitivo, l'esercito dell'Ordine Teutonico.


il Castello di Marienburg, meta finale di Ladislao II Jagellone

Sul terreno è disegnato con blocchi di pietra l'ultimo schieramento delle forze polacco-lituano-russe da una parte e quelle dell'Ordine dall'altra. Questa vittoria contro l'Ordine Teutonico divenne una leggenda nella coscienza collettiva polacca come segno di liberazione dall'Ordine che aveva germanizzato e colonizzato le “terre polacche del nord”.

Tannenberg non fu che la prima battaglia vinta contro l'Ordine poiché la mèta ultima era in realtà la sede dell'Hochmeister: il Castello di Marienburg (Małbork in polacco) e questa fortezza fu raggiunta solo il 25 luglio, ben 16 giorni dopo lo scontro a Tannenberg.

Il fatto che la battaglia porti poi due nomi non è un caso. Il luogo dove lo scontro si svolse è chiamato “collina degli abeti” (in tedesco Tannenberg), ma intorno ad esso c'era anche un bosco di alberi bassi, “il bosco verde” (il dialetto prussiano-tedesco Grünwald) ed un villaggio chiamato Grünfelde.


Jan Dlugosz

La battaglia viene descritta in una “Chronica Conflictus” contenuta negli “Scriptores Rerum Prussicarum” e nelle “Historiae Poloniae” del canonico Jan Dlugosz. Questo canonico ha conosciuto tutti i particolari che riporta nei suoi scritti dal padre, che aveva partecipato direttamente alla battaglia, oltre che da molti altri superstiti conosciuti e interrogati sfruttando le amicizie di suo padre.

All'inizio del conflitto i Cavalieri erano riusciti a distruggere la destra dei lituani, ma successivamente dovettero gradualmente indietreggiare. Quando il loro coraggioso Hochmeister Ulrich von Jungingen venne ucciso nel centro della mischia, la battaglia venne definitivamente persa.

Oltre all'Hochmeister, morirono 40.000 soldati e 200 cavalieri tra cui il Großkomtur Conrad von Liechtenstein, l'Ordensmarschall Friedrich von Wallenrod, e molti comandanti ed ufficiali, mentre i polacchi subirono 60.000 morti.


le forze dell'Ordine Teutonico


Ulrich von Jungingen

Sul fronte dell'Ordine Teutonico vi erano anche, oltre alle forze dell'Ordine stesso, alcune unità provenienti dall'Europa occidentale comandate dall'Hochmeister dell'Ordine Teutonico Ulrich von Jungingen. In tutto circa 83.000 soldati, poco più della metà delle forze avversarie, ma nonostante questo handicap, il risultato dello scontro che si stava per affrontare non era certo.

Infatti, per quanto riguarda i Cavalieri, esisteva una grande superiorità militare rispetto all'esercito nemico, sia per la tattica che per gli armamenti (già da qualche anno avevano fatto la comparsa le prime armi da fuoco e anche l'Ordine, nella preparazione a quello scontro, fuse alcune bombarde), ma l'ostacolo maggiore era riuscire a mettere sul campo un sufficiente numero di combattenti quando una campagna militare diventava così grande.

L'armata dei Teutonici era suddivisa in “gonfaloni” ed ogni gonfalone formato da un numero di “lance”. Ogni lancia era formata da un Cavaliere con un certo numero di “sergenti” armati. I gonfaloni facevano capo alle diverse “Commende” sparse sul territorio prussiano o anche fuori (in Germania e in altre nazioni europee).

Il numero dei Cavalieri Teutonici era circa di 700, ai quali però bisogna sommare i membri laici dell'Ordine e che indossavano il mantello dei Cavalieri con la modifica che, al posto della croce, sul loro mantello era disegnata una Tau greca.

In questo caso si era ricorso anche all'assoldamento di Cavalieri di altri Ordini o di mestiere i quali portarono con sé altri uomini armati al seguito. Oltre a questi armigeri, c'erano anche le piccole armate dei Cavalieri simpatizzanti dell'Ordine ed in questa battaglia ce n'erano certamente due: una ungherese e l'altra valacca. Ed infine c'era stato anche il ricorso massiccio ai mercenari che erano stati appositamente ingaggiati.


le forze dell'alleanza polacco-lituana

Nonostante i tentativi di pacificazione da parte del re di Boemia e Ungheria, Ladislao II Jagellone fu in grado di accumulare una grande forza di circa 160.000 uomini.

Lo schieramento contro le forze dell'Ordine Teutonico era composto di polacchi, lituani, ungheresi e russi, ed ancora di mercenari della Slesia e della Boemia, oltre alle forze del Duca di Meclemburgo e dei Duchi di Pomerania. Tutte unite sotto il comando del re di Polonia e granduca di Lituania, Ladislao II Jagellone.


Vytautas il Grande

Lo schieramento era composto da tre tipi di organizzazioni armate le quali a loro volta, a parte il nucleo centrale, erano formate da altre armate di ancora più diverso tipo che erano composte da mercenari locali oppure che provenivano da diverse regioni, dalle aree vicine o dalla Pianura Russa oppure dalla steppa del Volga.

L'esercito polacco era diviso in battaglioni con un proprio gonfalone. I nobili polacchi concorrevano alla formazione dell'esercito nazionale finanziando propri gonfaloni. Ogni nobile disponeva di un'armata “personale”, la quale in caso di difficoltà, veniva integrata da giovani abili alla guerra, ceduti al nobile dalle famiglie contadine.


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