9. Quante volte durante l'anno i fratelli
devono ricevere il Sacramento
Il Nostro Signore dice nel Vangelo: chi ha mangiato la mia carne e
bevuto il mio sangue dimora in me e io in lui e lui non vede la
morte, così abbiamo decretato che tutti i fratelli del presente Ordine
prendano la Santa Comunione sette volte l'anno.
In primo luogo il Giovedi prima di Pasqua, quando lo stesso Nostro
Signore Gesù Cristo, per la prima ha volta istituito il sacramento e ha
dato il suo corpo e il suo sangue per i suoi discepoli e comandò loro di
iniziare a celebrare l'ufficio della Messa in memoria di lui; la seconda
volta il giorno di Pasqua; la terza volta a Pentecoste, la quarta volta
durante la Santa Messa per la Nostra Signora nel mese di agosto; la
quinta volta per la Messa per tutti i Santi; la sesta volta il giorno di
Natale, la settima volta la Giornata sulla Candelora.
Non è giusto ricevere la Santa Comunione per un minor numero di
volte, dal momento che gli altri Ordini, dove ci sono anche i fratelli
laici, sono abituati a parteciparvi molto più frequentemente.
10. Come le preghiere sono offerte per i vivi e i morti
Per i morti che già sono venuti a giudizio di Dio e quindi hanno
bisogno di aiuto più rapidamente, i fratelli si guarderanno bene dal
differire l'aiuto che loro dovrebbero dare.
Pertanto, abbiamo decretato che ogni fratello sacerdote che è
presente, dice l'ufficio dei morti, secondo quanto stabilito nel
breviario del'Ordine; per ogni fratello dell'Ordine appena deceduto e
per ogni fratello laico lui deve recitare un centinaio di Pater Nosters
per l'anima del fratello. I fratelli nelle case dove non c'è convento
recitino lo stesso numero.
Ogni fratello deve recitare ogni giorno quindici Pater Nosters per
tutti i fratelli del presente Ordine, ovunque essi si trovino su questo mondo.
Inoltre, ogni fratello sacerdote del presente Ordine deve celebrare
annualmente dieci messe per i peccati e la salvezza di tutti i fratelli
e servitori, benefattori e amici della casa in cui vive e di dieci messe
per i defunti.
I chierici che non sono sacerdoti devono recitare tre Salmi per i
vivi e tre per i defunti.
Ogni fratello laico deve recitare trenta Pater Nosters ogni giorno
all'ora prescritta, per i benefattori, servitori e per tutti gli amici
dell'Ordine ancora in vita, e lo stesso numero anche per i defunti.
E' fatto l'obbligo per la casa di un fratello che muore, di dare ad
un povero il miglior abito del fratello defunto e, per quaranta giorni,
il cibo e le bevande che erano comunemente utilizzati per il fratello,
dato che l'elemosina libera dalla morte e abbrevia la punizione dei
defunti che hanno l'anima in grazia.
Nessun fratello deve fare qualsiasi altra offerta ad alcuna data dell'anno.
11. Come e con cosa i fratelli devono vestirsi e ciò che essi possono avere
per biancheria
I fratelli del presente Ordine sono autorizzati a indossare lino per
le sottomaglie, per il corredo e per calze, per lenzuola e per
coprilenzuola e per le altre cose, quando è appropriato.
Gli indumenti esterni devono essere di sobrie tonalità.
I fratelli cavalieri indossano mantelli bianchi come un segno di
cavalleria, ma gli altri indumenti non differiscono da quelli degli
altri fratelli.
Noi decretiamo che ogni fratello deve indossare una croce nera sul
mantello, elmo e armatura adatti a mostrare all'esterno che egli è un
membro di questo Ordine.
Pellicce, mantelli e copriletti non devono essere di materiale
diverso dalle pelli di pecora o di capra, ma quelli di capra non vengano
dati a nessuno, a meno che non viene chiesto.
I fratelli hanno scarpe senza lacci, o fibbie, o anelli. Allo stesso
modo, i responsabili dei capi di abbigliamento o delle calzature si
curano di fornire ai fratelli, religisamente ed in modo conveniente, in
modo che ognuno ha la giusta misura, non troppo lunga, né troppo corta,
né troppo stretta né troppo larga e che ogniuno possa, senza alcun aiuto
sul posto, trovare e il suo abbigliamento e le scarpe.
Per quanto riguarda la biancheria per la casa, lasciate che ogni
fratello sia accontenti di un sacco un tappeto, un lenzuolo, un
copriletto di lino o di tela ruvida e un cuscino, a meno che il
responsabile di uno di tali articoli desidera darne di più o di meno.
E' giusto che in caso di ricevimento di cose nuove, le vecchie siano
restituite, in modo che quello a cui i vestiti sono consegnati li possa
distribuire ai servi e ai poveri.
Ma se dovesse accadere, che Dio non voglia, che un fratello
oltraggiosamente insiste sulla necessità di armi o di abbigliamento o
cose sottili migliori di quelle a lui destinate, poi merita di essere
trattato peggio.
Perchè questo dimostra quanto egli è privo di abbigliamento del cuore
e della forza interiore, visto che si preoccupa tanto delle esigenze
esterne del corpo.
Dal momento che i chierici che vivono nel mondo dovrebbero mostrare
la loro religione con il loro abbigliamento, così è ancora più
conveniente che quelli in uso nell'Ordine siano indumenti speciali.
