La soppressione dei Templari

Nonostante avessero reso grandi servizi al cristianesimo, nel 1307 i Templari furono accusati dal Re Filippo IV di Francia e dal Papa Clemente V di gravi reati e di eresia. Furono quindi arrestati, torturati e processati e molti di loro, compreso il Gran Maestro, furono condannati al rogo.


Re Dionigi del Portogallo

Il 30 dicembre 1308 il Papa Clemente V ordinò a Re Dionigi del Portogallo di arrestare i Templari del Portogallo. Nel paese venne creata una commissione d'inchiesta presieduta dal Vescovo di Lisbona, dove 28 Templari vennero interrogati e imprigionati, secondo i desideri del Papa.

Nel mese di gennaio 1310, per evitare che i beni dei Templari cadessero in altre mani, il Re ne ordinò la confisca, in attesa che la Chiesa deliberasse in merito. L'inchiesta condotta in Portogallo non denotò niente di condannabile contro l'Ordine dei Templari o i suoi membri ma, nel maggio dello stesso anno, il Re Filippo IV di Francia aveva mandato al rogo i primi 54 Templari, dando inizio alla soppressione sistematica dell'Ordine del Tempio.

Dopo la soppressione dei Templari, il Re Dionigi del Portogallo era preoccupato per le voci secondo cui il Papa avrebbe avuto intenzione di concedere i beni dei Templari all'Ordine degli Ospitalieri. Questi ultimi avevano già numerosi possedimenti in Portogallo, quindi concedere loro il patrimonio dei Templari avrebbe significato un tale arricchimento di questo Ordine che avrebbe potuto “adombrare” l'autorità reale.