1101: la Crociata dei deboli di cuore
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Guglielmo II di Nevers

Poco dopo che il contingente lombardo aveva lasciato Nicomedia, un altro esercito Crociato forte di 15.000 uomini provenienti dal Nivernese e guidati da Guglielmo II di Nevers, raggiunse Costantinopoli.


guerrieri turchi

I Crociati avevano attraversato l'Adriatico partendo da Brindisi e, dopo aver percorso l'Impero Bizantino senza particolari incidenti, cosa insolita nella storia delle Crociate, il 14 giugno 1101 erano giunti a Costantinopoli.

Da Costantinopoli, dopo aver appreso della spedizione lombarda, Guglielmo II di Nevers partì senza indugi per cercare di riunirsi agli altri contingenti Crociati.

Attraversò il Bosforo il 24 giugno e si mise alla ricerca dei Crociati. Raggiunse Ankara ma era evidente che non aveva intenzione di ricongiungesi ai Lombardi; molti nel suo esercito non erano interessati a salvare il Principe Boemondo, sottolineando che il loro voto era quello di andare a Gerusalemme.

Quindi, anche se in più di un'occasione i due eserciti devono essere stati piuttosto vicini, Guglielmo II di Nevers non riuscì mai a raggiungere gli altri Crociati. Così Guglielmo si indirizzò verso sud, in direzione della città di Iconio. Questa era nell'Anatolia centrale, in un territorio arido e poco adatto alla permanenza di un esercito.

Trovò Iconio ben difesa e, non volendo rischiare un assedio troppo lungo, Guglielmo II di Nevers si indirizzò verso Eraclea Cybistra. Questa città non era difesa, ma i Turchi avevano rimosso la maggior parte delle forniture ed avevano avvelenato i pozzi. L'esercito Crociato non aveva altra scelta che andare avanti. Era ormai metà agosto. Qilij Arslan I aveva appena sconfitto i Lombardi a Mersvan, anche se Guglielmo non lo sapeva.

Il territorio a sud di Eraclea Cybistra era deserto. L'esercito si spinse in avanti per alcuni giorni, perché non c'era altra scelta. Una volta che erano abbastanza stanchi, caddero in un'imboscata di Qilij Arslan I, che intendeva scacciare questo secondo esercito il prima possibile. I turchi attaccarono; ancora una volta i cavalieri abbandonarono i soldati appiedati lasciandoli alla morte o alla schiavitù.


guerrieri turchi

Guglielmo ed i suoi cavalieri assunsero delle guide locali perche li accompagnassero attraverso il deserto, ma queste guide li tradirono. Guglielmo ed i suoi uomini furono derubati, spogliati e lasciati a piedi nel deserto. Sorprendentemente, una manciata di loro, Guglielmo incluso, riuscì ad uscire dal deserto attraverso le montagne.

Poi Guglielmo II di Nevers raggiunse Tarso, dove si unì agli altri sopravvissuti. In seguito arrivò anche Raimondo di Saint Gilles e Tolosa. Sotto il suo comando i Crociati raggiunsero Antiochia alla fine del 1101 e proseguirono verso Gerusalemme, dove giunsero per la pasqua del 1102. Una volta in Terra Santa molti di loro se ne tornarono in patria, avendo adempiuto al loro voto, anche se alcuni rimasero per aiutare il Re Baldovino I di Gerusalemme.

gli Aquitani ed i Bavaresi

Non appena Guglielmo II di Nevers lasciò Costantinopoli, vi giunse un terzo esercito Crociato agli ordini di Guglielmo IX d'Aquitania. Guglielmo era piuttosto famoso come Principe “trovatore”, perché era un grande mecenate dei trovatori nel sud della Francia; era una persona di grande cultura che aveva scritto personalmente delle poesie.

