1463: la Battaglia della laguna della Vistola

Il 27 luglio 1463 Dunin iniziò l'assedio di Mewe (Gniew), un importante punto strategico che consentiva il collegamento tra la Pomerania e Konigsberg e permetteva il libero scambio tra Danzica e Toruń.

Per rompere l'assedio, l'Hochmeister Ludwig von Erlichshausen, con la sua flotta, partì da Konigsberg verso Leniwka (ramo sinistro della foce della Vistola) con un forte esercito, per unirsi alle forze di Bernhard von Zinnenberg. In questo modo gli eserciti uniti avrebbero ripristinato il dominio dei Cavalieri Teutonici sulla Vistola inferiore e salvato Mewe.

La battaglia navale avvenne probabilmente tra il villaggio di Kamionek Wielki e quello di Suchacz. La flotta della Confederazione, composta da circa 30 imbarcazioni, si scontrò con le 44 navi della flotta Teutonica con 1.500 uomini a bordo.

I Cavalieri Teutonici erano convinti della vittoria, vista la loro superiorità numerica e la qualità della flotta, ma le navi della Confederazione, che avevano comandanti di grande esperienza visto che erano marinai della Lega Anseatica, utilizzarono l'elemento sorpresa, e spinsero i Cavalieri nelle basse acque della baia, aggirandole. La lotta venne condotta in gran parte all'abbordaggio.


galeone polacco

Nelle mani della Confederazione finirono circa 500 prigionieri, mentre l'Hochmeister riuscì a fuggire a Königsberg. Quando le truppe Teutoniche provenienti dal distretto di Elblag, arrivarono in soccorso, l'Hochmeister era già fuggito, quindi il loro intervento risultò del tutto inutile.

Il disastro portò i Cavalieri a non contare più in un confronto nelle acque dell'Unione Prussiana, che aveva guadagnato il controllo della Vistola. Le truppe marinare dell'Ordine Teutonico vennero sciolte e l'Ordine, alla fine del 1463, si ritirò dalla guerra e firmò una tregua. All'inizio del 1464 anche Gniew si arrese. La guerra continuò ancora mentre i polacchi completavano l'occupazione della Prussia occidentale.


1462: i tentativi di pace

I Cavalieri Teutonici iniziarono ad avere seri problemi finanziari: ogni anno essi ricevevano meno soldi dal Sacro Romano Impero. I loro mercenari, il nucleo dell'esercito teutonico, non venivano pagati e si rifiutavano di fare qualsiasi azione offensiva. Allo stesso tempo, le armate della Polonia e della Confederazione Prussiana (principalmente Danzica) continuavano la loro offensiva.

Tuttavia Casimiro IV Jagellone non era in grado di trarre profitto da questi successi, a causa di problemi in Lituania. I lituani respingevano l'idea di spostare l'Ordine Teutonico in Podolia, anche se la Lituania avrebbe acquisito territori prussiani. Ciò costrinse il Re ad aprire nuovi negoziati con l'Ordine Teutonico, con la Lega Anseatica come mediatore.


Jan Dlugosz

Il 3 luglio 1462, a Toruń si avviarono i negoziati. I negoziatori polacchi includevano Jan Dlugosz ed il rettore dell'Accademia di Cracovia, Jan Dąbrówka. I rappresentanti della Confederazione Prussiana includevano Gabriel e Scibor von Baysen, così come gli inviati di città più grandi.

I polacchi ed i prussiani sostenevano che “la Pomerania da tempo immemorabile apparteneva alla Polonia, indicando i nomi slavi in Pomerania e la lingua slava degli abitanti”, la “tassa di San Pietro” pagata dalla Pomerania dimostrava che la Pomerania apparteneva alla diocesi polacca di Wloclawek. Essi inoltre sottolineavano con forza che i prussiani, di loro spontanea volontà, avevano chiesto l'inserimento della Prussia nella Polonia. Cercarono anche di dimostrare che la Prussia orientale era stata nel passato legata in qualche modo alla Polonia.

I Cavalieri Teutonici posero in discussione tutti gli argomenti e le passate sentenze papali. Ribadirono con forza che la Polonia aveva ufficialmente rinunciato a tutti i diritti sulla Pomerania e sulla Terra di Chełmno e ricordò anche l'affermazione dell'Imperatore nel 1453, quando proibì ogni opposizione in Prussia.

I mediatori anseatici proposero un cessate il fuoco per 20 anni, ma questa proposta fu respinta. I polacchi ancora una volta proposero di spostare l'Ordine Teutonico in Podolia, ma anche questa proposta fu respinta. Ufficiosamente, i polacchi proposero di lasciare l'Ordine Teutonico in Sambia come vassalli polacchi. Infine, i polacchi chiesero almeno la Pomerellia, la Terra di Chełmno, Marienburg e Elbing ma, quando anche questa proposta venne respinta, anche trattative le si interruppero.


ricostruzione del castello di Soldau

Piotr Dunin proseguì l'offensiva, catturando sempre di più castelli. I Mazoviani, infuriati dalle incursioni teutoniche, organizzarono un esercito popolare e conquistarono il castello di Soldau (Działdowo), ma ancora una volta il Re dovette lasciare la Polonia per recarsi in Lituania, ed i problemi finanziari fermarono ulteriori azioni. Ciò causò un'altra fase di negoziati nel 1465, che ancora una volta non ebbero successo.

Nel 1466 il principe-vescovo di Varmia, Paul von Legensdorf, decise di unirsi alle forze polacche e dichiarare guerra ai Cavalieri Teutonici. Le forze polacche sotto Dunin furono finalmente in grado di catturare Chojnice il 28 settembre 1466.

I successi polacchi causarono un indebolimento dei Cavalieri Teutonici che li costrinse a ricercare nuovi negoziati. Il nuovo mediatore fu il Papa Paolo II. Con l'aiuto del legato pontificio, Rudolf von Rüdesheim, il 10 ottobre 1466 venne firmato il Secondo Trattato di Toruń.


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