La Crociata di Livonia

I monaci Cistercensi svolsero un'attività missionaria e cavalleresca o “Crociata” insieme, anche nell'Europa Nord-orientale, soprattutto in Livonia (le attuali Lettonia ed Estonia). Là, come fra gli Albigesi, la predicazione costituiva solo una parte del compito da svolgere: la conversione delle tribù ostili e bellicose richiese una diplomazia intelligente, e talora anche un'abile conduzione militare.

I primi sforzi e tentativi in questa direzione furono assunti da Eskil, Vescovo di Lund. Nel 1164, durante uno dei suoi soggiorni in Francia, egli ordinò nella cattedrale di Sens, alla presenza del Papa Alessandro III, il monaco Cistercense Stefano di Alvastra, quale primo Arcivescovo di Upsala. Poi, qualche tempo dopo, egli consacrò anche Fulco, un monaco Cistercense francese, quale Vescovo dell'Estonia, che era ancora una regione pagana.

Dietro richiesta di Fulco, il Papa Alessandro III indisse una Crociata per soggiogare gli abitanti della Estonia, ma l'iniziativa non diede risultati durevoli. Dopo il 1180 il nome di Fulco scomparve dai registri ufficiali.


Meinhard von Segeberg

La missione in Livonia ebbe maggiore successo: essa venne guidata da Meinhard von Segeberg (1140 ca.-1196), che era stato un canonico agostiniano e il primo Vescovo della Livonia. Fu probabilmente Meinhard che reclutò quel famosissimo missionario cistercense, Dietrich (Teodorico) di Thoreida (Treiden), che era monaco di Loccum.

Dietrich di Thoreida servì con molta fede non solo Meinhard ma anche il suo successore, Bertoldo, che era stato il suo abate nel monastero di Loccum; e questo fino a quando Bertoldo morì in battaglia, ucciso dai suoi “riluttanti convertiti” (1198).

Per Dietrich di Thoreida la situazione divenne propizia soprattutto con il nuovo Vescovo, Alberto di Buxhovden ardente e capace. Questi era stato canonico di Brema e fondatore della sua sede episcopale (1160 ca.-1229).

Dietrich di Thoreida divenne il suo consigliere di fiducia e nello stesso tempo un efficace coordinatore con la corte papale. Egli visitò Roma almeno sei volte ed informò il Papa Innocenzo III dei problemi riguardanti le missioni nel Nord.

Più tardi, quale Vescovo di Estonia, Dietrich di Thoreida fu uno dei partecipanti nel 1215, al IV Concilio del Laterano. Ma molto prima di tale data era emersa la possibilità di formare, sotto gli auspici del Papa, una chiesa-stato indipendente, che sarebbe stata governata dal Vescovo Riga. Questo progetto mobilitò tutte le risorse della diplomazia papale: esso non fu purtroppo mai realizzato, ma divenne come la matrice di una molteplicità di attività missionarie e “Crociate”, nei decenni successivi.

Sfortunatamente, dopo la morte dell'imperatore Enrico VI (1197) la Germania si immerse in una caotica situazione politica. Nonostante i ripetuti appelli dei Papa in proposito, non era possibile organizzare delle vere e proprie “Crociate”. Tuttavia, il movimento mise in risalto una delle personalità più caratteristiche di quell'epoca turbolenta, Bernardo di Lippia (1140-1224), potente vassallo e compagno di armi di Enrico di Lione, Duca di Baviera.

La cronaca di Enrico di Livonia dà una rappresentazione viva della sua conversione: “Il conte Bernardo, quando ancora era nella sua terra, aveva preso parte a molte guerre, incendi e assalti. Ma fu punito da Dio e si ammalò di una malattia che gli indeboliva i piedi, e così, zoppo ad ambedue i piedi, dovette essere trasportato in barella per molti giorni. Guarito da questa malattia fu ricevuto nell'Ordine Cistercense. Dopo aver studiato per alcuni anni le lettere e la religione, egli ricevette dal Papa il permesso di predicare la parola di Dio ed andare in Livonia. Come egli stesso ebbe a raccontare spesso, dopo aver accettato la croce per andare nella terra della Beata Vergine Maria, i suoi arti immediatamente si irrobustirono ed i suoi piedi divennero sani”.


Alberto di Buxhovden

Nel 1185 Bernardo contribuì alla fondazione dell'abbazia Cistercense di Marienfeld, e qui, ben presto, egli stesso divenne monaco. Alcuni anni dopo rivesti la sua armatura e indisse una Crociata; ma alla fine divenne abate di Dünamünde (1221-1218), una feconda abbazia cistercense, che fu una importante fondazione.

Incoraggiato da Alberto di Buxhovden, Vescovo di Riga, l'anziano guerriero accettò un altro posto missionario quale abate di Senigallia (in Lituania), dopo la sua consacrazione avvenuta ad opera di suo figlio, il Vescovo Ottone di Utrecht. Il culmine di questa lunga carriera fu senz'altro nel 1219, quando, vicino ormai all'ottantina, egli consacrò il suo secondo figlio, Gerardo, ad Arcivescovo di Brema.

Una enigmatica figura cistercense emerse dall'ombra quando, alla morte di Alberto di Buxhovden, seguì una disputa per l'elezione del nuovo Vescovo di Riga (1129). Le parti in conflitto si rivolsero al Papa Gregorio IX, il quale inviò sul posto il Cardinale Ottone.

Sulla via di Riga, il Cardinale unì alla sua causa le grandi qualità di Baldovino, un monaco Cistercense di Aulne, una grande abbazia della Bassa Lorena. Mentre il Cardinale indugiava in Danimarca, Baldovino si arrogò delle iniziative e, sfruttando l'occasione, rispolverò l'idea di formare uno stato vassallo del Papa in tutto il territorio dell'area orientale del Baltico.

Nel 1232, dopo aver raccolto degli aiuti locali, Baldovino si precipitò in Italia e persuase il Papa sulle convenienze pratiche dei progetto; su queste basi il Papa lo consacrò Vescovo di Senigallia e Kurlandia, e lo rese Legato Papale su tutto quel territorio.

Baldovino organizzò a Riga il proprio quartier generale, ma i suoi piani ambiziosi provocarono la resistenza militare dei Cavalieri della Spada, che già possedevano molte delle terre rivendicate da Baldovino. Le forze armate del Vescovo, organizzate precipitosamente, vennero sconfitte dai Cavalieri nella battaglia di Reval (1233) che pose fine al progetto e discreditò il suo autore, che perse insieme anche il suo ufficio di Legato Papale. Dopo aver trascorso qualche tempo ad Aulne, Baldovino, sconcertato, si unì alla corte dell'Imperatore Baldovino II di Costantinopoli, che lo ricompensò con la sede metropolitana di Verissa, dove morì nel 1243.

Fonte: L.J. Lekai, I Cistercensi. Ideali e realtà, V, Certosa di Pavia, 1989.