1187: i preparativi per la Crociata
(pagina 2 di 3)

Tali rimproveri, fatti in nome della religione, toccarono profondamente i cuori dei principi e dei cavalieri. Secondo il cronista Benedetto di Peterborough, Guglielmo di Tiro predicò così mirabilmente, che tutti decisero di prendere la croce e che quelli che erano nemici, divennero amici.


il Re di Francia Filippo Augusto

Enrico II e Filippo Augusto si abbracciarono in lacrime e si presentarono per ricevere la croce. Riccardo II, figlio di Enrico II e Duca di Aquitania (il Futuro Re Riccardo cuor di leone), il Conte Filippo di Fiandra, il Duca Ugo di Borgogna, il Conte Enrico di Champagne, il Conte Thibaut di Blois, il Conte Rotrou di Perche, i Conti di Soissons, Nevers, Bar, Vendome, ed i due fratelli Matteo e Josselin di Montmorenti, un gran numero di baroni e cavalieri, diversi Vescovi e Arcivescovi di Inghilterra e di Francia promisero di liberare la Terra Santa.

Tutta l'assemblea ripeté le parole: “la croce! la croce!” e questo grido di guerra risuonò in tutte le province.

Il luogo in cui i fedeli si erano riuniti fu chiamato "campo sacro" e, per mantenere memoria della pia devozione dei cavalieri cristiani, vi fu costruita una chiesa.

Presto tutta la Francia e tutti i paesi confinanti furono animati dal grande entusiasmo che l'eloquenza di Guglielmo di Tiro aveva sollevato nell'assemblea dei baroni e principi.

La Chiesa ordinò le consuete preghiere per il successo della Crociata. Agli Offici divini quotidiani furono aggiunti i salmi che ricordavano la gloria e la miseria di Gerusalemme.

Alla fine degli Offici, il coro cantava queste parole: “O Dio onnipotente, Tu che tieni tra le mani il destino degli imperi, degnati di guardare con misericordia gli eserciti cristiani, in modo che le nazioni infedeli, sicure nel loro orgoglio e nella loro vanagloria, vengano uccise dalla forza del tuo braccio”.

Pregando insieme, i guerrieri cristiani si sentirono più coraggiosi e promisero di prendere le armi contro i musulmani.

1189: la decima del Saladino

Mancava il denaro per la santa impresa e quindi venne deliberato nel consiglio dei Principi e dei Vescovi che tutti coloro che non volevano prendere la croce dovevano pagare un decimo delle loro rendite e del valore delle loro proprietà. Questa tassa, per il terrore suscitato da Saladino, prese il nome di "decima del Saladino".

Si pubblicarono anche le scomuniche nei confronti di coloro che rifiutavano di pagare il sacro debito. Invano il clero, per non pagare la tassa, si appellò alla presunta libertà e indipendenza della chiesa, sostenendo che le proprietà della chiesa appartenevano a Gesù Cristo. L'ordine certosino, quello cistercense e quello di Fontevrault, oltre agli ospizi per i lebbrosi, furono i soli dispensati dal pagare il tributo.


la riscossione della decima del Saladino

La storia ha conservato lo statuto in base al quale veniva percepita la decima Saladino. Questo esercizio si svolgeva in ogni parrocchia, in presenza di un prete, un arciprete, un Templare, un Ospitaliero, un uomo del Re, un uomo del Barone e un uomo del Vescovo.

Quando questi uomini si riunivano, dovevano stare attenti che qualcuno non pagasse meno del dovuto, altrimenti sceglievano in parrocchia da quattro a sei uomini pii che si dovevano riunire in tribunale e costringere a pagare secondo giustizia.

Malgrado tutto, il ricavato di questa decima non era sufficiente per i preparativi della spedizione, così che il Re Filippo Augusto pensò bene di rivolgersi anche a tutti gli ebrei presenti nel suo regno, facendo pagare loro una somma di 5.000 marchi d'argento.


il Re di Inghilterra Enrico II

La decima del Saladino venne imposta sia in Francia che in Inghilterra; non sempre gli esattori diedero esempio di onestà; le cronache del tempo ci parlano del vergognoso comportamento di un Templare che venne sorpreso a rubare tributi dei fedeli nascondendoli nelle larghe pieghe dei suoi vestiti.

