Tentativi pacifici di Cristianizzazione
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L'arrivo del Conte Bernhard II von Lippe

Dopo la morte dell'imperatore Enrico VI (1197) la Germania era immersa in una caotica situazione politica e pertanto, nonostante i ripetuti appelli dei Papa, non era possibile organizzare delle vere e proprie “Crociate” contro i pagani del nord.


Bernhard II von Lippe

Dalla situazione turbolenta della Germania emerse una delle personalità più caratteristiche di quell'epoca, il Conte Bernhard II von Lippe (1140-1224), potente vassallo e compagno di armi di Enrico il Leone, Duca di Baviera.

La Cronaca di Enrico di Livonia dà una rappresentazione viva della conversione di Bernhard: “il Conte Bernhard, quando ancora era nella sua terra, aveva preso parte a molte guerre, incendi e assalti. Ma fu punito da Dio e si ammalò di una malattia che gli indeboliva i piedi e così, zoppo ad ambedue i piedi, dovette essere trasportato in barella per molti giorni. Guarito da questa malattia fu ricevuto nell'Ordine Cistercense. Dopo aver studiato per alcuni anni le lettere e la religione, egli ricevette autorità dal Papa di predicare la parola di Dio ed andare in Livonia. Come egli stesso ebbe a raccontare spesso, dopo aver accettato la croce per andare nella terra della Beata Vergine Maria (Terra Mariana, nome latino della Livonia), i suoi arti immediatamente si irrobustirono ed i suoi piedi divennero sani”.


resti dell'abazia di Dunamunde

Nel 1185 il Conte Bernhard II von Lipppe contribuì alla fondazione dell'abbazia cistercense di Marienfeld e qui, ben presto, egli stesso divenne monaco. Alcuni anni dopo rivestì la sua armatura e indisse una Crociata; ma alla fine divenne abate di Dunamunde (1221-1218), una feconda abbazia cistercense che fu una importante fondazione.

Successivamente, incoraggiato dal Vescovo di Riga Albrecht von Buxthoeven, il Conte Bernhard II von Lippe accettò un altro posto missionario quale abate di Semgallia (in Lituania), dopo la sua consacrazione avvenuta ad opera di suo figlio, il Vescovo di Utrecht Otto II von Lippe. Il culmine di questa lunga carriera fu senz'altro nel 1219, quando, vicino ormai all'ottantina, egli consacrò il suo secondo figlio, Gerardo, ad Arcivescovo di Brema.


Il Vescovo Berthold di Hannover (1196-1198)

Dopo Meinhard di Segeberg, il Vescovo successivo fu Berthold di Hannover. Abate del monastero cistercense di Loccum in Bassa Sassonia, nel 1196 venne inviato da Hartwig, Arcivescovo di Amburgo-Brema, come successore di Meinhard di Segemberg per assumere il compito di pastore per il piccolo gregge della Chiesa della Livonia.


Berthold predica la Crociata

Berthold sbarcò in Livonia e fu accolto con molta ostilità dalla popolazione indigena tanto che, nell'estate del 1198, organizzò una forza di Crociati provenienti dalla Bassa Sassonia e sbarcò in Livonia (parte dell'attuale Lettonia, che circonda il Golfo di Riga). I suoi Crociati dispersero i pagani e devastarono le campagne fino a quando i nativi si arresero e si sottoposero al battesimo, ma Berthold non visse abbastanza per vedere la sua vittoria perché venne ferito mortalmente in battaglia dai suoi “riluttanti convertiti” (1198).


L'abazia cistercense di Dunamunde


vista aerea dei resti dell'abbazia di Dunamunde

Prima del 1200 un certo numero di abbazie cistercensi della Germania si assunsero l'onere delle missioni missionarie nel Baltico, ma presto in Livonia venne realizzata una nuova abazia, alla foce del fiume Daugava, vicino a Riga. Era l'abbazia di Dunamunde, fondata nel 1205 da Dietrich von Treiden, suo primo abate ed abitata da monaci cistercensi tedeschi. Dietrich rimase abate della comunità fino al 1213, quando, da instancabile monaco qual era, venne nominato Vescovo dell'ancora pagana Estonia.

Nel 1218, con l'incoraggiamento di Onorio III e l'aiuto del Re Valdemaro II di Danimarca, Dietrich von Treiden lanciò una Crociata contro i suoi feroci e renitenti sudditi, che lo uccisero in una imboscata nel 1219, confondendolo, ironia della sorte, con il Re Valdemaro II. Sebbene ben fortificata, Dunamunde venne saccheggiata nel 1228 dai pagani e i suoi monaci furono tutti massacrati.


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