1190: la Crociata dei due Re
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Questi modi, fino ad allora sconosciuti, era in contrasto con l'animosità dei combattenti e causarono uno stato di disordine e di inquietudine dove c'era chi era più disposto a credere nel tradimento che nella generosità. I sostenitori di Filippo Augusto accusavano Riccardo cuor di leone e quelli di Riccardo cuor di leone accusavano Filippo Augusto di mantenere un'intesa con i musulmani.

Il Re di Francia rispose a queste accuse combattendo ogni giorno contro i turchi, mentre il Re d'Inghilterra, ancora ammalato, spesso si faceva portare con una lettiga davanti ai bastioni della città, per guidare gli assalti degli assedianti.

Quando i francesi e gli inglesi unirono le loro forze all'esercito cristiano, la città assediata poté vedere sotto le sue mura il meglio dei capitani illustri e valorosi guerrieri d'Europa. Le tende di Francia si estendevano su una vasta pianura e il loro esercito era lo spettacolo più impressionante. Chi guardava dal mare, poteva vedere da un lato le torri e le mura di San Giovanni d'Acri, dall'altro il campo cristiano dove erano state costruite case, strade, fortezze, ripari; sembravano due città rivali che si erano dichiarata la guerra.


l'assedio di San Giovanni d'Acri

La presenza dei due monarchi gettò ansia e paura tra i musulmani. Il Re di Francia era stimato in Oriente come uno dei principi più illustri della cristianità ed i musulmani dicevano tra loro che il Re d'Inghilterra superava gli altri principi cristiani per il suo coraggio e per il suo genio.

Riccardo cuor di leone e Filippo Augusto si facevano reciproche dimostrazioni di amicizia e tutto l'esercito, seguendo il loro esempio, sembrava aver dimenticato le antiche discordie. Se questo concordia si fosse potuta mantenere per qualche tempo, i cristiani avrebbero trionfato facilmente sui loro nemici, ma ogni giorno tra i due Re sorgevano nuove ragioni di rivalità.

Saladino inviò ancora una volta i suoi ambasciatori ai Principi musulmani per chiedere aiuto. In tutte le moschee furono fatte le preghiere per il trionfo delle sue armate e dell'islamismo, in tutte le città gli Imam invitavano i cittadini ad armarsi contro i nemici di Maometto:
“Schiere innumerevoli di cristiani provenienti da paesi al di là di Costantinopoli, sono venute per toglierci le conquiste che avevano fatto i seguaci del Corano e per contenderci la terra dove i compagni di Omar avevano piantato la bandiera del Profeta.
Ora voi offrite le vostre ricchezze e la vostra vita per sconfiggerli. I vostri cortei contro gli infedeli, i vostri pericoli, le vostre ferite, tutto è scritto nel libro di Dio. La sete, la fame, la fatica, la morte stessa, diventeranno per voi tesori del cielo, e vi apriranno i deliziosi giardini e boschi del paradiso.
Ovunque voi sarete, la morte vi sorprenderà, né voi, né le vostre case, né le vostre alte torri vi difenderanno dai loro attacchi. Alcuni di voi hanno detto: Cerchiamo di non combattere durante la calda estate ed il freddo inverno, ma l'inferno è più terribile dei rigori dell'inverno e del caldo dell'estate.
Andate dunque a combattere i vostri nemici in una guerra di religione. Se sarete vittoriosi il paradiso vi attende e abbiate più paura di Dio che degli infedeli.
Saladino vi chiama sotto la sua bandiera. Saladino è l'amico del profeta e il profeta è il prediletto di Dio. Se voi non obbedite, le vostre famiglie saranno scacciate dalla Siria, e Dio darà le vostre terre ad altre persone migliori di voi.
Gerusalemme, sorella di Medina e La Mecca, cadrà nelle mani di idolatri che ritengono che un figlio sia uguale all'Altissimo, e che vogliono spegnere la luce di Dio.
Armatevi quindi dello scudo della vittoria, sterminate i figli del fuoco dell'inferno, i figli del diavolo vomitati dal mare sulle nostre spiagge e ricordate le parole del Corano: Quelli che abbandonano le loro case per difendere la santa religione, troveranno abbondanza e un gran numero di compagni”.

Motivati da questi discorsi, i musulmani corsero alle armi e da ogni parte si avviarono verso il campo di Saladino, che ritenevano il braccio della vittoria e il figlio prediletto del profeta.

Intanto nel campo cristiano si elogiava continuamente la conquista di Cipro e le lodi indirizzate a Riccardo cuor di leone infastidivano Filippo Augusto, che invano chiese per se la metà del paese conquistato, secondo i termini del trattato di Vezelay.

