dal 868 al 882


868: La ribellione di Abderramán ibn Marwan al Yilliqi

Nell'868, nella zona di Mérida ci fu la rivolta di Abderramán ibn Marwan al Yilliqi, un muladi (convertito all'Islam) galiziano. Una volta sconfitto, Abderramán ibn Marwan al Yilliqi si stabilì a Cordova, dove rimase fino all'875, quando tornò a ribellarsi prendendo come centro il castello di Alange. Sconfitto nuovamente dagli Omayyadi, gli fu consentito insediarsi a Badajoz, che fortificò e da dove ritornò alla rivolta, unendosi ad un altro ribelle, Sadun al Surumbaqi.

Poi Abderramán ibn Marwan al Yilliq si alleò con il Re di Castiglia e fu sconfitto dal generale Hashim ibn al Aziz, fu imprigionato e dovette pagare un forte riscatto per essere rilasciato. Nell'884 Abderramán ibn Marwan al Yilliq ruppe l'alleanza con il Re di Castiglia e, dopo diversi scontri con l'esercito Omayyade, finalmente raggiunse un accordo con l'Emiro, che gli permise di governare Badajoz per suo conto.


872: La presa di Tudela

Nel decennio successivo il Re di Navarra Garcia I Iñiguez riallacciò buoni rapporti con la famiglia dei Banu Qasi che volevano frenare il potere musulmano nella valle del fiume Ebro. Nel dicembre dell'871, supportò la rivolta di Lubb ibn Musa, figlio primogenito di Musa ibn Musa, e assieme al Re Alfonso III delle Asturie, presero Tudela (19 gennaio 872), ponendo Lubb ibn Musa a capo di tutta la Marca Superiore fino alla sua morte nell'874.


vita quotidiana in Al Andalus

Questo fatto fece ripredere gli scontri con l'Emiro di Cordova, che inviò diverse spedizioni militari nell'873, 874 e 878 e 879: nell'873, dopo aver occupato Huesca (873), si indirizzò contro Pamplona e Al Mundir, figlio dell'Emiro, saccheggiò i raccolti di Pamplona (874) e si incamminò verso Alava e la Castiglia (877), Tudela e Pamplona (878) e contro Tudela, Borja, Saragozza e Tarazona (879).

Garcia I Iñiguez morì nell'880, dopo essere riuscto a formare un asse cristiano Oviedo-Álava-Pamplona-Jaca attraverso la politica matrimoniale: la Principessa Jimena aveva sposato il Re Alfonso III delle Asturie e la Principessa Oneca aveva sposato Aznar II Galíndez, Conte di Aragona.


876: La ribellione di Ibn Marwan

Tra l'876 e l'877 il Re Alfonso III delle Asturie aiutò il “muladi” (convertito all'Islam) Ibn Marwan, governatore di Merida, a ribellarso a Muhammad I, Emiro di Cordova. L'esercito inviato dall'Emiro cadde in un'imboscata nella Sierra della Estrella. L'Emiro Muhammad I fu costretto a pagare il riscatto per i prigionieri e firmare una tregua di tre anni; era la prima volta che Cordova chiedeva la pace. Ibn Marwan invece si rifugiò nelle terre del Re Alfonso III dove rimase otto anni, tornando a Badajoz nell'884.

Comunque entrambi i sovrani considervano la tregua come una parentesi, preparandosi per il prossimo scontro: l'Emiro Muhammad I mise insieme una flotta per attaccare la Galizia dal mare, ma fu distrutta da una tempesta. Poi Alfonso III e Ibn Marwan discesero attraverso la valle del Tago e sconfissero l'esercito dell'Emiro di nei paraggi del Monte Oxifer, vicino al fiume Guadiana.


878: La conquista del Portogallo

Nell'878 il Re Alfonso III delle Asturie inviò le sue truppe a conquistare il nord del Portogallo, prendendo così Coimbra ed Oporto e posizionando la frontiera sud-occidentale sul rio Mondego. Contemporaneamente consolidò il Duero come confine meridionale del Regno.

Tra l'879 e l'880, il Re Alfonso III delle Asturie continuò a conquistare il nord del Portogallo comprese le città di Coimbra, Viseu, Lamego e Oporto e nell'868 creò il Contado Portucalense (Contea del Portogallo) affidandola al Conte Vímara Peres.


878: Le incursioni degli Omayyadi

tra gli anni 875 e 883, Alfonso III dovette affrontare le offensive di Al Mundir, figlio dell'Emiro Muhammad I. Le prime incursioni degli Omayyadi ebbero come obiettivo León ed El Bierzo, ma fallirono. La controffensiva cristiana si concluse con la presa di Deza e Atienza.

Nell'878 Al Mundhir tentò di conquistare León e Astorga, però fu battuto a Valdemora dal Re Alfonso III delle Asturie. Poi, nell'883, organizzò una spedizione contro i Banu Qasi, alleatisi col Re delle Asturie, ma anche questa volta venne sconfitto. Nell'884, portò a termine le operazioni militari contro Ibn Marwan, cacciandolo da Badajoz.

Nell'878 Coimbra, per la sua posizione di cerniera tra il mondo cristiano e quello musulmano, venne trasformata dal Re Alfonso III delle Asturie in una Contea autonoma sotto il Conte Hermenegildo Mendes; dopo pochi decenni, portata a termine la conquista del Nord del Portogallo, la contea di Coimbra ritornò a fare parte del Contado Portucalense.


