Il popolo dei Pruzzi

Nel XII secolo le terre baltiche confinanti con il Sacro Romano Impero e con la Polonia divenuta cristiana nel 968, costituivano ancora una “terra incognita”. Terra di evangelizzazione cristiana e di conquista per il Sacro Romano Impero e per la Polonia.

Queste terre, nella zona intorno alla Vistola ed alla laguna della Curlandia, erano situate nelle regioni di Varmia e di Masuria dell’attuale Polonia, nella regione di Kaliningrad in Russia e nella regione di Klaipeda nella Lituania meridionale.


suddivisione della Prussia nei vari distretti tribali

Qui viveva un gruppo etnico di tribù autoctone del Baltico noto come il popolo dei “Pruzzi” o Prussiani Baltici (tedesco: Pruzzen o Prussen; latino: Pruteni; polacco: Prusowie); parlavano una lingua conosciuta come l’antico prussiano, molto vicina a quella dei vicini lituani e lettoni, con alcuni elementi slavi.

La religione professata da questi popoli era quasi ovunque la stessa. Si trattava di un politeismo che divinizzava le forze della natura. Tre erano le divinità principali: Perkuns, dio della luce e del tuono, Pikouzos, dio degli inferi e Potrimpos, dio della terra, dei frutti e degli animali. Un culto speciale era inoltre tributato alla luna, alle stelle e a certi animali come la lucertola, il serpente e la rana.


Pruzzi

Nel XIII secolo, i Pruzzi non vivevano in una nazione unificata, ma erano divisi in varie tribù, le quali non svilupparono una politica comune ed un’unica organizzazione territoriale; quindi non adottavano un unico nome, mentre invece usavano il nome della regione da cui provenivano: Galindiani, Sambiani, Bartiani, Nadroviani, Natangiani, Scaloviani, Sudoviani, ecc.

La “Chronicon Terrae Prussiae” (Cronaca della Terra Prussia), è la fonte primaria che ci descrive i Pruzzi. L’autore, Peter von Dusburg, sacerdote dell’Ordine Teutonico, elenca dieci regioni prussiane abitate da altrettante tribù; queste regioni erano: Pomesania (tedesco: Pomesanien), Varmia (tedesco: Ermland, Warmien), Pogesania (tedesco: Pogesanien), Notangia (tedesco: Natangen), Sambia (tedesco: Samland), Nadrovia (tedesco: Nadrauen), Bartia (tedesco: Barten), Scalovia (tedesco: Schalauen), Sudovia (tedesco: Sudauen), Galindia (tedesco: Galindien)


Perkuns, dio della luce e del tuono

Fin dall’antichità i polacchi avevano ripetutamente cercato di soggiogare i Pruzzi, ma tutti gli sforzi erano stati inutili. Nel 960 il Duca Mieszko I dei Polani cercò di estendere il suo regno sino alla terra dei Pruzzi, conquistando così la Masovia da dove effettuò una serie di conquiste nella Sudovia.

Nel 997 il Duca Boleslao I di Polonia (966-1025) inviò il Vescovo Adalberto (polacco: Wojciech) di Praga tentare una evangelizzazione dei Pruzzi. Adalberto sbarcò nel golfo di Danzica e prese a risalire la Vistola con i suoi compagni. Contemporaneamente il Duca Boleslao intraprese una spedizione per la conquista militare del territorio. I Pruzzi sospettavano del Vescovo Adalberto, ritenendolo una spia di Boleslao, così che il suo lavoro missionario durò appena pochi giorni: il 23 aprile del 997 Adalberto e i suoi compagni furono trucidati dai Pruzzi.


S. Adalberto, Arcivescovo di Praga
mentre battezza un Pruzzo

Nel 1008 il successore di Adalberto, il monaco benedettino Bruno Bonifacio di Querfurt, fece ancora un tentativo d’evangelizzazione. Dopo aver ottenuto inizialmente qualche successo tra i Pruzzi, l’anno dopo il suo arrivo, il 9 marzo 1009, venne decapitato insieme a 18 compagni.

Nel corso dei due secoli successivi, i polacchi mossero guerra contri i vicini Pruzzi della Sudovia e della Galindia. Mentre i polacchi cercavano la conversione dei Pruzzi ed il controllo della loro terra, i Pruzzi si impegnavano in incursioni per catturare degli schiavi nei territori confinanti della Terra di Chelmno e della Masovia. Quando le ostilità si interrompevano, molti Pruzzi accettavano il battesimo solo nominalmente, per tornare alle loro credenze pagane.


Christian di Oliva

L’inizio di una attività missionaria vera e propria nelle terre dei Pruzzi venne sostenuta dal monaco cistercense Goffredo, abate del monastero di Lekno, situato in Polonia. Con la benedizione del Papa Innocenzo III, egli iniziò la predicazione nel 1206, e fu raggiunto nel 1207 da Filippo, uno dei suoi monaci. Nel 1206, il monaco cistercense Christian di Oliva (1180-1245) trovò un’accoglienza migliore del previsto al suo arrivo nelle terre dei Pruzzi. Un successo fenomenale gli meritò il titolo di “apostolo dei Pruzzi”.

Nel periodo successivo i polacchi tentarono ripetutamente di impadronirsi del territorio abitato dai Pruzzi, soprattutto al fine di ottenere uno sbocco sul Mar Baltico. Queste spedizioni venivano giustificate con la necessità dell’evangelizzazione, ma non conobbero mai il successo, a causa della accanita resistenza dei Pruzzi.

Nel 1209 e anche successivamente fu il Duca Corrado I di Masovia a tentare di sottomettere i Pruzzi, ma anche i suoi tentativi vennero respinti. Sottoposto ad una costante serie di contro-incursioni dei Pruzzi, Corrado di Masovia, voleva stabilizzare il nord del suo Ducato di Masovia nella zona di frontiera che era la Terra di Chelmno (tedesco: Culmerland). La Masovia era stata conquistata solo nel X secolo ed i Pruzzi nativi, Sudoviani e Lituani vivevano ancora nel territorio, dove non esistevano confini stabiliti.

Intanto, forte dei suoi iniziali successi, il monaco Christian di Oliva si recò a Roma accompagnato da due Pruzzi neoconvertiti, per preparare una missione più grande. A Roma il Papa Innocenzo III lo nominò e consacrò Vescovo di Prussia. Tuttavia, quando nel 1215 ritornò nella Terra di Chelmno, Christian trovò i Pruzzi che erano tornati a invadere Terra di Chelmno, la Masovia e la Pomerellia, assediando le città di Chelmno e di Lubawa e costringendo i Pruzzi convertiti a tornare alle vecchie credenze.