l'Elogio della nuova milizia

L'Elogio della nuova milizia ("De laude novae militiae") è un trattato che Bernardo di Chiaravalle inviò a Hugues de Payns, il cui titolo completo era “Liber ad milites Templi laude novae militiae” e venne scritta dopo la sconfitta dei crociati francesi durante l'assedio di Damasco nel 1129.


Bernardo di Chiaravalle predica la crociata

Con quest’opera Bernardo di Chiaravalle intendeva esaltare la nascita del nuovo Ordine monastico-cavalleresco dei Cavalieri Templari, cui si richiedeva l’uso delle armi contro tutti i nemici della cristianità, contrariamente ai tradizionali Ordini Regolari, i cui monaci possedevano esclusivamente le armi della preghiera.

Il monaco-cavalieri è: «un soldato veramente intrepido e protetto da ogni lato, che come riveste il corpo di ferro, così riveste l'anima con l’armatura della fede. Nessuna meraviglia se, munito di ambedue le armi, non teme né il demonio né l'uomo; non teme la morte, lui che (per Cristo) desidera morire» (§ 1,1)


Bernardo
di Chiaravalle

Inoltre, questo testo contiene un passaggio importante in cui San Bernardo era spiegare perché i Templari avevano il diritto di uccidere un essere umano: «Certo non si dovrebbero uccidere neppure gli infedeli se in qualche altro modo si potesse impedire la loro eccessiva molestia e l'oppressione di fedeli. Ma nella situazione attuale è meglio che essi vengano uccisi piuttosto che lasciare la verga dei peccatori sospesa sulla sorte dei giusti e affinché i giusti non spingano le loro azioni fino all'iniquità» (§ 3,4)

La morte per Cristo non costituisce reato e rende ancora più meritevoli di gloria: uccidendo coloro che agiscono male, il soldato di Cristo infligge il giusto castigo, e poiché Cristo «accetta volentieri la morte del nemico a titolo di riparazione, e ancora più volentieri offre se stesso al soldato come consolazione», il suo soldato «uccide tranquillamente e più tranquillamente muore».


Bernardo di Chiaravalle mentre scrive il "De Laude Novae Militiae"

Bernardo indica la figura del Cavaliere Templare, come un monaco-guerriero, che fa uso di due spade: una, da impiegarsi nella lotta contro il Male, una lotta prettamente interna alla persona e spirituale, e l'altra rivolta verso i nemici esterni: gli infedeli, i pagani, gli eretici.

Dunque al fine di difendere il Cristo, Bernardo non esita a disobbedirgli, brandendo la spada che lo stesso Gesù aveva ordinato a Pietro di rinfonderare: «Poiché il Salvatore soffre nuovamente nei luoghi dove è già morto per noi, è giunto il momento di sguainare le due spade che Pietro possedeva durante la Passione del Salvatore».

Bernardo di Chiaravalle loda così bene la nuova milizia che consentì ai Templari di ottenere con grande fervore il riconoscimento generale: attraverso Bernardo, l'Ordine dei Templari registrò un aumento significativo dei suoi adepti: molti cavalieri, per la salvezza delle loro anime o semplicemente per dare una mano sul campo di battaglia entrarono nell’Ordine.