1099: il regno di Goffredo di Buglione
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1099: la visita dei deputati di Ascalona, Cesarea ed Acri

Goffredo di Buglione era rimasto da solo a Gerusalemme, una città in rovina in un paese devastato. La gente della Città Santa era in condizioni di povertà estrema; Goffredo, ancor più povero dei suoi sudditi, non aveva di che pagare l'esiguo numero dei suoi fedeli guerrieri. I Crociati avevano vissuto in guerra con il bottino sottratto al nemico e in pace solo per la paura che avevano ispirato durante la guerra.


Goffredo di Buglione riceve le deputazioni di
Ascalona, Cesarea e San Giovanni d'Acri

Comunque il ricordo delle vittorie dei soldati della croce ancora terrorizzava gli infedeli. Questi non trovarono niente di meglio da fare che mandare da Goffredo una deputazione di Ascalona, Cesarea e San Giovanni d'Acri, per salutarlo a nome di quelle città.

Il messaggio delle città era formulato in questi termini: “L'Emiro di Ascalona, l'Emiro di Cesarea e l'Emiro di San Giovanni d'Acri al Duca Goffredo ed a tutti gli altri, salve! Noi ti supplichiamo, Duca molto glorioso e magnifico, che per tua volontà i nostri cittadini possano uscire per i loro affari in pace e sicurezza. Noi ti inviamo dieci buoni cavalli e tre buoni muli e ogni mese ti offriamo, come tributo, 5.000 bisanti”.

1100: la morte di Goffredo di Buglione

Goffredo di Buglione spesso era andato in soccorso di Tancredi d'Altavilla, che era in guerra con gli Emiri di Galilea; Goffredo portò le sue armate al di là del Libano, giungendo sotto le mura di Damasco e, al tempo stesso, fece diverse incursioni in Arabia, da dove tornava sempre con un gran numero di prigionieri, cavalli e cammelli.

La sua fama si diffondeva ogni giorno di più: qualcuno lo paragonava a Giuda Maccabeo per il valore, a Sansone per la forza del suo braccio, a Salomone per la saggezza ai suoi consigli. I Franchi rimasti con lui benedicevano il suo regno e, sotto suo dominio paterno, dimenticarono la loro vecchia patria; i siriani, i greci e gli stessi musulmani erano convinti che nessun altro Principe cristiano, in Oriente, sarebbe stato più amato.


la morte di Goffredo di Buglione

Ma Dio non permise a Goffredo di Buglione di vivere abbastanza a lungo per completare ciò che aveva così gloriosamente iniziato. Nel giugno del 1100, tornando da una spedizione al di là del Giordano, mentre seguiva la riva del mare per andare a Giaffa, si ammalò.

L'Emiro di Cesarea gli fece visita portandogli della frutta, ma Goffredo non poté accettare altro che un cedro. Arrivato a Giaffa, non aveva più la forza di stare a cavallo.


i funerali di Goffredo di Buglione sul monte del Calvario a Gerusalemme
(dipinto di François Edouard Barthélémy Michel Cibot)

Una cronaca contemporanea racconta: “…. lo assistevano quattro dei suoi parenti; alcuni gli massaggiavano i piedi e gli riscaldavano il petto, altri gli sostenevano il capo sul petto, mentre altri piangevano e si lamentavano per la paura di perdere l'illustre Principe in un esilio così lontano”.

Un gran numero di pellegrini provenienti da Venezia con il Doge ed il loro Vescovo, erano arrivati al porto di Giaffa per offrire la loro flotta ai cristiani della Palestina affinché potessero conquistare alcune città marittime.

Inizialmente il Doge e Goffredo parlarono di assediare Caifa, costruita ai piedi del Monte Carmelo; Goffredo promise di impegnarsi nei preparativi per l'assedio e di parteciparvi direttamente, ma il suo dolore aumentava continuamente, tanto che fu obbligato a farsi trasportare a Gerusalemme con una lettiga. Tutto il popolo era addolorato al suo passaggio e corse in chiesa a pregare Dio per la sua guarigione.

La malattia di Goffredo di Buglione durò ancora cinque settimane. Anche se soffriva, ammise al suo cospetto tutti coloro che volevano parlare di affari riguardanti la Terra Santa; apprese sul suo letto di dolore della resa di Caifa e questa fu la sua ultima vittoria, la sua gioia finale in questa vita.

Il 17 luglio del 1100, un anno dopo la presa di Gerusalemme, la malattia peggiorò e non lasciava speranza; Goffredo confessò i suoi peccati, prese la comunione ed esalò il suo ultimo respiro. Goffredo di Buglione fu sepolto ai piedi del monte Calvario. La sua tomba e quella di suo fratello Baldovino fu per molti secoli uno degli ornamenti del sacro tempio, ma poi questo prezioso monumento delle guerre sante è andato distrutto.


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