12. Rasatura dei fratelli chierici e dei fratelli laici
Tutti i fratelli hanno i capelli rasati in modo regolare ed i chierici
in modo che possano essere riconosciuti dalla parte anteriore, nonché
dalla parte posteriore, come religiosi.
Per quanto riguarda la barba e baffi, altrettanto occorre che essi
siano né troppo corti né troppo pieni.
I fratelli clerici devono avere un tonsura di non troppo piccole
dimensioni, come è conveniente per gli uomini degli Ordini e, per
officiare la Santa Messa devono radersi la barba.
13. Come e quanto i fratelli devono mangiare
Quando i fratelli si riuniscono per i pasti, i chierici devono
recitare la consueta Grazia ed i fratelli laici un Pater Noster e un Ave
Maria e tutti i membri adottano le vettovaglie fornite dalla grazia di
Dio per la casa.
In tre giorni, la Domenica, il Martedì e Giovedi, i fratelli del
presente Ordine sono autorizzati a mangiare carne, mentre gli altri tre
giorni essi possono mangiare formaggio e uova, e il Venerdì si mangia
pesce, tuttavia, essi possono mangiare carne tutti i giorni in cui cade
Natale, anche se cade in un Venerdì, per la gioia del santo momento.
Per tutti i fratelli le vettovaglie in comune dovrebbero essere date
e distribuite equamente in base allo status, il luogo e la necessità del
fratello, ma tra i fratelli più attenzione venga rivolta alla necessità
di ciascuno rispetto alla sua preminenza.
Per la necessità da poco possono essere scambiate con un altro, ma
ognuno deve avere una quota in base alle sue necessità.
Essi non desidereranno per sé tutto ciò che vedono, determinati dalla
carità verso gli altri in stato di bisogno.
Ringrazi Dio colui la cui necessità è minore; colui la cui necessità
è maggiore, a causa della debolezza, umili se stesso e, quando riceve di
più a causa della debolezza, non si comporti con orgoglio e sappia di
essere stato trattato con carità; così che tutti i membri vivono in pace.
Si avverte che l'astinenza speciale, che si differenzia nettamente
dalla linea generale, deve essere evitata.
Nelle loro case fratelli devono mangiare due a due insieme, fatta
eccezione per i piatti di verdure e per le bevande.
Inoltre, in tutte le case in cui vi è un convento di frati, che è
fatto da un comandante e dodici fratelli, per il numero dei discepoli di
Nostro Signore Gesù Cristo, deve essere rispettata l'abitudine di
leggere a tavola e tutti coloro che stanno mangiando devono ascoltare in
silenzio, in modo che non solo la bocca viene alimentata, ma anche le
orecchie che hanno fame della parola di Dio.
Tuttavia, quelli che sono a tavola, in caso di necessità possono
parlare tranquillamente, ma con poche parole, con quelli che sono al
loro servizio, o con altre persone con cui hanno a risolvere qualche
piccolo problema.
I servitori e quelli che mangiano alla seconda tavola dopo il
convento ed il fratelli nelle piccole case dove non vi è alcuna lettura,
si adoperano per tacere, per quanto l'attività della casa lo permette, a
meno che il superiore, a causa dei visitatori, dia il permesso di
parlare.
I fratelli non devono alzarsi dal tavolo prima di aver terminato il
loro pasto, ad eccezione di quando questo è assolutamente necessario,
dopo di che essi possono riprendere e completare il pasto.
Quando il pasto è finito, i clerici devono recitare la preghiera
abituale ed i fratelli laici due Pater Nosters e due Ave Maria, e in
ogni casa si va in modo ordinato alla chiesa o altrove, come assegnato
dal superiore.
Tutte le pagnotte di pane devono essere conservate, ma il resto va in
elemosina.
14. Del dare l'elemosina e la decima del pane
Si tratta di un salutare decreto del presente Ordine, consigliato dalla pietà, che, in tutte le case di questo Ordine dove ci sono le chiese o cappelle, la decima di tutto il pane cotto nel forno delle case deve essere dato ai poveri, o che, invece della decima di pane, deve essere somministrata la comune elemosina tre volte alla settimana.
15. Del digiuno da fratelli
Dalla Domenica prima del giorno di San Martino fino a Natale e dalla
Domenica sette settimane prima di Pasqua fino al giorno di Pasqua
eccetto la Domenica, e inoltre sulla dodicesima notte, e la vigilia
della Purificazione della Madonna, San Mattia, venerdì di Tutti i Santi
fino a Pasqua e il giorno di San Marco, a meno che non rientri in una
Domenica, e durante i tre giorni che precedono la Crocifissione, la
Pentecoste, durante la veglia di San Giovanni il Battista e di San
Pietro e San Paolo, e di San Giacomo e di San Lorenzo, e per la Veglia
di Nostra Signora a metà agosto, nel giorno di San Bartolomeo, e alla
vigilia della nascita della Madonna, e San Matteo, nei giorni di San
Simone e di San Giuda, a Tutti i Santi, a Sant'Andrea, a San Tommaso ed
in tutti il Quattro Tempora i fratelli digiuneranno come in Quaresima a
meno che la debolezza o altra richiesta di necessità consigli
altrimenti; e se le vigilie cadono di domenica, loro digiuneranno invece
il sabato.
Il venerdì, da Pasqua fino a Tutti i Santi, i fratelli possono
mangiare due volte al giorno, a meno che, per timore che il laicato sia
scandalizzato, il comandante provinciale, con la parte migliore del
capitolo, consigli diversamente.
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