879: Il Conte Goffredo di Barcellona

Dopo le conquiste fatte da Ludovico il Pio, all'inizio del IX secolo venne fissato un confine delimitato a ovest e a sud dai bacini del Llobregat, Cardoner e Segre medio, che rimase invariato per i successivi 300 anni: erano i confini di quella che sarebbe poi diventata la Catalogna.

Questo territorio in passato faceva parte dell'Emirato e Califfato di Cordova, diviso in due grandi province, Al Zaytum con capitale a Lérida e Al Burtát con capitale a Tortosa.

Fu in questo territorio che venne organizzata la cosiddetta Marca Hispanica, talvolta chiamata Gothia, dipendente da Narbona (capitale della Settimania), che faceva parte dell'Impero Carolingio. La Marca Hispanica venne da subito organizzata in un certo numero di Contee (Rosellón, Cerdaña, Ampurias, Urgel, Besalú e, in particolare Barcelona, ma anche, Gerona, Osona, Berga, Peralada, Vallespir e Conflent, oltre a Pallars e Ribagorza, che però non appartenevano al Regno di Narbona ma a quello di Tolosa), che colonizzarono il territorio con il trasferimento forzato di uomini, che diede origine a una società di liberi contadini.

Tra queste Contee presto si distaccò quella di Barcellona, che in realtà divenne egemone sulle altre, soprattutto ai tempi di Goffredo “il Villoso”.

Il Conte Goffredo I di Barcellona, detto “il Villoso” fu un uomo dotato per il governo, e agì come comandante di gran parte della Marca Hispanica, affrontando gli arabi in numerose occasioni. In questo senso, ingrandì il territorio della Contea di Barcellona incorporando le regioni di Ausona, Ripoll, Cardona e Montserrat. Questo insieme di territori causò la diffidenza dei suoi vicini musulmani, che decisero di fortificare la città di Lérida, cosa Goffredo I interpretò come una provocazione e deciso di iniziare il suo assalto, sebbene fu sconfitto ampiamente dal governatore musulmano Ismail ibn Musa (883 o 884).


Morte del Conte Goffredo di Barcellona (dipinto di Pablo A. Béjar Novella)

Goffredo I dovette combattere i musulmani con i propri mezzi, perché i Re Franchi avevano gravi problemi interni (scontri con i Normanni, guerre interne (893-897), ecc). Nell'897, Lope ibn Muhammad, governatore musulmano di Lérida, intraprese un'incursione contro Barcellona, in cui Goffredo I fu gravemente ferito, morendo poco dopo.


880: Il Re Fortún Garcés di Pamplona

Fortún Garcés, detto “il monaco”, figlio primogenito di Garcia I Iñiguez, dopo venti anni di prigionia a Cordova, fu rilasciato dopo la pace firmata dall'Emiro per le ripetute sconfitte subite contro le truppe del Re Alfonso III delle Asturie.

Il Re Alfonso III delle Asturie e Fortún Garcés cercarono di porre fine all'avanzata musulmana, dell'alleanza tra Muhammad ibn Lubb, della famiglia dei Banu Qasi, e l'Emiro di Cordova (882), ma finirono per essere sconfitti dal figlio di quest'ultimo alla periferia di Saragozza nell'889.

Tuttavia nel 905 Alfonso III aiutò Sancho I Garcés a rovesciare Fortún Garcés che oramai era in età molto avanzata.

Sancho I Garcés, che aveva sposato Toda Aznar, nipote di Fortún Garcés, prese Pamplona e spodestò Fortun Garcés, confinandolo nel monastero di San Salvador de Leire.


882: Le campagne militari di Al Mundhir

Nell'882 Muhammad ibn Lubb, della potente famiglia dei Banu Qasi, si alleò con l'Emiro Muhammad I di Cordova. L'emiro inviò un esercito al comando di suo figlio Al Mundhir che, unito a quello di Muhammad ibn Lubb, doveva fare delle incursioni lungo la valle del fiume Ebro. Muhammad ibn Lubb partì da Saragozza, e devastò le valli della Rioja.


il bazar

Una volta arrivato a Cellorigo tentò, senza riuscirvi, di prendere il castello, strategicamente posizionato per proteggere un passo dei monti Obarenes. Intanto Al Mundir aveva ragginto Pancorbo, un altro passo di montagna degli Obarenes. L'assalto al Castello di Pancorbo si prolungò per diversi giorni, finendo con la ritirata musulmana e molte vittime.

Dopo queste ritirate, il re Alfonso III delle Asturie ordinò a ai suoi generali di attaccare Muhammad ibn Lubb e Al Mundhir, i quali, dopo essere stati arraccati diverse volte, alla fine chiesero la pace.

Un anno dopo, nel 883, Al Mundhir radunò un nuovo esercito e partì ancora una volta per tentare do prendere il castello di Cellorigo, ma questa volta senza l'aiuto delle truppe comandate da Muhammad ibn Lub.

I risultati della campagna furono peggiori dei precedenti. Dopo essere stato respinto una seconda volta dai difensori di Cellorigo, marciò per tentare un secondo assalto al castello di Pancorbo e un altro a quello di Castrojeriz. Entrambi i tentativi fallirono con grandi perdite. Umiliato, Al Mundhir inviò un ambasciatrore dal Re Alfonso III, per chiedergli nuovamente la pace.