1099: il regno di Goffredo di Buglione
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1099: l'inizio del Regno di Goffredo di Buglione

Il paese dove erano venuti a stabilirsi i Crociati formava in tempi antichi il Regno di Israele. Quando questo paese venne assoggettato dai Romani, questi aggiunsero al nome datogli dagli ebrei, quello di Palestina.


Goffredo di Buglione accetta il titolo di difensore del Santo Sepolcro
(dipinto di Federico de Madrazo y Kuntz)

Durante le Crociate una gran parte del suolo della Palestina aveva l'aspetto di una terra sulla quale erano cadute le maledizioni del cielo. Questa terra, già data al popolo eletto di Dio, aveva più volte cambiato abitanti; tutte le dinastie musulmane se ne erano disputato il possesso con le armi in mano e le guerre avevano ridotto in rovina la sua capitale e la maggior parte delle sue città.

Nella Palestina si trovava la Giudea, il cui territorio era stato sottoposto alle leggi di Goffredo di Buglione; l'”Advocatus Sancti Sepulchri” poteva rivaleggiare con la maggior parte dei Principi musulmani dell'Asia, ma il nascente Regno di Gerusalemme comprendeva solo la capitale ed una dozzina di città nelle vicinanze. Molte di queste città erano separate le une dalle altre da spazi ancora occupati dagli infedeli: una fortezza cristiana era vicino ad una fortezza sulla quale sventolavano le bandiere di Maometto.

Nelle campagne abitavano turchi, arabi, egiziani: tutti riuniti per fare la guerra a Goffredo di Buglione. Questi minacciavano le città, quasi sempre mal custodite e costantemente esposte a tutte le violenze della guerra. La terra rimaneva incolta e tutte le comunicazioni erano interrotte.


Goffredo di Buglione rappresentato in un arazzo del XV secolo

In mezzo a tali pericoli, molti cristiani avevano abbandonato le proprietà che aveva dato loro la vittoria. Solo chi aveva trascorso un anno in una casa ed aveva coltivato i terreni era riconosciuto come legittimo proprietario, ma tutti i diritti di proprietà erano compromessi dal fatto che quasi nessuno si era trattenuto per tanto tempo.

La prima preoccupazione di Goffredo di Buglione fu quella di sopprimere le ostilità dei musulmani, regolando le frontiere del Regno di Gerusalemme. Per suo ordine Tancredi d'Altavilla giunse in Galilea e prese Tiberiade ed altre città nella vicina Giordania. Come ricompensa per il suo lavoro ottenne il possesso del paese che aveva appena conquistato che, successivamente, fu eretto a Principato.


1099: l'assedio di Antipatrida

Dopo la vittoria di Ascalona, Antipatrida (oggi Tel Afek), una città marittima situata tra Cesarea e Giaffa, si rifiutava di pagare il tributo al Regno di Gerusalemme: Goffredo di Buglione ed i suoi cavalieri andarono ad assediare il posto.

Già gli arieti e le torri d'assedio erano state erette di fronte ai bastioni ed erano stati effettuati diversi assalti, quando gli assediati escogitarono una difesa alquanto insolita: Gérard d'Avesnes, che era stato affidato come ostaggio all'Emiro della città da Goffredo di Buglione, venne legato in cima ad una alta croce posta davanti alle mura dove dovevano dirigersi i colpi degli assedianti.


Gérard d'Avesnes in cima alla croce

Alla vista di una morte inevitabile e senza gloria, il malcapitato cavaliere si mise a gridare e implorò il suo amico Goffredo di salvare la sua vita.

Questo spettacolo crudele strappò l'anima di Goffredo di Buglione, ma non scosse la sua fermezza ed il suo coraggio. Non appena fu abbastanza vicino a Gérard d'Avesnes per essere sentito, lo esortò ad accettare con rassegnazione la corona del martirio dicendogli: “Non ti posso salvare; anche se tu fossi mio fratello Eustachio non potrei salvarti dalla morte. Muori subito allora, illustre e coraggioso cavaliere, con la rassegnazione di un eroe cristiano; muori per la salvezza dei tuoi fratelli e per la gloria di Gesù Cristo”.

Le parole di Goffredo diedero a Gérard d'Avesnes il coraggio di morire; egli raccomandò ai suoi compagni di offrire al Santo Sepolcro il suo cavallo di battaglia e le sue armi e chiese che venissero fatte delle preghiere per la salvezza della sua anima.

Goffredo e tutti i guerrieri cristiani attaccarono con forza la città, ma vennero respinti. Ben presto la neve e le piogge invernali li costrinse a togliere l'assedio. Goffredo di Buglione tornò tristemente Gerusalemme con i suoi cavalieri, deplorando la morte inutile del suo compagno d'armi.

Ma una o due settimane dopo il loro rientro nella Città Santa, per i Crociati ci fu una grande sorpresa quando videro arrivare su un bel destriero il coraggioso Gérard d'Avesnes da tutti pianto per morto!

Gli abitanti di Antipatrida, toccati dall'eroica rassegnazione del cavaliere, lo avevano staccato dalla croce dove era stato appeso e lo avevano portato dall'Emiro di Ascalona, che lo aveva liberato.

Goffredo di Buglione lo accolse con grande gioia e, per premiare la sua devozione, gli diede il castello di Sant'Abramo, costruito tra le montagne della Giudea, a sud-est Betlemme.

1099: la visita degli Emiri

Durante l'assedio di Antipatrida, alcuni Emiri, scesi dalle montagne di Nablus e di Samaria, vennero a salutare Goffredo di Buglione e portargli in regalo fichi secchi ed uva passa. Goffredo era seduto per terra su un sacco pieno di paglia, vestito poveramente e senza la sua guardia d'onore.


Goffredo di Buglione riceve gli emiri

Gli Emiri restarono sorpresi e gli chiesero come mai un grande Principe, le cui armi avevano scosso tutto l'Oriente, giaceva umilmente per terra, senza nemmeno un cuscino o un tappeto di seta.

Goffredo di Buglione rispose: “La terra da dove siamo stati partoriti e che dovrebbe essere la nostra casa dopo la morte, non può essere il nostro giaciglio in questa vita?”

Questa risposta non poteva non colpire fortemente gli Emiri, che restarono sorpresi dal fatto che ci fosse tanta semplicità e saggezza tra gli uomini dell'Occidente. Pieni di ammirazione per ciò che avevano visto e sentito, lasciarono Goffredo chiedendogli la sua amicizia.


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