Aveva lasciato la sua patria nel marzo del 1101 e preso la via di terra; assieme a lui viaggiavano Ugo I di Vermandois e Oddone I di Borgogna (due di coloro i quali non avevano adempiuto al voto di partecipare alla precedente Crociata). Lungo la strada si unì al suo esercito anche Guelfo I di Baviera, assieme al quale c'era anche Ida d'Austria, madre di Leopoldo III di Babenberg (Santo patrono dell'Austria).


il Duca Guelfo I di Baviera

Questo terzo esercito si rese colpevole di diversi saccheggi in territorio bizantino mentre era in viaggio verso Costantinopoli ed era stato sul punto di scontrarsi con i mercenari Peceneghi, costringendo Guelfo I di Baviera e Guglielmo IX d'Aquitania ad intervenire per fermare i combattimenti.

L'armata Crociata, una volta giunta a Costantinopoli all'inizio di giugno, si divise in due colonne. Una metà si diresse direttamente in Palestina via mare (tra loro vi era il cronista Ekkehard di Aura), mentre il secondo proseguì via terra verso Eraclea Cybistra.

Raggiunta Eraclea nel mese di settembre, l'esercito Crociato venne attaccato e distrutto in un'imboscata da Qilij Arslan I, esattamente come era accaduto a Guglielmo II di Nevers. Almeno questa volta i cavalieri non fuggirono e rimasero a combattere con il resto dell'esercito Crociato, ma l'unico risultato del loro coraggio fu che morirono.

Guglielmo IX d'Aquitania e Guelfo I di Baviera fuggirono accompagnati solo dai loro scudieri; Ugo I di Vermandois venne ferito, ma anche lui riuscì a fuggire. I sopravvissuti raggiunsero Tarso, in Cilicia, dove Ugo, il 18 agosto, morì per le ferite riportate, mentre i restanti riuscirono a raggiungere Costantinopoli.


Ida d'Austria

Ida d'Austria scomparve nella battaglia dove, probabilmente, trovò la morte. Secondo una leggenda più tarda, sarebbe stata invece catturata e rinchiusa in un harem, dove avrebbe partorito Zengi, uno dei più pericolosi nemici dei Crociati nel decennio del 1140-50 (tuttavia questo è impossibile a causa di fattori cronologici). Guelfo I di Baviera morì sulla via del ritorno, il 9 novembre, a Paphos, sull'isola di Cipro.

I sopravvissuti che si erano riuniti di nuovo a Costantinopoli, erano ancora decisi a compiere il voto di andare in Terra Santa. L'Imperatore Bizantino Alessio I Comneno era così felice di sbarazzarsi di loro che egli diede loro tutte le navi occorrenti e li inviò a Siria.

Sbarcarono a San Simeone nel gennaio del 1102 e proseguirono per Antiochia. La nave di Raimondo di Saint Gilles e Tolosa andò fuori rotta ed raggiunse invece a Tarso. Gli altri andarono da Antiochia fino a Beirut, dove vennero accolti da una guardia armata inviata dal Re Baldovino per la loro protezione che li scortò a Gerusalemme. I nuovi arrivati finalmente poterono adempiere ai loro voti e pregare al Santo Sepolcro. Dopo aver visitato altri luoghi santi, decisero di tornare a casa.

gli effetti del disastro della Crociata

Nel giro di due mesi tre grandi eserciti Crociati erano stati quasi completamente distrutti e non vi era più nessuno che poteva liberare Boemondo di Antiochia. I Crociati in Anatolia subirono migliaia di morti senza concludere nulla, tanto meno arrivarono in Terra Santa. Il risultato fu che l'Europa perse molto del suo entusiasmo per la Crociata.

Non ci furono nuovi eserciti per rafforzare Gerusalemme nella sua lotta con l'Egitto e non ci sarebbe stato alcun afflusso di coloni cristiani per popolare la Terra Santa; finalmente L'Imperatore Alessio capì che l'Occidente non gli sarebbe stato di alcun aiuto nella sua lotta per recuperare i territori Bizantini catturati dai Turchi.


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