1697: la Battaglia di Zenta

Nel 1697 la guerra di successione del Palatinato consentì ai Turchi di riconquistare Belgrado, città dalla quale l'esercito, forte di circa 100.000 uomini, si mosse verso Vienna.


la Battaglia di Zenta

Il comando dell'armata austriaca dell'Ungheria era affidato al Feldmaresciallo Eugenio di Savoia. La situazione dell'armata austriaca era pessima: essa era composta prevalentemente da mercenari, inoltre le paghe previste erano in cronico ritardo di mesi e mesi e quindi l'entusiasmo o lo spirito di obbedienza e sacrificio erano ridotti al lumicino. Dell'organico previsto per l'armata austriaca, ottantamila uomini, erano disponibili solo poco più di trentamila, la cassa dell'armata vuota, il sistema di vettovagliamento penoso.

Avuta notizia che l'esercito turco, con la sua flottiglia di imbarcazioni fluviali, era ancora fermo a Belgrado, Eugenio di Savoia, dopo aver ordinato alle truppe austriache operanti nell'alta Ungheria di raggiungerlo rapidamente, si mosse rapidamente verso la città di Petervardino. Riuscì così a raccogliere un'armata di circa 55.000 effettivi.

Quando l'esercito di Eugenio di Savoia giunse a Petervardino i Turchi cercarono senza successo di attirare le sue truppe in una battaglia in campo aperto, quindi si diressero a nord per attaccare la fortezza di Seghedino.

Eugenio di Savoia li seguì quasi in parallelo. L'uscita dell'esercito austriaco dalla fortezza di Petervaradino sulle tracce di quello ottomano fece mutare i piani ai turchi, che decisero di rinunciare ad attaccare Seghedino per poi ritirarsi presso Temesvár, nei pressi di Zenta. Avuta notizia dei movimenti dell'esercito turco, Eugenio di Savoia decise di attaccarlo.

Era l'11 settembre 1697. Il grosso dell'esercito turco si trovava ancora sulla sponda occidentale del fiume Tibisco. Parte dell'artiglieria era stata trasferita sull'altra sponda del fiume, come pure la cavalleria turca.

Fu allora che Eugenio di Savoia diede l'ordine di attaccare, sorprendendo il grosso della fanteria turca in attesa di attraversare il fiume.


Il battesimo del fuoco del Reggimento di Fanteria Imperiale "Hoch- und Deutschmeister" contro i turchi a Zenta

Alla fine della battaglia, la fanteria turca fu letteralmente annientata; la parte di artiglieria che non era stata ancora trasferita oltre il Tibisco cadde in mani austriache.


Damian Hugo Freiherr von Schönborn

La parte di esercito turco già passata sulla riva orientale del fiume si dette alla fuga ritirandosi disordinatamente, lasciando alle truppe imperiali un favoloso bottino. I Turchi caduti in battaglia furono circa 25.000 mentre da parte austriaca si contarono meno di 500 morti e circa 1.500 feriti.

Faceva parte dell'esercito austriaco anche il Reggimento di Fanteria l'Imperiale "Hoch- und Deutschmeister". Eugenio di Savoia riferì sul valore dei suoi soldati all'Imperatore: questi scrisse una lettera apprezzamento al comandante il Cardinale Damian Hugo Freiherr von Schönborn.


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