La Terza Crociata

La sorte della Terra Santa e gli eventi della Terza Crociata evocarono nell'Ordine Cistercense una grande risonanza. Il Capitolo Generale a più riprese proibì ai membri dell'Ordine di fare dei pellegrinaggi in Terra Santa, eppure l'organizzazione della terza Crociata (1184-1192) fu opera, in gran parte, di prelati Cistercensi, i quali godevano dell'appoggio morale di tutto l'Ordine.


il Re di francia riceve gli emissari del Papa
che richiedono una Crociata

In Italia, l'Arcivescovo Gerardo di Ravenna, già monaco cistercense, venne designato quale Legato Papale e incaricato di predicare la Crociata e di reclutare volontari. Enrico di Marcy, Cardinale Vescovo di Albano, già abate di Chiaravalle, e Garnier, abate in carica nell'abbazia di Chiaravalle, svolsero in Francia e in Germania lo stesso mandato; mentre Baldovino, Arcivescovo di Canterbury, già abate di Ford, cercava di animare in Inghilterra la causa della Crociata.

Un certo numero di abati e di monaci Cistercensi seguirono l'esercito Crociato verso l'Est. L'Arcivescovo Gerardo cadde in battaglia sotto le mura di Acri, l'Arcivescovo Baldovino ed Enrico, Vescovo di Basilea, morirono per i disagi. Quando Riccardo I Re di Inghilterra, (“Riccardo Cuor di Leone”) finì prigioniero in Germania, due abati cistercensi, Roberto di Boxley e Guglielmo di Robertsbridge, negoziarono il suo riscatto; per questo le abbazie inglesi che producevano lana contribuirono con il guadagno della tosatura di un anno intero.

Fonte: L.J. Lekai, I Cistercensi. Ideali e realtà, V, Certosa di Pavia, 1989.