L'esercito di Riccardo cuor di leone era molto più grande di quello di Filippo Augusto perché il primo aveva saputo ottenere più denaro dal suo regno prima di imbarcarsi ed il suo tesoro era maggiore di quello del Re di Francia.

Filippo Augusto aveva promesso uno stipendio di tre corone d'oro al mese ai cavalieri che erano partiti con lui e tutti lodarono la sua generosità: ma Riccardo cuor di leone aveva promesso quattro pezzi d'oro, superando così gli stipendi del monarca francese.

Filippo non riusciva a non essere geloso di un principe che era suo vassallo ma che aveva più credito di lui nell'esercito e Riccardo cuor di leone spesso rifiutava di obbedire ad un sovrano che superava in potenza e, forse, coraggio. Tuttavia il lavoro dell'assedio continuava senza sosta: si costruivano macchine d'assedio e venivano effettuati attacchi quotidiani, ma raramente i francesi e gli inglesi combattevano insieme.


l'assedio di San Giovanni d'Acri
(dipinto di Alexandre-Evariste Fragonard)

Ogni volta che le macchine da assedio producevano una nuova breccia nelle mura di San Giovanni d'Acri l'esercito di Saladino attaccava, dando alla guarnigione della città l'opportunità di riparare i danni mentre i cristiani erano distratti.

Poi i dibattiti causati dalle pretese al trono di Gerusalemme si rinnovarono con più furia. Filippo Augusto al suo arrivo si dichiarò in favore di Corrado del Monferrato, mentre Riccardo cuor di leone sosteneva Guido di Lusignano.

L'esercito cristiano si divise in due partiti: da un lato i Francesi, i Tedeschi, i Templari ed i Genovesi che parteggiavano per Corrado del Monferrato, dall'altro gli Inglesi, i Pisani e gli Ospitalieri che sostenevano Guido di Lusignano. In mezzo a queste divergenze, Corrado del Monferrato si ritirò nella città di Tiro, dimostrando che non era sua intenzione sacrificare l'unità dei cristiani.

Finalmente l'interesse della crociata predominò, placando le fazioni e persuadendo i Crociati ad unirsi contro il nemico comune. Dopo lunghe discussioni venne deciso che Guido di Lusignano conservava il titolo di Re per il resto della sua vita, ma che sarebbe stato Corrado del Monferrato o i suoi discendenti a succedergli nel regno di Gerusalemme.

Filippo Augusto e Riccardo cuor di leone convennero inoltre che quando uno di loro due attaccava la città, l'altro sarebbe rimasto a garantire la sicurezza del campo e contrastare l'esercito di Saladino. Questo consentì di ripristinare l'armonia e l'accordo tra i guerrieri cristiani che erano arrivati al punto di prendere le armi l'un contro l'altro.

L'assedio fu ripreso con nuovo ardore, ma gli assediati avevano usato il tempo in cui i Crociati si perdevano in discussioni inutili, per fortificare la città. Questi, quando si fermarono davanti alle mura, trovarono una difesa inaspettata.


Riccardo Cuor di leone
(dipinto di Merry Joseph Blondel)

L'esercito di Saladino aiutava costantemente gli assediati attaccando l'armata cristiana. All'alba, il suono dei cembali e delle trombe dava il segnale per la battaglia. Saladino stimolava i suoi soldati con la sua presenza, mentre suo fratello, Safedino, dava esempio il coraggio a tutti gli Emiri.

Diverse grandi battaglie vennero combattute ai piedi delle colline dove erano accampati i cristiani. Due volte i Crociati tentarono un assalto generale e due volte furono costretti a tornare indietro per difendere il loro campo, minacciato da Saladino.

Ogni giorno i Crociati moltiplicavano i loro sforzi, ma venivano sempre respinti dall'esercito di Saladino. In uno dei loro assalti riempirono il fossato sotto le mura con i loro cavalli morti ed i cadaveri dei loro compagni; gli assediati però con degli uncini estraevano i cadaveri e li spingevano ai margini del fossato.

Né lo spettacolo della morte, né gli ostacoli, né l'affaticamento, nulla poteva fermare i cristiani e quando le torri mobili e gli arieti vennero ridotti in cenere, scavarono delle gallerie sotto le mura.

Ogni giorno utilizzavano nuove macchine d'assalto. Una volta costruirono nel loro campo una collina di terra enormemente alta e, gettando costantemente della terra davanti ad essa, muovevano lentamente la montagna verso i bastioni della città.

Gli assediati si precipitarono per rispondere a questa enorme massa di terra che si avvicinava ogni giorno di più minacciando le loro mura. Armati di spade, picconi e pale, misero in fuga i lavoranti e tentarono di disfare la collina ma, non riuscendoci, scavarono un enorme fossato davanti ad essa.


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