In Inghilterra spesso era lo stesso Enrico II a presiedere alla raccolta della decima. Chiamava presso di lui i più ricchi abitanti delle città del suo regno e, secondo la stima dei suoi arbitri, li obbligava a pagare la decima; tutti coloro che rifiutavano o ritardavano il pagamento, venivano imprigionati e riacquistavano la libertà solo dopo aver interamente versato quanto dovuto.

La violenza, esercitata nel nome di Gesù Cristo, causò molto malcontento ed è facile credere che molti cittadini di Londra, Lancaster, York, che il Re aveva convocato per la decima del Saladino, non erano tra quelli che mostrarono molto entusiasmo per la guerra santa.

Nelle Crociate precedenti, i contadini avevano preso la croce per sfuggire alla servitù feudale; per questo sorse il problema delle campagne che rimasero deserte e le terre incolte. In questa occasione vennero posti dei limiti al troppo zelo dei contadini: quelli che si arruolavano per la guerra santa senza avere il permesso dei loro signori, venivano condannati a pagare la decima del Saladino, come quelli che non prendevano alcuna croce.

1189: la guerra tra Francia e Inghilterra

Intanto la pace stabilita tra il Re di Francia e d'Inghilterra cominciò ad incrinarsi. Il Duca Riccardo d'Aquitania (Riccardo cuor di leone), figlio di Enrico II d'Inghilterra, era in contrasto con il Conte Raimondo V di Tolosa, così che Enrico II prese le armi per appoggiare suo figlio. Dall'altra parte Filippo Augusto di Francia prese le difese del Conte Raimondo V di Tolosa.


Adele, la sorellastra del Re di Francia

I due sovrani, spinti dalle richieste dei signori e dei vescovi, si incontrarono nel “campo sacro” dove già una volta avevano deposto le armi, ma non riuscirono a concordare i termini della pace.

I negoziati vennero interrotti più volte, senza però interrompere la guerra: il Re di Francia chiedeva che Riccardo sposasse Adele (una sorellastra del Re di Francia che Enrico II teneva prigioniera) e venisse incoronato Re d'Inghilterra mentre suo padre era ancora in vita.

Il Re d'Inghilterra però non accettava queste condizioni e non aveva alcuna intenzione di cedere né la sua corona, né la sorellastra di Filippo Augusto, della quale si era infatuato.

Alla fine Riccardo si schierò con Filippo Augusto e dichiarò guerra a suo padre. Ovunque si corse alle armi, ed i ricavati della decima del Saladino vennero utilizzati per sostenere questa guerra.

Il Legato pontificio, vedendo che la decima del Saladino veniva impiegata per un'altra guerra, scomunicò Riccardo e minacciò Filippo di porre il suo regno sotto interdizione.

Ma Filippo non si curò delle minacce del Legato e gli rispose che non competeva alla Santa Sede di immischiarsi nelle dispute tra Principi; Riccardo, più violento, sfoderò la spada e tentò di colpire il Legato.

Così la pace si allontanava ogni giorno di più. Invano i vassalli rifiutavano di partecipare ad una lotta che non interessava né la religione né la nazionalità: Enrico orgogliosamente rifiutava sempre le condizioni che gli venivano proposte e respingeva le suppliche dei suoi sudditi ed i consigli dei suoi Vescovi.

Poi un fulmine venuto dal cielo, lo terrorizzò: gli era caduto vicino proprio durante un incontro con i Vescovi che cercavano di vincere la sua ostinazione.

Così che alla fine accettò le condizioni di Filippo ma, poco convinto, ben presto si pentì e poco dopo morì di dolore, maledicendo suo figlio Riccardo che gli aveva fatto guerra.


LA STORIA DELLE CROCIATE LE CROCIATE DEL NORD LA STORIA DELLA RECONQUISTA
I CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO I CAVALIERI DI SAN LAZZARO I CAVALIERI OSPITALIERI
I CAVALIERI TEMPLARI I CAVALIERI TEUTONICI I CAVALIERI DI SAN TOMMASO I MONACI CISTERCENSI
I CAVALIERI PORTASPADA I FRATELLI DI DOBRZYN L'ORDINE DI SANTIAGO L'ORDINE DI CALATRAVA
L'ORDINE DI ALCANTARA L'ORDINE DI MONTESA L'ORDINE DEL CRISTO L'ORDINE DI SAN BENEDETTO DI AVIS